4340 L’ON. FEDI (PD) PRONTO A RICANDIDARSI PERCHÉ IN AUSTRALIA NON C’È ALCUN PERICOLO: SI VOTERÀ

20080209 19:58:00 redazione-IT

ROMA – Se, dopo l’allarme Canada, qualcuno ha pensato che il rischio di una mancata partecipazione al voto del 13 aprile potesse allargarsi anche all’Australia, può stare tranquillo. Gli italiani in Australia voteranno e potranno essere eletti, così come è accaduto nel 2006. A confermarlo è Marco Fedi, che proprio nella ripartizione della circoscrizione Estero di cui fa parte l’Australia fu eletto quando, poco meno di due anni fa, per la prima volta i connazionali all’estero scelsero i proprio diretti rappresentanti al parlamento italiano.

Durante questi due anni "il governo australiano non ha mai manifestato la volontà di voler tornare indietro sui suoi passi" e dunque non c’è alcun pericolo, assicura l’on. Fedi all’Aise. "Non so bene quale genio incompreso", aggiunge, "faccia circolare queste preoccupazioni" – va detto che nell’ambiente nessuno ha scritto nulla al riguardo, ma alcune voci hanno iniziato a far capolino –, ma nel caso "dovrebbe valutare meglio le condizioni oggettive". E Fedi si spiega subito: "quello che noi sappiamo è che in occasione del rinnovo dei Comites del 2004 per la prima volta anche in Australia si è potuto votare eleggendo direttamente i Comitati degli Italiani all’Estero. Da quel momento in poi abbiamo votato per i referendum, abbiamo votato per le elezioni politiche del 2006 e ci apprestiamo ora a votare nuovamente in questa prossima tornata elettorale". Dunque, chiarisce una volta per tutte, "non c’è assolutamente nulla sotto il sole". In Australia si voterà.
Il punto piuttosto è che, come tutti sanno, in occasione delle elezioni il governo italiano deve stipulare degli accordi bilaterali con gli Stati esteri. Si tratta di accordi che possiamo definire tecnici e che non hanno una validità indeterminata, bensì vanno rinnovati di volta in volta, in occasione di ogni singola consultazione. E questo perché, come ci spiega Marco Fedi, tali intese devono "garantire l’esercizio pieno dei diritti sanciti dalla Costituzione per i cittadini italiani che vivono all’estero", ma nel "totale rispetto delle leggi dei Paesi esteri", specie se si pensa alle campagne elettorali. "È per questa ragione che si stipulato le intese" ed "è un "procedimento formale" sul quale, continua il deputato eletto all’estero, lo Stato italiano "riscontrerà le posizioni oggettive dei vari Paesi". Così, "avremo le posizioni ostili al voto politico – peraltro ampiamente espresse negli anni – da parte delle autorità canadesi e, fino a prova contraria, il totale assenso da parte delle autorità australiane".
Naturalmente l’on. Fedi attende "fiducioso" la conferma da parte di tutti i Paesi, ma, riferendosi al caso canadese, ammette che "sarebbe un gran peccato se non si potesse dar seguito al diritto di voto in modo pieno, sia con l’elettorato attivo sia con l’elettorato passivo, anche in Canada". Le valutazioni politiche su questa specifica realtà restano comunque ad appannaggio dell’Ambasciatore e dei nostri connazionali in Canada.
Quanto all’Australia, non solo il voto ci sarà, ma l’on. Marco Fedi già annuncia la sua volontà di ricandidarsi. "Personalmente ho dato la mia disponibilità. Anche perché", osserva, "è evidente che questa del Partito Democratico, che ha scelto di andar da solo sia in Italia sia all’estero, è una grande sfida e quindi l’impegno sarà doppio: ci verrà richiesto di essere presenti sul territorio, di portare tra le comunità il messaggio politico di innovazione" che porta con sé il Pd "e di cominciare a lavorare anche su una proposta programmatica". Tutto questo però, precisa Fedi, avverrà solo "una volta che avremo definito le liste dei candidati"
"In questo momento il Partito Democratico ha avviato quella fase di consultazione che tutti i partiti, le forze politiche e le coalizioni stanno svolgendo per giungere a definire nel più breve tempo possibile" – Fedi auspica entro il 16 febbraio, data in cui si svolgerà l’assemblea congressuale del Pd – "già tutte le liste dei candidati". Allora e solo allora partirà la campagna elettorale, anche nella circoscrizione estero.
"Io", ribadisce Fedi, "ho dato la mia disponibilità per una mia nuova candidatura nella ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide e sono quindi a disposizione del Pd. È evidente che se dico di essere a disposizione, ciò vuol dire che c’è una mia volontà di ricandidarmi". Una volontà che secondo Marco Fedi rispecchia "l’atteggiamento di tutti i colleghi parlamentari eletti all’estero nelle file dei Ds e della Margherita, che costituiscono l’ossatura del Pd".
Quanto ai restanti partiti della vecchia Unione, Fedi, in linea con quanto dichiarato dal leader del Pd Veltroni, non esclude la possibilità che "in alcune realtà si riesca a realizzare accordi di carattere programmatico, ma queste valutazioni", conclude, "le faremo solo nei prossimi giorni". (raffaella aronicaaise/Eminotizie)

 

 

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