4466 Edoardo Pollastri, candidato per il Partito Democratico in America Meridionale

20080229 22:24:00 redazione-IT

"Andare Avanti", questo il motto del senatore che nel 2006 ottenne un seggio come senatore candidandosi per l’Unione

Edoardo Pollastri, senatore eletto nella circoscrizione Estero, ripartizione America Meridinale per l’Unione, si ricandida alle prossime elezioni con il Partito Democratico. La lista non è ancora completa di tutti i nomi, ma le idee di Pollastri sembrano invece essere molto chiare. News ITALIA PRESS lo ha intervistato per capire meglio la situazione politica in una circoscrizione ampia più dell’Europa e molto complessa e per sapere quali sono i punti chiave su cui si basa la sua candidatura.

Senatore Pollastri potrebbe dipingerci un quadro generale delle varie liste che competeranno in America Meridionale alle prossime elezioni?
Innanzi tutto c’è la lista del PD di cui faccio parte, che deriva da quella dell’Unione che ha corso alle precedenti elezioni, anche se con una ideologia più definita, più chiara visto che si è persa una parte, quella più a sinistra. Ha un’anima sia cattolica che laica ed è una forza nuova. Vi è poi la lista del Popolo delle Libertà, che si basa sull’alleanza fra Forza Italia, Alleanza Nazionale e, qui in America del sud, anche Lega. Vi dovrebbe poi essere una lista dell’UDC anche se non è ancora stata annunciata, però molti ne parlano, è molto probabile che si faccia. Infine gli indipendenti che dovrebbero essere due o tre. Sicure vi sono le liste di Pallaro e Merlo, che alle scorse elezioni si sono presentati nel medesimo schieramento. Questo anno, invece, Merlo ha preferito formare un proprio schieramento senza che si sia ancora capito con esattezza se ha intenzione di allearsi con la sinistra una volta vinte le elezioni o rimanere indipendente come invece ha già dichiarato Pallaro.

Come giudica queste liste indipendenti?
Rispetto ovviamente la candidatura di tutti e penso che ogni lista in gara abbia la possibilità di ottenere dei seggi, ma penso che, per coloro che dovessero venire eletti, è meglio avere un partito alle spalle. Gli indipendenti sono sì espressione delle comunità, ma poi arrivati in Parlamento corrono il rischio di venir ghettizzati in quanto non hanno un movimento forte che li sostenga. Il loro ruolo rischia di essere poco positivo.

Quale sono i punti chiave del suo programma?
Il mio motto personale per queste elezioni è “andare avanti”. Con questa espressione intendo sottolineare che molto è già stato fatto per gli italiani all’estero, ma che non bisogna fermarsi qui, ma procedere oltre. I punti chiave sono una rete consolare più efficiente, maggiore assistenza e l’incremento dell’insegnamento della lingua italiana. Qualche cosa è già stata portata a termine, per esempio sono stati stanziati 18 milioni di euro in più per gli italiani all’estero con l’ultima finanziaria e questo anche grazie alla mia attività. E’ stato aumentato il numero dei funzionari da inviare nelle sedi estere, si parla di 25 persone in più e di 150 contratti con personale locale, molti dei quali verranno siglati proprio in America meridionale.

Per quanto riguarda il problema della cittadinanza come si pone?
Alla Camera dei deputati c’è una legge per dare la cittadinanza a coloro che risiedono in territorio italiano, ovvero agli emigrati. Nella medesima legge si parla anche di un sistema per regolarizzare alcuni casi pendenti, riguardanti l’acquisizione della cittadinanza per via materna. Si tratta comunque di un numero di casi ristretto, non di grandi numeri. Non vogliamo estendere il diritto di cittadinanza oltre misura, semplicemente ci battiamo affinché chi gode di questo diritto secondo quelle che sono le norme in vigore possa veramente usufruirne. Regolarizzare quei casi di persone che hanno perso tale cittadinanza e permettere a coloro che hanno genitori italiani, a prescindere dal loro luogo di nascita, di acquisire tale diritto, come appunto vuole la legge. Non è possibile che per problemi burocratici, per la lentezza dei Consolati venga negato un legittimo diritto di un individuo.

Riguardo il tema dell’assistenza ai cittadini residenti all’estero?
Per quasto abbiamo già ottenuto dei fondi. Sono stati realizzati degli accordi fra i Consolati ed associazioni private in materia sanitaria, per garantire un’assicurazione medica agli indigenti. La polizza viene pagata dallo Stato dopo una scrupolosa indagine fiscale. E’ invece pendente la questione dell’assegno sociale, purtroppo vi è un progetto, ma è fermo alla Commissione Bilancio della Camera.
(Newsitaliapress/Eminotizie)

 

 

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