4196 Immigrati e poveri, nasce il nuovo istituto nazionale

20080110 11:47:00 redazione-IT

Inmp, parla il mediatore: ”Clandestino il 90% dei pazienti immigrati”

Roma – Immigrati e persone vicine alla soglia di poverta’, nomadi, senza fissa dimora, rifugiati, vittime di tortura e non autosufficienti. Ma anche famiglie e anziani soli, giovani coppie non abbienti e pensionati minimi. E’ a queste categorie di persone che si rivolge il nuovo Istituto nazionale della promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto alle malattie della poverta’ (Inmp), che viene inaugurato oggi a Roma, nella sede del San Gallicano, alla presenza del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, del ministro della Salute, Livia Turco, dei tre presidenti della regione Lazio, Piero Marrazzo, della Regione Puglia, Nichi Vendola, e della Regione Siciliana, Salvatore Cuffaro, e del direttore generale della nuova struttura, Aldo Morrone.

L’Istituto sanitario eredita l’esperienza, ormai piu’ che ventennale, della Struttura di medicina preventiva delle migrazioni, del turismo e di dermatologia tropicale dell’Istituto dermosifilopatico S. Maria e S. Gallicano di Roma e ha l’obiettivo di creare una rete nazionale, diffusa in ogni regione italiana, per promuovere la salute, la prevenzione, la cura, la formazione e la ricerca sanitaria sulle patologie legate alle situazioni di poverta’ e di immigrazione clandestina in crescita nel Belpaese. Ad oggi hanno aderito all’Inmp le Regioni Sicilia, Puglia e Lazio.

La sede nazionale del nuovo istituto sara’ a Roma al San Gallicano, dove ci sara’ anche la sede di riferimento per il Lazio, individuata nella Struttura di medicina preventiva delle migrazioni, del turismo e di dermatologia tropicale dell’Irccs Istituto dermosifilopatico Santa Maria e San Gallicano di Roma. In Sicilia l’Inmp sara’ presente con un presidio nell’Azienda ospedaliera San Giovanni di Dio di Agrigento (direttore generale e’ Giancarlo Manenti), mentre in Puglia e’ stato scelto l’ospedale di Cerignola, e in particolare un’area di mille metri quadri situata nel presidio ospedaliero Tatarella. Il via libera dal ministero della Salute alla costituzione dell”Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto alle malattie della poverta’ era arrivato sulla gazzetta ufficiale n.219 del 20 settembre 2007. 5 milioni di euro per il 2007, 10 milioni di euro per il 2008 e altrettanti per il 2009 sono i fondi previsti dal ministero della Salute per questo nuovo istituto.

L’utilizzo di mediatori culturali in corsia (una prassi che e’ attuata gia’ da anni al San Gallicano) e’ una delle principali novita’ di questa nuova struttura sanitaria nazionale. Si tratta di persone di madrelingua che facilitano la comunicazione tra personale sanitario e pazienti immigrati che non conoscono bene la lingua italiana.
Hanno, inoltre, un compito prettamente culturale, e cioe’ permettono agli operatori sanitari di avere informazioni piu’ dettagliate sulle usanze, la cultura e la mentalita’ dei pazienti stranieri per facilitare l’approccio terapeutico, individuare la diagnosi e informare sulla prevenzione di alcune malattie, come quelle a trasmissione sessuale. Sono piu’ di 90 mila (91546) i pazienti che sono stati sottoposti a una prima visita tra il 1^ gennaio 1985 e il 31 dicembre 2006 al San Gallicano di Roma, per la maggior parte pazienti immigrati, regolari e irregolari, di cui 41868 (il 45,7%) di sesso femminile e 49678 (il 54,3%) di sesso maschile. Crescente la percentuale di italiani che si e’ rivolta alla struttura del San Gallicano: e’ passata, infatti, dall’1% degli inizi degli anni ’80 al 18% attuale, un incremento che probabilmente tiene conto dei cambiamenti socio-economici che hanno caratterizzato il panorama italiano negli ultimi anni. Tra le linee guida del nuovo istituto sono previste attivita’ di ricerca per la promozione della salute degli immigrati e il contrasto alle malattie della poverta’, elaborazione e attuazione di programmi di formazione professionale e comunicazione sanitaria, supporto, in collaborazione con l’Oms, dell’organizzazione nel trattamento delle malattie della poverta’ nei Paesi in via di sviluppo.

Ma anche l’elaborazione di piani di ricerca clinica e modelli di gestione dei servizi specificamente orientati alle problematiche assistenziali emergenti nell’ambito delle malattie della poverta’ e l’istituzione di una rete di organizzazioni italiane, europee e internazionali pubbliche, del privato sociale e del volontariato che si occupano di immigrazione e poverta’.

(DIRE)

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Inmp, parla il mediatore: ”Clandestino il 90% dei pazienti immigrati”

Roma – "La mia esperienza personale e’ quella di un rifugiato politico vittima di tortura che dal 2003 svolge il ruolo di mediatore culturale al San gallicano di Roma". A parlare e’ Mehmet Emin Gulmez detto Bawer, curdo, mediatore linguistico-culturale attivo al San Gallicano di Roma dal 2003 oltre che immigrato con riconosciuto status di rifugiato politico perche’ vittima di tortura nel proprio Paese. Bawer e’ soltanto uno dei tanti mediatori stranieri attivi nelle corsie dell’ospedale di Trastevere con lo scopo di facilitare la comunicazione tra pazienti immigrati (nel 90% clandestini) e personale sanitario che e’ presente all’inaugurazione di oggi dell’Inmp (Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti ed il contrasto alle malattie della poverta’). Una figura, quella del mediatore linguistico-culturale, che assume un ruolo centrale nella cura, la diagnosi e l’assistenza di persone che non solo si trovano spesso nell’impossibilita’ di comunicare con medici italiani per la mancata conoscenza della lingua, ma che provengono da culture e mentalita’ completamente diverse dalle nostre, la cui conoscenza aiuta oggettivamente l’approccio medico necessario nel caso specifico.

"Il mio ruolo principale – spiega Bawer – e’ quello di cercare di capire cosa ha e qual e’ la storia della persona che si rivolge da noi al San Gallicano.Dato che il 90% degli immigrati che vengono da noi sono irregolari, il nostro primo compito, come mediatori culturali, e’ quello di tranquillizzarli e di cercare di spiegare loro quello che dice il medico". Quando arrivano, continua il mediatore culturale dell’Inmp, "queste persone sono spesso preoccupate perche’ presentano situazioni sanitarie spesso molto gravi, hanno difficolta’ anche emotive a parlare e a spiegare cosa sentono. Per questo dobbiamo tranquillizzarli e aiutarli ad affrontare le loro paure". Ma il compito del mediatore culturale non e’ solo quello di aiutare a parlare, ma anche quello di informare sulla prevenzione e le modalita’ di trasmissione di alcune malattie: "Per la maggior parte delle persone- spiega Bawer- la prevenzione non e’ del tutto sconosciuta, ma per molte persone essa e’ ostacolata dalla loro religione. Esse ci dicono che non possono ad esempio ricorrere alla prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili a causa della loro religione". In generale, conclude il mediatore dell’Inmp, "le malattie sessualmente trasmissibili sono sconosciute, tranne l’Hiv". (DIRE)

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