4442 IMMIGRAZIONE: Seconda Conferenza della Cgil di Roma e Lazio

20080225 12:53:00 redazione-IT

Seconda Conferenza della Cgil di Roma e Lazio, per fare il punto su impegno per l’integrazione dei cittadini migranti nel contesto regionale
Mentre la Regione Lazio si appresta a varare la nuova legge sull’immigrazione, il ministro Ferrero ammonisce: “Il lavoro fin qui svolto non vada perduto. Occorre la regolarizzazione per gli immigrati che hanno un posto di lavoro”

ROMA – Un impegno per divenire sempre più da organizzazione di tutela dei diritti per gli immigrati a organizzazione che comprende al suo interno la realtà immigratoria stessa quello rinnovato oggi alla seconda Conferenza dell’immigrazione della Cgil Roma e Lazio, presso la sala “Alberto Fredda”di via Buonarroti a Roma.

Un appuntamento per fare il punto delle tappe di un dialogo che la Cgil ha in corso da tempo con la realtà migratoria della regione, mezzo indispensabile per il rispetto dei diritti di tutti cittadini, italiani e non, a 60 anni dalla nascita della Costituzione italiana e dalla Dichiarazione universale dei diritti umani.

“La qualità dello sviluppo della regione – ha sottolineato Walter Schiavella, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, aprendo i lavori – è direttamente connessa alla qualità del lavoro e al riconoscimento della dignità di tutti coloro che risiedono nel nostro territorio. La nostra attività di sindacato – egli ha aggiunto – consiste nella capacità di saper trasformare questo spazio di partecipazione in azione politica volta a dare risposta alle istanze che qui emergono, che riguardano i diritti, la dignità e il lavoro, di saperle inserire nelle questioni per cui ci battiamo, senza che perdano la propria specificità”.

Alfredo Zolla, del dipartimento Politiche dell’Immigrazione della Cgil, ha quindi esposto in una relazione il quadro degli problematiche che coinvolgono i migranti nel Lazio, ricordando come già nel corso della prima conferenza sull’immigrazione fosse emersa la consapevolezza della natura strutturale del fenomeno migratorio. “La nostra società – egli ha detto – è già soggetta a un profondo cambiamento ed è già divenuta multiculturale, con un percorso che ha generato complessivamente sia ricchezza che contraddizioni”. Ed è proprio per governare questi cambiamenti che la Cgil riconosce l’importanza del dialogo e si impegna con le sue attività a fare in modo che questo divenga davvero un percorso di integrazione e non di assimilazione.

“Sono 330.000 gli immigrati residenti nella regione Lazio al 1 gennaio 2007, forse 500.000 secondo le stime della Caritas che cercando di decifrare anche i numeri di una realtà spesso sommersa e irregolare – ha detto Zolla – e se non ci saranno investimenti di risorse e di energie nel senso di un’accoglienza più rispettosa delle differenze e della dignità degli individui, i nodi presto verranno al pettine”. Zolla ha ricordato i disagi nelle strutture scolastiche, specie quelle delle periferie e dell’hinterland, che spesso accolgono senza una reale preparazione i bambini figli di immigrati, i processi contradditori che l’allargamento dell’Unione Europea a 25 Stati ha fatto prepotentemente emergere, il grande numero di rom che risiedono nella capitale, che richiede con sempre più urgenza un monitoraggio delle loro condizioni sanitarie e psicofisiche. “Occorre – ha aggiunto – una normativa in grado di regolamentare il fenomeno della coabitazione e occorre gestire meglio il problema della sicurezza sociale, che non può continuare a generare allarme. L’insicurezza è legata all’immigrazione tumultuosa che si è avuta in seguito delle vicende sociali, economiche e politiche degli ultimi anni e all’ingresso di immigrati che non hanno progetti stabili. Su questi ultimi possiamo intervenire coinvolgendo le associazioni umanitarie che operano all’estero, invitandole a ridimensionare le aspettative che si possono nutrire relativamente ad un ingresso spesso clandestino nel nostro Paese”.

La Regione Lazio ha accolto l’impegno a favore dei migranti con il varo della nuova legge regionale sull’immigrazione (v. Inform n. 16 http://www.mclink.it/com/inform/art/08n01621.htm ) , la cui approvazione definitiva è prevista proprio in queste settimane. A confermare l’impegno delle istituzioni regionali è stata Anna Pizzo, consigliere regionale e coordinatrice del tavolo di studio sul fenomeno della migrazione della Regione Lazio. “Mi preme ricordare come il percorso che ha portato alla stesura del testo di legge – ha detto Pizzo – sia stato assolutamente partecipato. Invitiamo ancora le realtà locali a interagire con noi per arrivare al congedo di questa normativa che avevamo previsto all’interno del progetto di legge nazionale Ferrero –Amato, a cui la crisi di governo ha impedito l’avanzamento, con nostro grande rammarico”.

E’ intervenuta, nel corso della mattina anche Raffaela Milano, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Roma, ribadendo la necessità che gli interventi rivolti alle migrazioni non vengano inquadrati solo nell’ambito di proposte assistenziali, ma di opportunità di sviluppo e crescita per la realtà locale.

Infine, il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, si è detto preoccupato per l’eventualità che le speranze nutrite dagli immigrati rispetto all’operato del governo Prodi vengano deluse. “Quello che dobbiamo seriamente chiederci – ha detto il ministro – è come possiamo fare in modo che tutto il lavoro che abbiamo svolto, specie per la redazione del progetto di legge che potesse finalmente sostituire la Bossi-Fini, non vada perduto. Io penso che sia necessario che questo governo Prodi approvi un decreto legge, simile a quello del governo Berlusconi del 2002, che consenta la regolarizzazione di quegli immigrati che fanno già parte della forza lavoro italiana, da parte dei datori di lavoro”. Ferrero ha ricordato come la Spagna abbia già attuato un’iniziativa simile e come la stessa Francia di Sarkozy si stia apprestando ad un analogo progetto. “Un decreto – ha aggiunto Ferrero – che non violerebbe le normative europee, che consentono regolarizzazioni specifiche, e che verrebbe in soccorso anche ai cittadini del Bangladesh, che stanno richiedendo aiuto per motivi umanitari”.

“Occorre però – ha concluso il ministro – una mobilitazione su questo fronte, affinché si prenda coscienza che la legge Bossi-Fini non funziona e si continui dunque a discutere di una nuova legge sulla cittadinanza. Una democrazia che esclude tanta parte della forza lavoro che è fatta da immigrati che non hanno la possibilità, stando così le cose, di regolarizzarsi, è un modello di democrazia distorta, che alla lunga nessuno sarà più in grado di poter governare”. (Viviana Pansa-Inform/Emintizie)

http://www.mclink.it/com/inform/art/08n03917.htm

 

 

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