4170 Clochard morti a Roma, sacerdote al Papa: ''Sospenda la liturgia dell'Epifania''

20080104 11:09:00 redazione-IT

Lettera aperta di don Albanesi (Comunità di Capodarco) a Benedetto XVI: ”Le centinaia di strutture religiose non possono non aver posto contro il freddo. Il 6 gennaio celebriamo il funerale delle due creature dimenticate”

[b]Clochard morti. Fiopsd: ”Vivere in strada non è mai una scelta”
Circa 17 mila i senza dimora in Italia, ma l’ultimo censimento è del 2000[/b]

CAPODARCO DI FERMO – “Caro Padre, nella notte del 1° Gennaio, a Roma sono morte due persone per il freddo. Le agenzie di stampa hanno comunicato la notizia tra le previsioni del tempo, quasi a dire alle persone per bene: state attenti che il freddo è molto pungente”. Inizia così la lettera di don Vinicio Albanesi presidente della Comunità di Capodarco a Benedetto XVI, che riflette sulla morte, nei giorni scorsi, di due senza dimora nella capitale. “Morire di freddo in Italia e nella città di Roma è una fatto insopportabile.

Quelle creature disperse appellano alla nostra coscienza cristiana, prima che civile. – scrive don Albanesi – Le centinaia di chiese di Roma, le Parrocchie, gli istituti religiosi, gli ospedali, le confraternite, le associazioni cattoliche non possono non aver posto contro il freddo”.

Da queste riflessioni muove l"invito al Papa di sospendere le celebrazioni per l’epifania e “aprire i luoghi sacri”. “Domenica prossima la Chiesa indica la celebrazione dell’epifania: uno splendore alla luce che viene e alla gloria di Dio. Con due “clochard morti di freddo” non possiamo celebrare tale liturgia perché non possiamo ripetere i versetti del salmo 71: Egli libererà il povero che grida e il misero che non trova aiuto, avrà pietà del debole e del povero e salverà la vita dei suoi miseri”. “Disponga che in tutta Roma si sospenda la liturgia dell’Epifania e si celebri la liturgia funebre per le due creature morte di freddo. – prosegue la lettera – Servirà a risvegliare le coscienze di tutti noi cristiani, diventati indifferenti e cinici. Potremo almeno chiedere perdono a Dio delle superficialità e degli sprechi. Nella celebrazione eucaristica non prevarranno, una volta tanto, i significati estetici ed emozionali, ma il senso del rispetto delle persone”. (vedi il testo completo su www.vinicioalbanesi.it)

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Circa 17 mila i senza dimora in Italia, ma l’ultimo censimento è del 2000

La Caritas: ”Fenomeno sottostimato"’. Presto un’indagine nazionale con Istat e Fiopsd. Aumentano gli stranieri e i minori; stabile il numero degli anziani, italiani i più vecchi

ROMA – Sono circa 17 mila le persone senza dimora in Italia, secondo l’ultima stima (2000) realizzata dalla Fondazione Zancan di Padova, su incarico della commissione di indagine sulla povertà allora in carica presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Un dato sottostimato, secondo il giudizio della Caritas Italiana che oggi si è unita al richiamo della Fiopsd nel chiedere interventi urgenti e significativi contro le povertà estreme. Caritas e Federazione avvieranno con il contributo dell’Istat una nuova indagine nazionale.

Sulla base dell’esperienza dei propri centri d’ascolto la Caritas sottolinea che il fenomeno si concentra con maggiore intensità nelle aree metropolitane e colpisce maggiormente i maschi e i maggiorenni. Basso e stabile il numero di anziani mentre pochissimi sono ancora i minori, anche se "stanno aumentando (soprattutto nei grandi centri urbani) in seguito ai fenomeni di tratta e traffico di esseri umani”. Si tratta spiega la Caritas di minori stranieri introdotti in Italia a scopo di accattonaggio, furto, prostituzione). Aumentano anche gli stranieri: rispetto al totale dei senza dimora transitati presso i centri di ascolto Caritas, gli stranieri rappresentano circa il 70% (erano il 58,9% nell’indagine nazionale della Fondazione Zancan di 8 anni fa). “In soli sette anni, il numero di senza dimora stranieri è aumentato, anche a livello nazionale, a causa del forte aumento di flussi migratori “poveri” dai paesi dell’Est Europa”. Gli italiani hanno un’età media più elevata di quella straniera: 50 anni contro i 30-35. Nel caso degli italiani, si tratta spesso di persone che hanno alle spalle una storie di vita segnata da insuccessi affettivi, separazioni, perdita del lavoro, allontanamento da istituti di ricovero, ecc. Nel caso degli stranieri ci troviamo invece di fronte a giovani adulti che dormono all’aperto o in ripari di fortuna per vari motivi legati all’esperienza migratoria; si tratta di clandestini nella prima fase di arrivo in Italia, immigrati che dormono in ripari di fortuna presso i luoghi di lavoro nero, immigrati in situazione di povertà economica pur in presenza di permesso di soggiorno. Il livello scolare è la scuola media per gli italiani e la scuola superiore per gli stranieri.

