4171 Roma, Piobbichi: ''Quando muoiono i poveri è solo colpa del destino''

20080104 11:20:00 redazione-IT

Due i clochard deceduti per il freddo, 5 i morti per overdose: ”Gli invisibili sono i più penalizzati tra i penalizzati”. Piobbichi (Prc) chiede un piano pluriennale degli interventi sulle dipendenze

ROMA – “Nel giro di pochi giorni nella città di Roma ci sono stati 5 morti da overdose e 2 morti di freddo, ma Veltroni non è salito da Prodi per chiedere un intervento urgente da parte del Governo, anzi a me pare che si stia facendo di tutto per mettere sotto il tappettino mediatico gli invisibili e le loro morti per non rovinare la Befana e i saldi d’inizio anno”. Il j’acuse è di Francesco Piobbichi, responsabile per le politiche sociali del Prc. “Qualcuno dirà che queste cose succedono da sempre, la stessa frase si diceva anche anni addietro per quanto riguardava i morti sul lavoro.

– scrive – Ma queste morti, che finiscono nei trafiletti non sono naturali come sembra, sono narrazioni invisibili frutto di una condizione di vita per la quale non c’è tutela alcuna se non disprezzo, una condizione che le feste natalizie rendono ancora più precaria, perchè i servizi vanno in ferie e riapriranno domani come recitano alcuni comunicati stampa. Se sia l’eroina troppo pura, il centro di accoglienza che chiude poco importa, quello che va detto è che tutte queste morti, tutte queste morti si potevano evitare”.

A Roma come in molte altre città di questo paese, "i poveri vanno spostati, cancellati, dalla visione pubblica, la sicurezza si è detto scioccamente non è di destra nè di sinistra, ma quando a morire sono i poveri allora è colpa del destino", denuncia. "Anziché dare risposte strutturali con politiche basate sulla programmazione degli interventi, si è pensato che la sussidiarietà orizzontale risolvesse tutti i mali, il risultato è che gli invisibili, i senza voce e senza diritti, sono i più penalizzati tra i penalizzati". Secono il respolsabile del Prc a Roma manca un piano pluriennale degli interventi sulle dipendenze, ”non c’è una programmazione che permetta di capire quello che funziona e quello che non funziona, non c’è un’idea seria per stabilizzare i servizi”. ”I Ser.t – spiega – sono sotto organico da anni, e subiscono una delegittimazione che li porta ad essere considerati un problema più che una risorsa per il territorio, le unità di strada sono sotto la logica della precarietà, ed invece di essere servizi in sperimentazione sono continuamente in balia di rinnovi e scadenze”.

"Lo stato sociale minimo, l’assenza di diritti esigibili, con la quale dobbiamo convivere oggi ci presentano il conto nella città di Roma, ce lo presentano tutto in una volta, e questa lista invisibile ci dice che c’è una grande necessità di aprire un dibattito sul tema delle fragilità sociali, che c’è una grande necessita di dotare questa metropoli ed altre di programmazione sociale partecipata e strategie pluriennali degli interventi, che c’è bisogno di aprire una discussione nella quale affrontare il nodo dei finanziamenti, della precarietà dei servizi e di chi ci lavora, e soprattutto di aprire il tema delle sperimentazioni ( sistema di allerta rapido – stanze salva vita – trattamenti ). – conclude – Queste morti invisibili e silenziose di inizio anno ci dicono che le emergenze vere sono quelle che finiscono inosservate, ma ci dicono anche che dando la caccia a barboni e tossicodipendenti con leggi come la Fini Giovanardi, o con pacchetti sicurezza contro chi chiede la carità, alla fine si finisce per uccidere".

 

 

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