4313 Recessione Usa, la crisi si estende In Europa crollano le Borse.

20080205 22:58:00 redazione-IT

Istat: inflazione ai massimi del 2001

Un’altra doccia fredda sull’economia americana che sembra scivolare inesorabilmente in recessione. Negli Usa è crollato anche uno dei settori più dinamici, quello dei servizi, che ha sempre fatto da traino alla crescita e che da solo vale il 90% dell’economia americana. A gennaio, l’indice Ism servizi, è precipitato a 41,9 da 54,4 del mese prima, ai minimi dall’ottobre del 2001, vale a dire a un mese dall’attacco terroristico alle Torri Gemelle che segnò l’ultima fase recessiva vissuta dall’economia americana.

Un crollo dovuto all’impatto della crisi immobiliare e del raffreddamento dei consumi e per gli economisti è il segno che la recessione è davvero arrivata, secondo molti analisti economici americani.

Sulla scia di questi pessimi dati, le piazze finanziarie europee hanno vissuto una giornata di fortissimi ribassi, con 241 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati alla fine della seduta. E Wall Street anche peggio: il Dow Jones scede in serata del 2,3% e il Nasdaq arretra del 2,2%. È indicativo che dei 30 maggiori titoli riuniti nell’indice Dow Jones, 29 hanno il segno meno, dai petroliferi Exxon ai bancari Citigroup, e l’unico col segno più McDonald’s – in rialzo dello 0,76% – cioè cibo spazzatura a poco prezzo.

La Borsa non si fida più della finanza, guarda ai fondamentali. A niente sembra essere servito il recente doppio taglio dei tassi Usa da parte della Federal Reserve dal 4,15% al 3%. E neanche l’annuncio un terzo possibile intervento a breve. Ciò rafforza la previsione, in vista della riunione del board dell’Eurotower in programma giovedì a Francoforte, che i tassi europei non saranno toccati ancora una volta. Un taglio dei tassi dell’Eurozona – attualmente al 4% come riferimento -,anche dai più ottimisti, non è atteso prima del secondo trimestre dell’anno.

Segno dei tempi, e del declino del "primo mondo": la nomina fresca di ore del primo economista cinese alla testa degli esperti della Banca Mondiale. Si chiama Lin Yifu, 56 anni, professore di economia alla prestigiosa Università di Pechino e fondatore del Centro Cinese per la Ricerca Economica. Succede al francese Franois Bourguignon nel ruolo di Chief Economist della banca, il primo proveniente dall’ex «paese in via di sviluppo», oggi vera locomotiva dell’economia globalizzata.

www.unita.it

 

 

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