4491 INTERVISTA AD ANGELO SARACINI CANDIDATO DELLA SINISTRA ARCOBALENO IN EUROPA

20080305 22:49:00 redazione-IT

di CARMINE GONNELLA

LONDRA – Presidente del Comites Grecia, Angelo Saracini è uno dei candidati della Sinistra – l’Arcobaleno nella ripartizione Europa della circoscrizione estero. Lo ha intervistato Carmine Gonnella, direttore del settimanale di Londra "La voce alternativa". Di seguito il testo integrale dell’intervista.
"D. Innanzitutto, Saracini, le faccio i miei più sinceri auguri per la sua candidatura.
R. Grazie per gli auguri.
D. Come membro attivo del Comites, cosa potrebbe apportare di più di quanto non abbiano già fatto o apportato i 18 parlamentari nella breve ma fallimentare passata legislatura?

R. Non solo come membro del Comites, ma più semplicemente come cittadino potrò portare esperienze pratiche e necessità del vissuto quotidiano degli italiani all’estero. Sono uno di loro che già da molti anni li rappresenta nel Comites. Però, quando parliamo di Comites, battiamo su un dente dolente, su uno dei punti deboli della rappresentanza istituzionale italiana all’estero che comprende Consolati, Ambasciate, Istituti di Cultura ecc. I Comites funzionano solo sulla carta, ma a livello decisionale non contano quasi niente. Il funzionamento effettivo dei Comites deve essere completamente rivisto, aggiornato, per permettergli di essere più presente e vicino alla comunità. I connazionali votano i Comites, ma poi molti nel mondo non funzionano proprio, perché mancano sinergie e possibilità di intervenire. Se restiamo solo organi consultivi continueremo a funzionare come enti assistenziali che per funzionare si basano solo sulla buona volontà di alcuni consiglieri.
D. Quale sarebbero secondo Lei le appropriate riforme che andrebbero fatte alla legge Tremaglia, per migliorare i rapporti tra le due culture italiane, ovvero quella all’estero e quella in patria?
R. La legge Tremaglia è una grande conquista per noi e non penso che sia responsabile di, diciamo, un non buon rapporto delle culture italiane all’estero e quelle della madre patria. Noi, in Patria, eravamo degli sconosciuti e all’improvviso, con l’elezione di nostri rappresentanti in Parlamento, i nostri compatrioti si sono accorti di noi. E non ci hanno ben visto, per diversi motivi. Per questo non vale adesso la pena di polemizzare. Ecco, in Italia con i nuovi e rapidi mezzi di informazione devono cercare di conoscerci ancora di più. E allora senz’altro miglioreranno i rapporti delle due culture, ma soprattutto si arricchiranno di esperienze e proposte di chi vede l’Italia da un altro punto di vista.
D. Le istituzioni italiane all’estero, tra cui i Comites e le scuole, versano oggi in uno stato pietoso. Se eletto, e pur sapendo come abbiamo già constatato che di fondi ve ne sono pochi o nessuno, se la sentirebbe di fare delle promesse veritiere su come risolvere le problematiche?
R. Promesse veritiere per risolvere le problematiche, come ha detto, pietose delle nostre Istituzioni, non è facile farle. Oppure si possono fare prendendo in giro chi ci ascolta. Posso però dire che con la buona volontà, determinazione, riorganizzazione e proposte sul campo insieme alle nostre Comunità attive e produttive ce la potremmo fare. Le nostre classiche istituzioni all’estero, uso apposta la parola "classiche", funzionano ancora con leggi paleontologiche. Vengono ancora applicate leggi reali o fasciste. La modernizzazione del sistema è ancora un optional. Si devono trovare forme di gestione mista, ma non di svendita al privato, e sponsor che ormai vanno di moda. Si devono approvare al più presto leggi che permettano alle istituzioni all’estero di essere più efficaci offrendo un servizio al passo dei tempi. Mi riservo, comunque ,di presentare una proposta più particolareggiata.
D. Nella sua lunga attività come membro di spicco della comunità italiana all’estero, è venuto mai a conoscenza dell’articolo 35 della nostra Costituzione?
R. Ne sono venuto a conoscenza e infatti uno dei compiti dei Comites è proprio la tutela del lavoro italiano all’estero, ed è poi nostro dovere denunciarlo alle nostre Ambasciate per intervenire verso i responsabili. Qualche volta ci sono arrivate forme di denuncia di questo tipo, ma poi però da parte degli stessi denunciatari si è preferito non procedere, per paura di qualche eventuale ritorsione. Perciò, anche qui serve al cittadino italiano che le nostre istituzioni siano più attente e pronte per proteggere i nostri lavoratori, soprattutto in questo periodo di globalizzazione e di precarietà. Non esiste più nessuna certezza del diritto al lavoro. Quindi l’art. 35 dovrebbe essere rivisto e aggiornato rispetto alle nuove realtà internazionali".

 

 

4491-intervista-ad-angelo-saracini-candidato-della-sinistra-arcobaleno-in-europa

5243

2008-3

Views: 4

AIUTACI AD INFORMARE I CITTADINI EMIGRATI E IMMIGRATI

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.