4476 GUGLIELMO BOZZOLINI (FCLIS Svizzera): C’è anche la sinistra!

20080302 23:20:00 redazione-IT

(intervista a Gugliemo Bozzolini, dal settimanale "La pagina" di Zurigo)

Negli ultimi giorni si è diffusa con insistenza la voce della candidatura, nelle liste della Sinistra Arcobaleno, di Guglielmo Bozzolini, direttore della Fondazione ECAP e dirigente del sindacato Unia, il più grande della Svizzera, nel cui Comitato Centrale rappresenta i lavoratori e le lavoratrici immigrati/e, e della Federazione delle Colonie Libere. Abbiamo chiesto conferma al diretto interessato e gli abbiamo posto alcune domande.

Allora è vero che ti candidi?

Le liste non sono ancora chiuse definitivamente, ma posso comunque confermare che la Federazione Svizzera del PRC ha proposto la mia candidatura per la Camera dei Deputati, nella lista della Sinistra Arcobaleno.

Come mai la Sinistra Arcobaleno?

La Sinistra Arcobaleno è un raggruppamento a cui hanno dato vita il Rifondazione Comunista, i Comunisti Italiani, i Verdi e Sinistra Democratica (ovvero la parte di militanti DS che ha deciso di non aderire al Partito Democratico) per rappresentare tutta la sinistra, da quella socialista a quella alternativa, pacifista e ambientalista. L’obiettivo è quindi quello di andare oltre i partiti che l’hanno promossa, a partire dalle liste, aprendole alle associazioni, ai movimenti e alla vasta area di volontariato sociale che anche in emigrazione è molto forte. Questa è quindi la collocazione naturale per me, che sono impegnato principalmente nell’associazionismo e nel sindacato.

Non temete di rimanere schiacciati tra il PD e il PdL?

Sarebbe facile rispondere dicendo che il PD e il PdL sono due facce della stessa medaglia: la corsa al centro, a posizioni moderate. Nella realtà nel PdL si sta verificando uno spostamento a destra pericolosissimo. Ma per rispondere alla domanda: è chiaro che c’è una campagna sostenuta da buona parte della stampa che punta a ridurre la competizione a due soli partiti. Le vicende di questi anni hanno però dimostrato come la realtà politica italiana non sia riducibile ad uno schema a due. Nello stesso tempo c’è assolutamente bisogno che i valori e i ceti sociali di riferimento della sinistra siano rappresentati in parlamento. E’ assolutamente necessario per il paese garantire la presenza in parlamento, ad esempio, del mondo del lavoro o di chi rappresenta le fasce più povere e disagiate della popolazione. Tutte cose che non possono essere garantite dal PD, cioè da un partito che mette sullo stesso piano gli operai della Thyssen e l’imprenditore figlio di papà Matteo Colaninno. Uno volta ad uno come Colaninno avremmo detto “ma vai a lavorare!” adesso lo vogliono mandare in parlamento. Lo stesso vale per la necessità di garantire forza a chi si batte contro il degrado ambientale del paese.

Ma molti elettori vorranno però dare un “voto utile”!

E’ necessario innanzitutto chiarire che all’estero il meccanismo del voto utile non esiste, in particolare alla Camera. Il voto degli italiani all’estero infatti non partecipa a determinare il premio di maggioranza. Al di là di questo va poi detto che con tutto il gran parlare che si fa di grandi coalizioni, l’unico voto veramente utile a garantire che non ritornino Berlusconi e la destra al governo è quello dato alla Sinistra Arcobaleno. Le grandi coalizioni servono quasi sempre solo per produrre qualche disastro sociale (come l’aumento dell’età pensionabile in Germania a 67 anni). ma nel caso specifico italiano avrebbe poi lo spiacevole effetto di costringerci a tornare a vergognarci di Berlusconi al governo. Lo abbiamo già dovuto fare per cinque anni e mi pare troppo.

Vi accusano però di aver fatto cadere voi il Governo Prodi.

Anche questa è una bufala. La sinistra ha sempre sostenuto lealmente il Governo Prodi, che è caduto tecnicamente a causa di Mastella e dal punto di vista politico a causa delle divisioni interne al PD. Basti pensare alle sciagurate dichiarazioni di Veltroni due giorni prima della crisi.

Il fatto di aver sostenuto lealmente il governo non ci impedisce però di rilevarne non dico il fallimento ma almeno la forte delusione delle aspettative, in particolare per quanto riguarda il mancato avvio della redistribuzione della ricchezza e per la mancanza i coerenza con il programma dell’Unione rispetto a tutti i temi della lotta contro la precarietà.

Tutti o quasi gli eletti del 2006 si ripresentano, cosa pensi della loro esperienza e in cosa pensi di essere diverso da loro?

Sinceramente penso di essere “alternativo” rispetto al modo di fare politica che ha caratterizzato gli eletti all’estero nella scorsa legislatura. Al di là del giudizio sulle persone, con alcuni dei quali ho buoni rapporti, non condivido ne l’impostazione “di nicchia”, quasi lobbystica, che hanno dato al loro lavoro e non condivido la scelta di gestire in modo totalmente personalistico il rapporto con gli elettori. In particolare poi non mi è piaciuto il loro silenzio in tutto il dibattito sulla politica di immigrazione. Almeno gli eletti nelle liste dell’Unione avrebbero potuto portare un contributo di saggezza e di sobrietà. Non se n’è vista traccia.

 

 

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