4221 URUGUAY: Gli italiani abbandonati di Tacuarembò

20080204 13:03:00 redazione-IT

TRA LA RADIO INTERNET E LA RICECA DI UN CONTATTO CON LA CAPITALE CHE NON ARRIVA

Per fortuna che c’e’ la rete. La provincia interna uruguyana, dove risiedono tanti italodiscendenti recupera un contatto con il centro delle attivita’ istituzionali e culturali: Montevideo e il suo Comites, il suo Consolato, le sue associazioni, solo grazie ad internet, e su internet rilancia la propria identita’ – scrive Federica Manzitti sulle colonne di Gente d’Italia quotidiano delle americhe diretto da Mimmo Porpiglia
“Loro qui non vengono”, racconta Marta Martinez Ambrosini, segretaria del Circolo Italiano di Tacuarembo’, “ ci chiamano solo quando hanno bisogno dei nostri voti e l’ultimo ambasciatore che abbiamo visto era Egone Ratzenberger, piu’ di dieci anni fa”. Tacuarembo’ non ha piu’ un console onorario da anni.

I suoi italiani “che sono circa un centinaio” devono far riferimento a Melo la cittadina a quasi 200 kilometri di distanza verso il confine brasiliano. Li’ c’e’ la viceconsole onoraria Beatrice Bellini, ma raggiungere la citta’ e’ complicato e mettersi in contatto con il Consolato di Montevideo non e’ semplice, nonostante il servizio di posta elettronica attivato.
Per la verita´Tacurembo’ ha potuto conoscere di persona alcuni degli ultimi Consoli italiani come Palcido Vigo prima e Michel Pala poi. Si attende la visita della nuova Console da poco arrivata in Uruguay. Nel frattempo a titolo puramente volontario , “per amore dell’Italia”, fa da punto di riferimento per gli italiani della zona (una decina quelli nati nel Belpaese, circa 80 le famiglie iscritte al Circolo italiano locale) la signora Martinez Ambrosini, professoressa e segretaria che con internet e con un po’ di lavoro riesce a accorciare le distanze tra la campagna e la cittá. La signora, che parla perfettamente italiano ed e’ discendete di una famiglia di Varese da domani, sabato due febbraio, lancera’nello spazio virtuale anche la trasmissione radiofonica “Italia en Armonia” che da 16 anni conduce sulla stazione Armonia FM (www.radiotacuarembo.com). E’ la sua attivita’ di conduttrice radiofonica a farne un punto di rifermento per la collettivita’ locale. La trasmissione, che ha anche vinto un premio per il giornalismo, dura un ‘ora ed e’ un appuntamento fisso del sabato mattina per la stazione FM Armonia.
Un’ora di musica italiana, della tradizione e delle nuove generazioni – “perche’ voglio accontentare gli ascoltatori che hanno gusti ed esigenze diverse”- pescata dalla discoteca personale, -“oggi e’ piu’ facile con internet”- e di informazioni sull’ e dall’Italia. Anche di quelle di servizio sulle leggi, le normative , i regolamenti e tutto quanto puo’ essere utili a chi debba rivolgersi agli uffici consolari. Insomma se non un ufficio in modulazione di frequenza, per lo meno una bussola per chi vive in questa parte della profonda campagna uruguayana. “Ricordo una signora che viveva in una fattoria molto isolata della zona”, racconta, “ e che un giorno si e’ presentata in radio. Voleva a tutti i costi parlare con me prima di andare a Montevideo per richiedere il riconoscimento della cittadinanza. Aveva bisogno di capire come funziona e voleva assolutamente che l’aiutassi. Mi ha aftto molto piacere anche se ho dovute spiegarle che io non ho nessun titolo ufficiale per potermi sostituire ai servizi istituzionali”. Lo stesso Console Pala nella sua visita al dipartimento dettentrionale uruguayano aveva lasciato in casa Martinez Ambrosini un pacco di documenti e moduli che potessero orientare gli utenti. Le fotocopie continua a girare oggi e ad essere distribuite a chi ne ha bisogno. Altre informazioni passano attraverso l’etere in quei 60, minuti di “Italia en Armonia” che presto saranno on line. Ci sono, tra un brano e l’altro notizie di servizio, di commento all’attualita’ italiana, o anche solo di cultura e costume che aiutano a tenere vivo il legame tra gli italodiscendenti ed il nostro paese. “Ci penso tutta la settimana e nei ritagli di tempo mi preparo la trasmissione. Quando non posso esserci si manda musica italiana,. Non si puo’ fare diversamente perche’ tutti sanno che quello e’ lo spazio italiano ed un punto di riferimento importante”, racconta la Martinez.