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Clochard morti. Fiopsd: ”Vivere in strada non è mai una scelta”

La Federazione chiede al parlamento di approvare subito il disegno di legge che istituisce il fondo nazionale contro le povertà estreme. Con Caritas e Istat un’indagine nazionale, l’ultima risale al 2000

ROMA – Dopo la morte dei due clochard a Roma, arriva dalla Federazione Italiana degli organismi per le persone senza dimora una riflessione e un appello al parlamento e alle istituzioni italiane sulla situazione delle homeless in Italia. “Vivere in strada non è mai una scelta, ce lo insegna l’esperienza dei nostri servizi, – scrive la Fiopsd – quotidianamente in relazione con le persone costrette a vivere in questa situazione, siano esse italiane o straniere, regolari o irregolari, sane o malate. Vivere per strada significa essere vittime dell’insicurezza, di uno sviluppo che sembra aver bisogno di selezionare solo i migliori, i più forti e competitivi, abbandonando al proprio destino chi non ce la fa. Essere abbandonati alla strada, come le cronache tragiche di questi giorni stanno a confermare, può significare essere condannati a morte: accade di inverno, quando qualcuno pare accorgersene, ma accade anche durante il resto dell’anno, nel silenzio e nella solitudine”.

Le due morti nella capitale dunque denunciano “un’emergenza”, non causata dal freddo, quanto “dalla cronica mancanza di politiche giuste di accoglienza sociale e solidarietà, capaci di sostenere adeguatamente le persone attraverso servizi in grado di andare oltre la prima accoglienza ed offrire a tutti, proprio a tutti, rispetto, relazioni calde e percorsi di accompagnamento sociale reali ed efficaci”, sottolinea la Federazione. Anche le iniziative proposte dal ministero della Solidarietà Sociale e dal governo, tra cui il fondo nazionale da 10 milioni contro le povertà estreme, sembrano insufficienti, anche se si tratta di “un concreto primo passo, di buon auspicio verso migliori politiche future”. “Quel Disegno di Legge (ndr. quello che istituisce il fondo), sebbene collegato alla Finanziaria 2008, non è ancora stato approvato e ad oggi giace in Parlamento neppure ancora calendarizzato”, denuncia la federazione che chiede ai parlamentari di approvare al più presto il provvedimento “che rende disponibili risorse per la lotta alla povertà estrema, valutando anche l’opportunità di integrarlo adeguatamente con risorse aggiuntive, come sarebbe doveroso per un Paese che voglia dirsi civile”.

Un appello anche alle istituzioni di ogni ordine e grado affinché "si promuovano sistemi territoriali di intervento a favore delle persone senza dimora stabili e permanenti, finanziati adeguatamente e gestiti in corresponsabile partecipazione tra il settore pubblico e privato". "La grave emarginazione adulta non è inevitabile, e non è un problema di pochi; – conlcude la Fiopsd – le persone senza dimora sono lo specchio tragico di ciò che ciascuno può diventare dell’odierna società liquida. Occuparsi di loro e della loro accoglienza, come di ogni persona in difficoltà, significa occuparci del nostro comune futuro: è questa la responsabilità unica e suprema per la Politica e per ogni forma attiva di cittadinanza". La Fiopsd ha annunciato che avvierà insieme all’Istat e alla Caritas Italiana una ricerca ”seria” su chi e quanti sono i senza dimora in Italia. L’ultima risale a 15 anni fa.

www.redattoresociale.it

 

 

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