4337 URUGUAY: Per il Consolato di Montevideo dovranno votare in 69.952

20080209 21:24:00 redazione-IT

Negli elenchi di Roma invece gli aventi diritto sono 51mila

Montevideo – Conto alla rovescia per il voto all’estero in tutti i Consolati italiani del mondo. Doppio, triplo lavoro per quelle sedi che contano maggiori iscritti e quindi maggiori votanti. Montevideo che e’ l’unico Consolato dell’Uruguay sta preparandosi – scrive Federica Manzitti dalla redazione uruguayana di Gente d’Italia quotidiano delle americhe diretto da Mimmo Porpiglia
Tutte le richieste di ferie del personale sarebbero state sospese o ritirate, mentre, in attesa delle comunicazioni da Roma, si stanno preallertando tutti i soggetti che saranno coinvolti dalle elezioni.

I compiti dei Consolati infatti vanno dalla stampa dei manifesti elettorali, all’informazione ai cittadini, alle schede che vanno stampate attenendosi rigorosamente alle indicazioni italiana non solo per il formato ed i caratteri ma anche per le tonalità dei colori, spedite entro i termini, ricevute in ritorno al Consolato, stoccate per poter viaggiare verso Roma per lo scrutinio. Tanti dettagli che significano anche tempo, denaro, fatica e responsabilita’ perche’ il diritto sia tale e sia uguale per tutti.
Lo start vero è proprio arriverà da Roma con l’elenco ufficiale degli elettori in base al quale poi si potranno accogliere le firme dei candidati e far quindi partire la macchina elettorale vera e propria. Dovrebbe arrivare intorno al 20 febbraio, che sembra essere l’ultima data utile per consentire per tempo le operazioni. Secondo la legge, che ad aprile sara’ applicata una seconda volta per delle elezioni politiche, si puo’ votare per corrispondenza ricevendo dagli uffici consolari 18 giorni prima delle elezioni il cosiddetto plico: certificato elettorale, le schede elettorali una per la Camera, una per il Senato, le liste dei candidati nella ripartizione geografica d’appartenenza, un foglio di istruzioni, una busta preaffrancata indirizzata al Consolato. Gli elettori che a 14 giorni dal voto non abbiano ricevuto il plico elettorale possono farne richiesta all’Ufficio consolare. Questo succede quando l’indirizzo reale e quello inserito negli archivi non corrispondono e quando l’italiano residente all’estero non compare negli elenchi degli elettori inviati dall’Italia. Quest’ultimo e’ il caso dell’annoso problema dell’allineamento delle anagrafi che sino ad oggi non e’ stato risolto. Prendiamo l’esempio di Montevideo.
Secondo una prima stima, aggiornata al 5 febbraio scorso, 84.711 persone sono iscritte al Consolato in Uruguay, 69.766 sono oggi maggiorenni, 69.952 lo saranno al primo aprile. Da Roma starebbe arrivando un elenco di circa 51.000 italiani residenti in Uruguay aventi diritto al voto.
Resterebbero fuori circa 20.000 persone.
Secondo altre previsioni lo scarto, “fisologico” tra i dati di Roma e quelli di Montevideo, nel caso specifico, sara’ del 10 percento, quindi resterebbero fuori “solo” 6-7 mila persone. 20 o 7 mila che siano si dovra’ ricorrere all’elenco aggiunto con la comunicazione nelle ultime ore ai Comuni di iscrizione in Italia per la richiesta dell’ottenimento in extremis del nulla osta per il diritto di voto. Un giro di verifiche tra gli elenchi, nome per nome, di invio di fax e di mail ai diversi comuni italiani, di attese per le risposte, di sollecitazioni e in caso di lieto fine, di esercizio di voto. Sudatissimo.
