4380 L’OIM PRESENTA UNO STUDIO SUL RAPPORTO TRA MUTAMENTI CLIMATICI E MIGRAZIONE

20080216 13:09:00 redazione-IT

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni ha presentato un rapporto sull’impatto dei mutamenti climatici sulla migrazione e sullo Sviluppo. Il rapporto – "Migrazione e Mutamenti climatici" – fa parte della collana di ricerca "Migration Research Series" e traccia i possibili scenari relativi al rapporto tra i mutamenti climatici, disastri naturali e migrazione e sviluppo.
Elaborato col fine di avviare un lavoro di sensibilizzazione sull’argomento e di trovare soluzioni per le sfide che si presenteranno in futuro, il rapporto dimostra che allo stato attuale le conseguenze dei mutamenti climatici per le popolazioni del mondo non sono ancora chiare e prevedibili.

Nel 1990, il Gruppo di Esperti Intergovernativi sui Mutamenti Climatici (IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change), affermò che il principale impatto dei cambiamenti del clima avrebbe interessato il fenomeno delle migrazioni, con milioni di persone costrette a spostarsi a causa dell’erosione delle coste, delle inondazioni e dell’abbandono dell’agricoltura. Da allora vari analisti hanno cercato di quantificare numericamente questi possibili flussi e la maggior parte degli specialisti concordano con il fatto che nel 2050 i "migranti da clima" potrebbero essere 200 milioni.
Lo Studio sottolinea come le fondamenta scientifiche dei mutamenti climatici siano sempre più affidabili, e conferma che le attuali previsioni sulla "sostenibilità delle popolazioni" in molte parti del mondo saranno compromesse dai cambiamenti del clima.
L’impatto meteorologico dei mutamenti climatici causerà movimenti di popolazione tali da rendere invivibili alcune zone del mondo, renderà minimi i rifornimenti di acqua e cibo e porterà a una maggiore frequenza ed intensità di inondazioni e tempeste. A rendere ancora più vulnerabili le persone si aggiungeranno inoltre anche elementi non legati al clima, quali le politiche governative, la crescita della popolazione e la resistenza delle comunità ai disastri naturali.
Il rapporto presenta tre possibili scenari, basati su differenti previsioni. Si va dallo scenario migliore, nel quale a una rilevante diminuzione di emissioni si potrebbe affiancare una sorta di "Piano Marshall", allo scenario più negativo, in cui nulla cambierà e le previsioni sull’enorme numero di migrazioni non solo saranno confermate, ma saranno addirittura superate.
Allo stesso tempo, lo studio nota come i mutamenti climatici e le migrazioni forzate ostacolino lo Sviluppo in almeno 4 modi: aumentando la pressione su infrastrutture e servizi urbani, mettendo a repentaglio la crescita economica, aumentando il rischio di conflitti, e causando un peggioramento del grado di scolarizzazione, del livello di integrazione sociale e dello stato di salute degli stessi migranti.
Secondo lo studio, la dimensione del problema è stata fin qui ignorata a livello collettivo. I "migranti climatici" non sono mai stati contemplati nelle politiche internazionali relative ai rifugiati e immigrati e vi è al momento una forte resistenza nell’accettare l’idea che la definizione di rifugiato possa comprendere anche il "rifugiato climatico".
La ricerca si conclude con l’auspicio che il problema venga riconosciuto e studiato nelle sue reali dimensioni e che si dimostri, a livello internazionale, la volontà di volerlo bloccare in tempo attraverso la definizione di raccomandazioni "chiave". La versione integrale del rapporto è disponibile anche on line all’indirizzo www.iom.int.

www.iom.int

 

 

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