4469 Le «altre» urne. Pallaro: starò con chi vince

20080227 22:41:00 redazione-IT

Dal “Corriere della Sera”, 26.2.2008
Gli italiani all’estero «buco nero» dei poli. «Liste poco credibili»

MILANO — «Le dico già come andrà: alla Camera 6 deputati a noi e 6 a loro, al Senato 3 a 3. Parità». Marcello Zacchera, responsabile esteri di An, ha un solo dubbio: «Il Sud America. Perché lì il voto non è ideologico, non si votano i partiti». Si votano le clientele, gli amici, i gruppi di potere. «Ecco, appunto. E quindi non si sa che succederà. Del resto, glielo dico francamente, non è facile organizzare liste credibili all’estero». Infatti, parlando francamente, il voto all’estero è un buco nero, con errori e brogli in agguato.

Voto che, con il rischio pareggio dietro l’angolo, può risultare decisivo anche per un solo senatore. Magari quel Luigi Pallaro, il cui pensiero politico resta sfuggente: «Con chi starò stavolta? Mah, ho fatto amicizia un po’ con tutti». Un po’ di più con chi? «Con Veltroni». Ah. «Però non ho inconvenienti a lavorare con Berlusconi. Dipende da chi vince».

L’altra volta vinse l’Unione 8-4 alla Camera e 5-1 al Senato. «La Cdl aveva più voti – ricorda Maurizio Chiocchetti, Pd -— ma si presentò divisa». Furono guai per Mirko Tremaglia. «Solo un capro espiatorio, Berlusconi e Fini dormivano: con il proporzionale puro è da matti andare separati». Stavolta c’è il Pdl. «Ma attenzione – avverte Chiocchetti -. Vinceremo ancora noi: questi voti non si sommano aritmeticamente».

«All’epoca mi hanno massacrato – ricorda amaro Mirko Tremaglia -. C’è stato un vero sciacallaggio contro di me. Mentre Marini mi ringraziava, in Aula, dalla destra arrivavano risate e ironie. Ma ora basta: voglio la rivincita». L’unico particolare è che, mentre Tremaglia se ne sta nel suo ufficio di Bergamo a scrivere nomi su nomi di domenica, le liste per il Pdl le stanno compilando Marco Zacchera e Barbara Contini. «Zacchera? Ma non scherziamo. L’incarico me l’ha dato Fini». Zacchera tira un sospiro: «Per carità, lasciamo perdere, mi rifiuto di parlarne. Non me lo faccia arrabbiare Tremaglia: scriva che le fa lui le liste».

E i candidati? Tutti riconfermati gli uscenti («Se non li riconfermi, si vendicano e ti fanno perdere» spiegano da An). Compreso Nino Randazzo, già oggetto di serrata corte berlusconiana. L’Udc punta molto su Claudio Zin, 19 mila preferenze di dote. La Rosa bianca piazza Claudio Angelini, direttore dell’Istituto italiano di cultura a New York.

Capitolo brogli. Spiega Chiocchetti: «Nel 2006 il 15-20 per cento dei voti furono sbagliati». Tremaglia: «Il console di Los Angeles mi disse che in 1.990 non avevano votato: la ditta si era dimenticata di spedire le schede». Zacchera: «Ho visto decine di schede di Toronto: tutte uguali, segnate a pennarello blu». Quest’anno ci sono nuove regole: la raccomandata con ricevuta di ritorno e più seggi. Basterà? Silvio Berlusconi non si fida e, come spiegano i collaboratori di Barbara Contini – l’ex governatrice della provincia di Nassiriya -, «avremo un esercito di 400-500 difensori del voto solo a Roma, dove ci sarà lo spoglio estero». Quasi un assedio. «Ma no, la sede è grande».

Pallaro è tranquillo: «Ho le mie 50 mila preferenze e non me le toglie nessuno». Ma quindi, Veltroni? «Sta facendo bene, una rivoluzione attesa da 30 anni». E Silvio: «Bene, l’ho visto molto riflessivo». Vabbè, ma sui temi etici, sull’aborto? «Ammazzare è un delitto. Ma la donna ha il diritto di fare delle scelte. E se tocchi la legge, poi il diritto della donna si sciupa».

(Alessandro Trocino-Il Corriere della Sera/Eminotizie)

 

 

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