4185 Silvana Mangione (CGIE USA): "A MODO MIO"

20080107 09:59:00 redazione-IT

Alla fine dell’anno è tradizione l’impegnarsi in buoni propositi per l’anno nuovo: riprendere il peso forma, fare ginnastica, smettere di fumare, guardare il mondo con lenti rosa e quant’altro reputiamo necessario per riconquistare pace e serenità, prima di tutto interiore. Ma prima di decidere per il futuro è necessario fare un bilancio del passato, delle luci (di solito pochine) e delle ombre (ahinoi, quasi sempre preponderanti). Il bilancio personale è bene che rimanga privato, quello globale è meglio lasciarlo ai guru del giornalismo che ci spiegheranno con dovizia di intelligenza le ragioni di tutto e del contrario di tutto. Parliamo dunque di noi, del mondo degli italiani all’estero, magari ristretto agli ambiti che ci toccano più da vicino. È stato costituito per la prima volta nella storia il Comitato per le questioni degli italiani all’estero al Senato. Evviva!

È finalmente rinata la Commissione per gli italiani nel mondo alla Camera. Benissimo! malgrado la sua ricostituzione sia stata accompagnata dalle lamentele di neoparlamentari che non essendo riusciti a farsi inserire dai rispettivi partiti nella Commissione per gli Affari Esteri si sono – ai sensi di regolamento e prassi – visti esclusi dalla Commissione alla quale, almeno per elezione, ritenevano di dover appartenere. Male. Le lamentele, intendo. È sempre molto facile scaricare sugli altri, specie di segno politico avverso, la colpa di tutto. Per fortuna a giugno di quest’anno, sempre secondo prassi, c’è la revisione di metà mandato, che coinvolge tutte le Commissioni e allora si spera nella istituzione della Bicamerale per gli italiani nel mondo e nell’inserimento in essa di tutti gli eletti nella circoscrizione estero. O no? O è forse meglio sperare che la Bicamerale non diventi il “ghetto” dei diversi, degli ancora (tranne poche eccezioni) soltanto “tollerati”? Ci siamo resi conto che – per quanto il voto estero abbia consegnato la vittoria all’attuale maggioranza, o forse proprio per quello – degli italiani all’estero si continua a parlare poco, spesso ironicamente, con gli stessi plateali “distinguo”, che rivelano un provincialismo assolutamente deleterio per l’Italia. Le frasi che conosciamo bene: «Non pagano le tasse, perché devono decidere delle sorti del Paese?». Non soffermiamoci su questo, perché è tanto ridicolo quanto strappacuore sentire il battito della doppia campana che rintocca il titolo: “risorse per l’Italia” – da spremere, ovviamente, fino a quando non ci sia più alcun succo da trarne – insieme alla condanna: «il voto per gli italiani all’estero è una follia, che non ha nessun altro Paese». Affermazione, quest’ultima, tanto sbagliata quanto dimostra la nuova tendenza di altri Paesi, che vogliono seguire l’esempio italiano per assicurarsi il contributo dei propri figli all’estero, fattore di ricchezza nell’economia globalizzata. Lo ha capito molto bene la Francia di Sarkozy, che sembra intenzionato ad invitare a Parigi tutti i Consigli Generali, creati dai diversi paesi, per imitarne gli aspetti migliori e modificare la struttura francese della rappresentanza urbi et orbi. È quindi inevitabile chiedersi qual è il bilancio del CGIE nel 2007? Molti documenti, di indirizzo politico, alcuni con proposte alternative – e ben sappiamo quanto esse siano deleterie perché di fatto consacrano non la “libertà”, che è intoccabile, ma l’esigenza imprescindibile che Governo e Parlamento intervengano e facciano ciò che hanno il potere di fare senza tener alcun conto delle indicazioni antitetiche degli organismi di rappresentanza di coloro che vengono direttamente toccati dalle leggi per le nostre collettività. Altri documenti sono invece un prezioso approfondimento delle ragioni per le quali, ad esempio, il contributo alla diffusione della lingua e della cultura italiana all’estero deve essere considerato un investimento imprescindibile nel futuro anche economico dell’Italia e non deve essere diretto soltanto ai discendenti degli emigrati. Molte riunioni straordinarie di Commissioni di Lavoro, le cui “necessità ed urgenza”, ai sensi della definizione della “straordinarietà”, erano in certi casi quanto meno opinabili. Ma non tenendo la terza plenaria straordinaria, la cui convocazione era ormai entrata nella prassi del CGIE, è ovvio che si debbono riunire una volta in più tutte le Commissioni, perché diventerebbe difficile giustificare la scelta di una Commissione invece dell’altra ai Consiglieri che fanno parte del gruppo escluso. È un diverso modo di lavorare, che ha certamente i suoi pregi, poiché rientra in una visione coerente di come deve agire il CGIE. Evviva il cambiamento, quando porta a risultati concreti. È nata una nuova Commissione, quella sulla Sanità, importantissima perché già da Gruppo di Lavoro ha spinto con successo la messa in moto del meccanismo virtuoso di intervento per garantire la copertura medica ai nostri concittadini indigenti, per ora soltanto in alcuni paesi dell’America Latina, in futuro – speriamo – in tutti i Paesi nei quali esistono fasce deboli della nostra comunità. Ci sono state preconferenze dei giovani in quasi tutte le nostre nazioni. Nei documenti finali, prodotti direttamente dai giovani, sono emerse le stesse esigenze: la creazione di una rete di contatti, rappresentanza e rappresentatività, costruzione pragmatica dei momenti che porteranno alla Conferenza Mondiale che si celebrerà quest’anno, programmi regionali e nazionali tesi alla concretezza ed allo sviluppo della conoscenza reciproca, informazione e comunicazione con i mezzi tecnologicamente più avanzati. Benissimo. Fin qui le luci. Sulle ombre sorvolo. Gli strascichi irrisolti verranno alla ribalta con prepotenza. Non si dice: «Tutti i nodi vengono al pettine?». È così. Tutti i nodi, prima o poi, vengono sciolti. Per il bene di tutti. Chiudo con una frase di San Francesco d’Assisi, che è diventata il mio augurio per un felice 2008: «Un solo raggio di sole è sufficiente a cancellare milioni di ombre». Che il mondo degli italiani all’estero, tutto, trovi sul suo cammino quel raggio di sole e di serenità, nella pace del lavoro comune.

 

 

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1 commento

  1. Ho ascoltato ” italia per voi “oggi 7, 05, 2021.Ospite del programma Silvana Mangioni. Dice: noi Italiani all’estero abbiamo gli stessi diritti degli Italiani in Italia
    Cio’ non e ‘ verita’. Noi in Sud-Africa. Paese di cui la Signora Mangioni e’ responsabile, non siamo vaccinati, non sappiamo neppure quando lo saremo , noi anziani siamo rilegati a casa senza nessun contatto dal consolato di Johannesburg. Paghiamo molti soldi mensilmente per essere curation, ma questa storia del vaccino le ambasciate Italiane , secondo il mio parere,dovevono interessarsi, provvedere, vaccinare, come fanno in Italia. Noi siamo Italiani. Sinceramente Giuliana Bonanni Zampoli

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