4457 Uruguay: "Gravi irregolarita'" nella gestione dei finanziamenti italiani per apparecchiature mediche

20080227 20:50:00 redazione-IT

Denuncia del settimanale "Voces del frente", scandalo per il progetto di cooperazione

Montevideo (Uruguay) – Con l’inchiesta del settimanale “Voces del Frente” il giornalista Daniel Feldman ha rivelato “gravi irregolarità” nella gara d’appalti per l’acquisto di attrezzature sanitarie.
L’acquisto doveva avvenire grazie a 15 milioni di euro di finanziamento da parte del Ministero degli Esteri italiano.
La vicenda ha avuto inizio il 5 maggio del 2003 ma la sanità uruguayana non ha ancora ricevuto nessun apparecchio per la diagnostica.

La stampa internazionale si sta interessando sempre di più alla vicenda dato che sono coinvolte anche due società italiane di cui sono proprietarie sia banche che finanziarie del nostro Paese.
La gara di appalti, come segnala Antonio Mazzeo nell’articolo “Uruguay: scoppia uno scandalo per il progetto di cooperazione italiana”, prevedeva una fornitura di 11 lotti, 4 di questi però erano vincolati, il che significa strettamente riservati ad aziende italiane. Così spesso accade nelle “donazioni” da paese a paese, anche se è utile aggiungere che in questo caso non si dovrebbe parlare di donazione in quanto si tratta più precisamente di un “indebitamento esterno” secondo il rapporto interno del ministero della Sanità uruguayano del 7 dicembre 2007.

La “Voces del Frente” si addentra nei dettagli dell’operazione e segnala “gravi irregolarità” nell’assegnazione di 3 lotti: il numero 1, 2 e 10. Rispettivamente per ecografi, radiografi e strumenti per la risonanza magnetica, per l’ordine complessivo di 2.790 apparecchiature da dislocare in 268 strutture mediche. Da segnalare che le irregolarità cominciano ancor prima della reale assegnazione, infatti Friedman dice che “il bando era stato pubblicato il mese di ottobre (non il 5 dicembre quando è stata lanciata la gara N.d.R.). Tuttavia le quantità delle apparecchiature da licitare così come le loro caratteristiche tecniche circolavano ampiamente in alcune imprese internazionali da diversi mesi prima. Ciò ha reso possibile che alcune società partecipassero con certi vantaggi, dato che hanno avuto tempi di preparazione maggiori di altre e incluso hanno potuto incidere con cambi nelle specificazioni a loro favore”.

Oggi il quotidiano “La gente d’Italia” con un articolo di Federica Manzitti aggiunge nuovi particolari alla complicata vicenda. Infatti ieri la Ministra della Salute Pubblica María Julia Muñoz ha riferito sulla questione in parlamento e ha ammesso che il processo per l’assegnazione della donazione “è stato troppo lungo” e che comunque è stato il tempo necessario per approfondire i dettagli tecnici dell’operazione. La ministra inoltre chiarisce che non si trattava di una vera e propria donazione ma bensì di si è trattato di “un credito con 17 anni di garanzia con un interesse dello 0,1 percento".

Anche il deputato di centrosinistra Luis Josè Gallo, dalle colonne di "El Pais", si è espresso sulla questione e ha dichiarato che "per l’importanza che questa possibilità ha per il paese abbiamo preso una serie di misure e precauzioni proprio perchè non sorgessero dubbi tra i vari fornitori in gara” ed è “per questo – ha aggiunto – abbiamo proceduto con la massima trasparenza”.
La lentezza del progetto è invece stata attribuita da Gallo agli stop dovuti alle denunce di irregolarità da parte delle società non vincitrici come l’americana General Electric che avrebbe presentato un’istanza contro i risultati della gara.
A questo proposito Federica Manzitti in conclusione dell’articolo scrive:”sulla base delle stesse mozioni anche la Corte dei Conti locale avrebbe dato un parere favorevole al Ministero della Salute sciogliendo quindi, apparentemente,qualsiasi riserva”.
News Italia Press ha contattato l’ambasciata italiana all’estero che, nonostante la situazione sembri tornata alla normalità dopo la denuncia della “Voces del Frente”, si chiude in silenzio stampa.
Stefano Casini, giornalista italiano residente in Uruguay ha chiarito a News ITALIA PRESS: "Ancora non c’è un vero e proprio scandalo, ci sono state lamentele da parte di aziende che hanno partecipato alle gare d’appalto, ed hanno perso, riguardo il modo sospetto in cui si è condotta la gara. Si parla di 15 milioni di euro che però sono stati bloccati prima che venissero spesi. E’ per questo che non si può parlare di vero e proprio scandalo, perchè non sono stati spesi i soldi per ora. Dopo queste denunce si è bloccato l’intero meccanismo e si è aperto un procedimento giudiziario. Tutto è coperto dal segreto istruttorio e quindi è difficile avere informazione, comunque se ci sono stati brogli sicuramente sono coinvolte società italiane in quanto a questi appalti, per regolamento, potevano partecipare solo le aziende italiane".

News ITALIA PRESS/Eminotizie

 

 

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