4193 Monsignor Sigalini: ''La cittadinanza diventi 'ius soli'''

20080110 11:37:00 redazione-IT

Chi nasce in Italia da genitori stranieri deve essere riconosciuto come italiano: questo il parere espresso dal vescovo di Palestrina e assistente dell’Azione Cattolica, in occasione della presentazione della Giornata mondiale dei Migranti

ROMA – La cittadinanza deve discendere dallo “ius soli” e non più “ius sanguinis”: un diritto legato alla terra su cui si nasce, e non al sangue dei genitori. In altre parole, è italiano chi nasce in Italia, seppure da genitori stranieri. E’ questa la posizione espressa da monsignor Domenico Sigalini, Vescovo di Palestrina, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica italiana e segretario della Cemi, intervenendo stamattina alla conferenza stampa di presentazione della Giornata mondiale dei Migranti 2008, in programma per il 13 gennaio e dedicata quest’anno al tema “Giovani migranti: risorsa e provocazione”.

I giovani stranieri sono infatti per il nostro Paese una grande risorsa, dal punto di vista demografico, economico e culturale. Una risorsa dal punto di vista demografico, perché a fronte del progressivo calo delle natalità nel nostro Paese, “il tasso di fecondità delle donne di tante etnie qui presenti è sì inferiore a quello registrato nel Paese di origine, ma si mantiene ugualmente sul 2,2, esattamente il doppio di quanto si registra per le donne italiane”, ha spiegato monsignor Piergiorgio Saviola, intervenendo alla conferenza stampa. Sono poi una risorsa dal punto di vista economico, vista la forte richiesta di manodopera straniera in Italia, soprattutto in alcuni settori. E sono una risorsa sul piano dell’integrazione e del dialogo culturale, vista la disponibilità dei giovani stranieri ad entrare in relazione con la cultura italiana, fino a “diventare, pur con qualche resistenza e incomprensione, veri mediatori linguistici e culturali proprio in casa loro”.

Ma questi giovani possono trasformarsi in una ”provocazione”, quando non trovano ad accoglierli opportunità e politiche capaci di valorizzarli. “Le tante loro potenzialità e ricchezze più o meno latenti non si dispiegheranno a beneficio comune, se attorno a loro avvertono i prevalenza curiosità, lamentela e denuncia per il loro comportamento”.

In questo senso un ruolo fondamentale è giocato dalle politiche che regolano e determinano le possibilità di un effettivo inserimento sociale dei giovani stranieri. In particolare, il tema della cittadinanza, che ai giovani nati in Italia deve essere riconosciuta come diritto. (cl)

www.redattoresociale.it

 

 

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