4181 URUGUAY: IL 2008 SARÀ L'ANNO DI COMPLETA ATTUAZIONE DEL PIANO DI EQUITÀ

20080105 13:51:00 redazione-IT

IL MINISTRO URUGUAYANO LESCANO A "GENTE D’ITALIA":

"Siamo responsabilmente ottimisti". Sorride il ministro del Turismo uruguayano Hector Lescano pensando al 2008. Ci troviamo nel suo ufficio al secondo ed ultimo piano della bella sede del ministero che affaccia sul porto di Montevideo. Nel resto dell’edificio è un brusio operoso, niente che somigli alla vigilia della feste per la "despedida del anno". Fuori dalle finestre le navi mercantili fanno spazio a quelle da crociera. Siamo in uno dei periodi di massimo impegno per questa porzione del Paese", scrive Federica Manzitti nel numero speciale dedicato al Sud America con cui Gente d’Italia, quotidiano delle Americhe diretto da Mimmo Porpiglia, apre il 2008.

""L’economia continua a crescere", spiega Lescano e il programma di governo continua a realizzarsi passo dopo passo". Lescano è stato a lungo membro della Commissione per la definizione del programma e non parla quindi solo a nome di un ministero che, sebbene molto importante in un Paese come questo, è pur sempre parziale.
"Il 2008 sarà l’anno di attuazione completa del piano di equità che prende il posto del piano di emergenza nazionale, il PANES". Si tratta di un elemento costitutivo del governo di centrosinistra approntato ben prima delle elezioni vinte nel marzo del 2005 ed indirizzato alle fasce sociali più deboli. Del PANES si è dato conto e quindi discusso in modo alquanto trasparente almeno ogni sei mesi, fino a dar luogo a un dibattito che per alcuni è sfociato nella decretazione di un fallimento, per altri nel riconoscimento di un’importante esperienza innovatrice per il Paese. In ogni caso ora il governo passa a concentrarsi sul piano di equità già avviato nel 2006 che mantiene una attenzione particolare all’infanzia, alle incapacità, come agli adolescenti.
La politica sociale quindi continua ad essere in cima alle priorità del Paese. Le cifre che raccontano il lavoro svolto fino ad ora dal Ministero dello Sviluppo Sociale forniti dallo stesso governo sono incoraggianti. Mediante i programmi di Alimentazione, Cittadinanza e Lavoro si è risposto alle necessità basilari di "335mila persone in situazione di disuguaglianza sociale" in un Paese che conta un totale di 3 milioni e 300mila abitanti. I dati sulla percentuale di povertà sarebbero scesi da quando, nel dicembre del 2004, il 31 per cento della popolazione viveva sotto la linea della povertà, al dicembre del 2006, quando la percentuale si è ridotta al 24 per cento. L’ottimismo deriva anche da uno sguardo ai conti che fanno prevedere l’ingresso di nuove risorse da spendere per la cosa pubblica.
Così è stato confermato anche dallo stesso presidente uruguyano Tabarè Vazquez nell’ultimo Consiglio dei Ministri "en plein air", che si è tenuto nella città di Florida due giorni fa. In quest’occasione il Capo di Stato ha fatto riferimento alle cifre economiche con particolare insistenza sul Prodotto Interno Lordo che ha registrato "una crescita sotenuta e costante e si situa in cima alle classifiche dei Paesi della regione", ha detto Vazquez.
L’impegno nel prossimo anno, come ci conferma il ministro Lescano sarà quello di trasformare le cause di questa crescita economica in elementi strutturali del sistema uruguyano "di modo da renderle fonti di sostentamento durature", precisa.
Due sono invece i settori in cui la riforma è stata avviata, ma deve ancora compiersi e il governo non può procrastinare: la riforma fiscale e quella del sistema sanitario. In merito alla politica tributaria, che da luglio ha sconvolto le abitudini locali che prima vedevano un tasso dell’iva piuttosto alto ed una tassa sul reddito esigua, molto è da fare anche in termini di opinione pubblica. L’introduzione di aliquota e la riduzione della percentuale sui beni di consumo, sei mesi fa, ha generato una serie di malumori soprattutto nelle fasce medie. "Ma i primi dati che abbiamo sui risultati ottenuti dopo la riforma sono positivi e nel 2008 modificheremo il sistema in modo da renderlo più equo per garantire che paghino in misura maggiore quelle fasce sociali che più disponibilità hanno", ha promesso il presidente Tabarè Vazquez durante l’assemblea pubblica.
