4327 Pd-Sinistra, divisi ma in accordo. Convergenze solo a livello locale

20080208 12:20:00 redazione-IT

Franceschini: separazione consensuale

Era l’ultimo tentativo per trovare un accordo programmatico tra Pd e Sinistra-arcobaleno. Franco Giordano, Fabio Mussi, Oliviero Diliberto e Alfonso Pecoraro Scanio hanno incontrato Walter Veltroni al loft di piazza Sant’Anastasia, sede del Pd. Ma dopo un’ora di colloqui, le posizioni restano quelle precedenti: ognuno andrà da sé alle elezioni.
Il primo a parlare al termine del vertice è Oliviero Diliberto, segretario del Pdci: «Ci saranno due formazioni – ha ribadito – la Sinistra Arcobaleno e il Pd». Resta l’impegno ad avere «un confronto leale», così come si lavorerà per trovare «convergenze programmatiche» a livello locale.

Ma per quanto riguarda il governo nazionale, non cambia nulla.
«Non ci sono state le condizioni per fare un accordo», nemmeno per il segretario di Sinistra democratica Fabio Mussi, poiché il Pd aveva «già preso una decisione definitiva e perentoria». E comunque afferma che «per il futuro non rinunciamo alla prospettiva di un governo di centrosinistra senza ipotesi centriste o di larghe intese».

Sembra un po’ più deluso il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio: «Abbiamo lavorato fino in fondo per ricostruire le ragioni di una forte alternativa a Berlusconi e per non consentire la vittoria alle destre. Prendiamo atto della decisione del Pd – conclude – e la Sinistra andrà con un unico simbolo che ha i caratteri della bandiera della pace».

Ma il segretario di Rifondazione Franco Giordano chiarisce con toni pacati che non ci sarà alcuna rissa elettorale a sinistra. «Dobbiamo evitare elementi distruttivi e mettere in evidenza le opzioni politiche diverse. Noi diciamo no alle larghe intese e ribadiamo che chi vuole un voto di sinistra non può votare che la Sinistra arcobaleno». E quanto alle amministrative poi, i patti locali sono ritenuti essenziali. «La scelta è quella di evitare la vittoria delle destre – spiega Giordano -. Ci sono in ballo città importanti evitiamo di consegnargliele. È sempre stato così anche ai tempi del Pci e del Psi e cioè si evitava di avvantaggiare l’altro schieramento».

Insomma, per usare le parole di Dario Franceschini si tratta non di un divorzio «ma di una separazione consensuale».«Abbiamo constatato le coalizioni così come sono state in questi anni non funzionano. La nostra scelta, quella di andare da soli, è stata fatta per offrire una opportunità di cambiamento agli italiani -ha spiegato il vicesegretario del Pd- Noi faremo una campagna elettorale libera sui contenuti, poche cose chiare che vogliamo proporre al paese senza condizionamenti. Parleremo anche agli elettori che hanno votato centrodestra e che sono stanchi di liti e frammentazioni».

 

 

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