Ma di chi e’ la responsabilita’ degli scarti che rendono, se possibile, molto piu’ caotiche le elezioni ed incerto un diritto fondamentale della vita democratica? Dei Consolati? Della Farnesina? Delle Anagrafi? Dei Comuni? Dalla sede di Jorge Canning alzano le mani. Si dice che qui il 100 percento degli atti di nascita siano stati comunicati per tempo, che il 98 percento delle iscrizioni abbia avuto lo stesso trattamento e l’89 percento dei certificati di cittadinanza sarebbero a disposizione dei loro leggittimi intestatari. Sara’ cosi’ e forse c’e’ tempo tra qui ed aprile per risolvere la situazione di quei circa 2000 cittadini che ancora non hanno il certificato, ma l’apertura degli elenchi aggiuntivi non e’ in discussione, come non ci sono dubbi che gli scarti torneranno a riproporsi anche quest’anno. Sarebbero i Comuni a recepire lentamente le variazioni e gli aggiornamenti in arrivo dalle varie sedi consolari. Come sia , oggi a poco piu’ di due mesi dal voto non c’e’ tempo per stabilire chi e’ in ritardo. Oggi bisogna muoversi in fretta.
All’ultima consultazione in Uruguay su 47.544 aventi diritto ha votato il 34,15 percento, mentre alle politiche 29.480 persone hanno espresso la loro preferenza raggiungendo il 63,5 % degli elettori.
La macchina quindi e’ complessa anche per un consolato di un paese piccolo come questo dove per altro la notizia delle elezioni anticipate e’ giunta in pieno periodo estivo prendendo alla sprovvista uffici pubblici e forze politiche. La corsa contro il tempo sarebbe inoltre rallentata dalla mancanza di fondi per i “digitatori”. Sono quei collaboratori a progetto reclutati tra la forza lavoro locale che firmano un contratto con il Consolato per l’inserimento e l’aggiornamento dei dati anagrafici negli archivi telematici. Sono preziosissmi perche’ possono evitare una altrettanto dispendiosa perdita di tempo. Scendendo nei particolari quando, ad esempio, l’indirizzo di residenza dell’elettore non coincide con quello reale. Se il digitatore non ha inserito il nuovo indirizzo la busta parte e dopo 4 giorni non arriva. Non vedendola il cittadino chiama o va al Consolato dove dovra’ essere ricevuto dal personale dedicato esclusivamente a questo ( l’erogazione dei servizi ordinari sara’ sospesa per una settimana circa a ridosso dell’operazioni di voto), alla verifica della sua presenza negli elenchi, e alla nuova consegna della busta una volta che questa sia tornata indietro. Perche’ ovviamente non ci possono essere due buste per lo stesso cittadino. Anche se sembra che altrove qualche caso si sia verificato scatenando le polemiche sulla validita’ del voto all’estero.
Il digitatore quindi e’ essenziale, ma a Montevideo e’ part-time perche’ i fondi per il pagamento degli stipendi (sono 6 i contrattisti), stanno finendo e quelli nuovi non arriveranno prima di maggio-giugno ad elezioni concluse, mentre gli stanziamenti straordinari non sono stati per ora nemmeno menzionati. Anzi, alla Farnersina mancherebbe sino ad oggi l’ufficio per il voto che sarebbe poi il fondamentale referente per tutte le sedi consolari nel mondo. Altra grande incognita che Montevideo condivide con gli altri , quella dello stanziamento generale per le elezioni. La voce, per ovvie ragioni non era in Finanziaria, eppure si dovranno recuperare circa 20 milioni di euro se ogni elettore tra stampa, spedizione ed annessi costa circa 5 euro come si stima che costi.
E come se le incognite non bastassero ci si mette anche l’Alitalia. Nelle scorse elezioni il Consolato di Montevideo aveva inviato le casse con le schede a Buenos Aires con un volo di linea. 7 quintali di voti , chiusi in circa 80 scatole industriali. A Buenos Aires li aspettatva un volo della ex compagnia di bandiera che sommando quelli uruguayani agli altri della regione li ha portati a Roma. A bordo c’era anche una persona addetta al controllo, vista la delicatezza del carico. Ad aprile su quale volo saliranno le schede degli elettori in Sud America? E quanto costera’ allo Stato?
Mancano 64 giorni alla’apertura delle urne in Italia, qualcosa in meno per il voto all’estero. La macchina si sta mettendo in moto, ma naviga a vista. Queste saranno le prime elezioni anticipate all’estero. Un bel banco di prova per i nostri Consolati.

 

 

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