Sostenuto dal ministro dell’Economia, Danilo Astori, il bilancio sull’anno passato e la previsione sul futuro prossimo non ha che potuto tenere conto della riduzione sensibile del debito pubblico totale che ha consentito di dirottare delle risorse sulla spesa sociale.
"Io credo sinceramente che il governo stia compiendo il suo dovere e portando avanti il programma, anche se ancora mancano degli elementi". Il ministro Lescano guarda ai mesi che separano il Paese dalle prossime elezioni nel 2009 con serenità. Il tasso di disoccupazione ha registrato uno dei suoi minimi storici dal ritorno alla democrazia, 1985. In tre anni sarebbe passato dal 13,1 per cento, a dicembre del 2004, all’8,5 per cento, nell’ottobre del 2007, con la creazione di 170mila nuovi posti di lavoro.
Ma il tema si presta a diverse letture e tutti non sono così ottimisti. Pesa infatti anche l’alta percentuale e crescente di emigrazione soprattutto giovanile ed in particolar modo di alta formazione, sulla quale da tempo stanno puntando il dito gli esperti con un certo allarme. Dall’estero si attendono invece nuovi investimenti. Nel 2007 sono stati significativi. Il governo ha anche recentemente approvato una nuova regolamentazione in materia con la legge sugli investimenti che, insieme al nuovo sistema tributario, dovrebbero incoraggiare la crescente attenzione da parte degli attori economici stranieri. E non ci si riferisce solo all’interesse dei Paesi scandinavi per il settore della forestazione e della produzione di pasta di cellulosa, che pure grande ruolo sta avendo in questi mesi sul piano economico e di rimando anche sul piano politico, ma anche all’ingresso di nuove realtà industriali con capitali francesi, indiani e spagnoli.
Altro capitolo da affrontare per il nuovo anno quello della trasformazione dello Stato. Lo sottolinea il ministro Lescano, secondo il quale è necessaria una profonda analisi dei limiti storici dell’organizzazione in Uruguay. "Dobbiamo trasformare lo Stato", dichiara, "in una presenza più vicina, più accessibile, più amica dei cittadini. Correggeremo i vizi storici del nostro ordinamento e daremo un forte impulso al decentramento. Vogliamo coinvolgere e responsabilizzare le amministrazioni locali delle intendenze e i singoli cittadini dei dipartimenti dell’interno perchè partecipino più attivamente alla comunità".
Sul piano della modernità, almeno nell’ambito del diritto di famiglia, l’Uruguay non ha nulla da invidiare alle più avanzate democrazie. Il 18 dicembre scorso è stata approvata la legge sulla convivenza concubinaria, una sorta di PACS che contempla anche le coppie dello stesso sesso.
Il 2008 si apre anche con un altro processo sociale, in questo caso molto più tormentato e profondo per la convivenza civile. Quello legato alla memoria, alla presecuzione dei membri della dittatura militare, al revisionismo anche dei crimini compiuti dal gruppo terroristico dei Tupamaros. Si tratta di un passato recente, che fa parte del vissuto personale delle generazioni nate agli inizi degli anni Settanta – la dittatura è caduta nel 1985 – ma che fa fatica ad emergere da una sorta di rimozione collettiva. A metà del dicembre del 2007 l’ex dittatore Gregorio Alvarez è finito in carcere per i crimini di sparizione forzata. La vigilia di Natale l’ex ufficiale dell’intelligence della Marina Jorge Troccoli è stato arrestato in Italia. Altri 31 uruguyani sono incriminati per il piano Condor e il Paese sembra lentamente risvegliarsi da un tepore che ha tenuto lontano i cattivi ricordi e dato alla società la possibiltà di ricominciare dopo 13 anni di dittatura.
Oggi, nel 2008 in Argentina non ci sono più i militari di Videla, c’è Cristina Fernandez, la moglie dell’ex presidente Kirchner che ha assunto l’incarico il 10 dicembre e una settimana dopo la presidenza di turno del Mercosur. Sarà confrontandosi con il suo governo che l’Uruguay, se vorrà, dovrà superare il conflitto diplomatico che si è aperto negli anni passati intorno alla fabbrica di pasta di cellulosa della Botnia ed è culminato negli ultimi mesi del 2007".

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