Tacurembo’ ha quindi una sua identita’ italiana ben precisa che nella professoressa ha un suo aspetto piu’ visibile, ma si traduce per ogni componente , magari meno esposto meno attivo, in un legame comunque profondo e perseguito con forza con l’Italia e l’italianita’. La storia di questo legame che dalle campagne dell’Uruguya centro settentrionale arrivano alla penisola del mediterraneo e’ curiosa. Tacuarembo’ ha 51.224 abitanti censiti nel 2004, una vocazione per l’agricoltura e l’allevamento che si sta volgendo alla forestazione e all’ecoturismo. Secondo alcuni studi storici avrebbe dato i natali a Carlos Gardel, l’icona nazionale del tango e della rivincita con l’Argentina ( che invece lo dichiara come proprio). Gradel a sua volta non sarebbe francese di origine, o perlomeno non solo, ma italiano. Il nonno materno era Giovanni Battista Oliva, uno dei fondatori del circolo italiano locale alla fine dell’Ottocento, nonche’ primo Console Onorario d’Italia in loco. Il Circolo ha quindi nobili natali e cerca di supplire come puo’ alla mancaza di contatto con la capitale. Montevideo invece e’ a 400 kilometri di distanza, ma sembrano di piu’ visti dall’interno del paese. Gli anziani sono piuttosto demoralizzati, le generazioni di mezzo come quella della Martinez, che insegna italiano con il CASIU nei licei della provincia, cercano di tenere in piedi la loro doppia identita’ culturale tra l’Italia e l’Uruguay e di trasferirne qualcosa ai figli. I figli a volte recepiscono, a volte no. Un esempio positivo e concreto e’ quello delle borse di studio. Considerate da molti come un’occasione sprecata per le nuove generazioni di vivere un’esperienza formativa, imparare e intraprendere una strada professionale vincente, le borse di studio italiane sono una delle cose piu’ ambite tra gli italodiscendenti under 30. Eppure molte rimangono senza assignatario.
Poi c’e’ l’eccezione E’ il caso di Gianfranco Martinez, figlio di Marta, che proprio da Tacuarembo, e ancora con internet e’ riuscito ad aggirare l’ostacolo e a creare un legame diretto con l’Universita’ Cattolica di Milano, prima solo per se’ poi per altri ragazzi uruguayani della provincia. Gianfranco voleva frequentare il master dell’ateneo milanese in Economia e Finanze. Li ha contattati, ha parlato con l’ufficio dell’area internazionale, ha sostenuto la selezione e l’ha vinta. Poi ha scoperto cosa sono i prezzi degli affitti a Milano e si e’ rifatto sotto per chiedere un sussidio per l’alloggio e per il vitto. Lo ha ottenuto ed e’ partito. Insomma, non e’ stato ad aspettare che il telefono squillasse con una telefonata interurbana dalla capitale. Anche perche’ probabilmente non avrebbe mai squillato. “L’esperienza che ha fatto in Italia mio figlio e’ stata straordinariamente fruttuosa. Per lui perche’ ha imparato molte cose”, racconta Marta, “si e’ legato ancora di piu’ al `paese di origine della nostra famiglia e al suo ritorno ha trovato un buon posto di lavoro. Ma anche per gli altri”. Lo scorso anno, dopo aver firmato un protocollo tra il Circolo Italiano e l’Universita’ la Cattolica, sono state distribuite, lontano da Montevideo, altre tre borse di studio per altrettanti master a laureati con passaporto italiano: uno in Economia e Finanze, uno nell’Alta Scuola Internazionale, ed uno in Enologia. “Coinvolgere i ragazzi non e’ facile. Abbiamo cominciato a parlarne alla radio, nelle televisioni locali e a fare passaparola per spiegare quale meravigliosa occasione fosse”. Nel 2006-2007 le borse di studio offerte per Uruguay ed Argentina erano 15 divise per aree disciplinari. Quest’anno il rinnovo del progetto e’ in forse. I tagli, la crisi di governo a Roma, il cambio della guardia negli uffici internazionali della Cattolica rendono incerta la possibilita’ di mandare ancora dei ragazzi a Milano. Ma da Tacuarembo’, come da altre province si continua a lavorare. Qualcuno ogni tanto viene a Montevideo e raccoglie informazioni, cerca di ottenere aggiornamenti da riportare in campagna. Notizie da diffondere sulla stampa locale, ai microfoni, con il tam tam, sulla rete. E se Montevideo non puo’ andare a Tacuarembo’, dicono dalla provincia, che almeno vada su internet. Da domani potrebbe sapere qualcosa di piu’ sulle comunita’ italiane dell’entroterra.

 

 

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