4330 Terremoto Cdl: lista unica Fi-An, Lega e Udc alleate

20080208 16:22:00 redazione-IT

Alla fine la conferma è arrivata. La voce correva da giorni, ma Silvio Berlusconi non si era ancora definitivamente esposto. Ora, salvo ripensamenti dell’ultim’ora, la versione ufficiale c’è: Forza Italia si presenterà alle elezioni in una lista unica con Alleanza Nazionale. Via i simboli dei rispettivi partiti, e la promessa che «dopo il voto ci sarà un gruppo parlamentare unico». Tutto ufficializzato venerdì, quando Silvio Berlusconi incontra Gianfranco Fini a palazzo Grazioli. E vede pure il leader della Lega, Umberto Bossi, con il quale decide per la strada della «federazione» con il Popolo delle Libertà. Berlusconi, dunque, scarica Casini e compagni, anche se continua a ribadire che il partito «sarà aperto» a tutti coloro che vorranno aderire, «spero anche l’Udc».

Spera nell’Udc anche Gianfranco Fini che invita Casini a partecipare alla nascita di questo «nuovo grande soggetto politico ispirato ai valori del Ppe», a scrivere insieme «questa importante pagina della storia della politica italiana».

Ma giovedì il segretario Cesa lo aveva detto chiaro e tondo: «Abbiamo il massimo rispetto per le scelte di Fi e An, così come degli altri partiti di opposizione. Se riterranno più opportuno andare da soli alle elezioni, certamente anche l’Udc correrà da sola, rivolgendosi al popolo dei moderati». E infatti, dopo aver appreso la notizia, torna a spiegare che «l’Udc intende rimanere nel centrodestra con una sua autonomia. Niente lista unica del Pdl ma uno schema che prevede il collegamento elettorale e di programma, così come farà la Lega Nord».

Insomma, nella lista unica insieme a Forza Italia e a An potrebbero entrare solo i piccoli partiti della Cdl. Giovedì Berlusconi ha cominciato le sue personalissime consultazioni. Primo a varcare la soglia di Palazzo Grazioli, l’ex ministro del governo Prodi Clemente Mastella. Il Cavaliere gli avrebbe già garantito otto posti in lista, in cambio della rinuncia al simbolo dell’Udeur, che sarebbe un po’ indigesto perfino agli elettori di centrodestra. Altri sei posti già piazzati anche per la Dc di Rotondi. L’arca di Noé, come l’ha chiamata, Maroni, sta per salpare.

Ma è già baruffa con Storace, che non vuole rinunciare al simbolo, a meno che non lo facciano tutti. «È evidente – spiega Storace – che se Forza Italia e Alleanza Nazionale vogliono unirsi in una lista, alla quale non aderiscono né la Lega né l’Udc, sono liberi di farlo, secondo i progetti che intendono perseguire. Se l’alleanza corre con un simbolo unico, è un conto, ma se i simboli – aggiunge – anziché quattro o venti, sono tre o sono due, non c’è alcun motivo perché non ci sia La Destra».

Ma se la Lega è federata e l’Udc vuole avere la stessa posizione, i simboli non spariranno. E ci sono pure i dubbi dei lumbard: «Non è che diciamo di no a loro – dice Roberto Castelli parlando di Storace, Mastella, Rotondi – ma c’è la rivolta dei cittadini che vogliono un quadro chiaro. Bisogna valutare molto attentamente cosa fare».

Si prevede un «terremoto», come lo chiama il vicesegretario del Pd Dario Franceschini: «La conseguenza di una scelta coraggiosa e innovativa del Pd in cui molti pochi credevano».

www.unita.it

 

 

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