4465 Fedi, Pd: Voto occasione di cambiamento

20080229 22:21:00 redazione-IT

I parlamentari possono essere criticati, ma anche coinvolti

News ITALIA PRESS ha raggiunto l’Onorevole Marco Fedi, già eletto nelle liste dell’Unione-Prodi nel 2006, nella circoscrizione estera ripartizione Oceania, Asia e Africa. La candidatura non è stata né annunciata né confermata.

“Per ragioni politiche e di correttezza credo che sia doveroso attendere l’annuncio ufficiale”. In caso di conferma, comunque, che già da più fonti appare data per certa anche in base al principio di riconferma degli eletti, come si muoverà per questa nuova sfida e per la campagna elettorale? “Sulla base di una convinzione, che è quella che sta portando avanti Veltroni con il Partito Democratico.

Questa è un’occasione importantissima per cambiare l’Italia e renderla un paese dove la politica riesca a decidere, governare ed essere parte della vita dei cittadini. Questo è l’aspetto più importante, al di là del fatto che poi noi naturalmente inseriremo, come ha fatto lo stesso Veltroni, al centro del nostro programma, delle questioni specifiche”.

Quali sono le problematiche principali da portare avanti per gli italiani all’Estero? “Per esempio il riacquisto della cittadinanza, avere diritto alla pensione e poter avere rapporti con la Pubblica Amministrazione italiana che siano razionali e ragionevoli. Avere una rete consolare efficiente. Avere l’assistenza, con l’assegno di solidarietà, per i cittadini italiani emigrati indigenti. Queste questioni specifiche faranno parte del nostro programma, però diciamo che l’aspetto più importante, interessante ed avvincente è questo: cambiare l’Italia e cambiarla per sempre”.

Cambiare l’Italia non è cosa da poco. “La sfida è renderla un paese civile, in cui la politica decida, si confronti – maggioranza ed opposizione – riuscendo ad avere un dialogo che vada oltre la campagna elettorale, diventando attività parlamentare”.

Ci sono delle iniziative, nell’ambito del Pd significative: candidature dal basso. Il 20 febbraio un gruppo di ricercatori, professori e dottorandi in nord America ha lanciato un appello per la candidatura di Stefano Albertini, professore di NYU e Direttore della Casa Italiana “Zerilli Marimo”.

Questo appello può dare la cifra di come la politica stia cambiando? “Esatto. Le opportunità di cambiamento sono enormi, ma bisogna confrontarsi con l’esigenza di costruire un partito all’estero. Sono un assertore della tesi che un partito deve essere fatto di donne e uomini, ma anche di regole. Per definire le candidature, scegliere le donne e gli uomini migliori che poi possano essere candidati. La fluidità, lasciare che ognuno sia libero di proporsi, scegliere e decidere crea qualche rischio e non credo sia un percorso ragionevole. Più ragionevole, invece, è fare in modo che tutti siano coinvolti: professionisti, giovani, donne, anziani, in un percorso politico di costruzione delle candidature che possa passare attraverso le primarie. Il mio Partito Democratico è un po’ più strutturato di quello che alcuni pensano, ma non è detto che questa mia tesi sia quella vincente e maggioritaria. Vedremo. Mi adeguerò alle scelte e alle esigenze del Partito, e lo costruiremo insieme”.

La politica è un mestiere, insomma. “Non necessariamente mestiere. La partecipazione dei cittadini è finalizzata alla costruzione di un partito che sia radicato nella società, non un partito di opinione, nel quale vengono candidate le grandi star della politica, dell’informazione o del mondo dello spettacolo. Una politica che sia partecipazione del cittadino, dove ci siano esigenze che possano camminare parallelamente. Con le primarie questa possibile conflittualità potrebbe essere risolta”.

Voce della società ma organo strutturato. Ha quindi senso avvicinarsi alla vita comune delle persone, degli italiani all’estero, in campagna elettorale. Associazioni, luoghi di lavoro. “Noi ci stiamo organizzando, al di là dei nomi e cognomi – quindi dei candidati – per una campagna setia di comunicazione delle tesi che stanno alla base della nascita del Partito Democratico. Tesi importanti per tutti gli italiani all’estero, le associazioni, i gruppi. La campagna elettorale rifletterà questa esigenza di comunicazione, anche quella di arrivare a tutte le associazioni, i gruppi, le persone interessate con questo forte e credibile messaggio di rinnovamento della politica italiana”.

Una delle critiche che vengono mosse nella vostra circoscrizione, enorme, certo, è che, eletti nel 2006, non abbiate poi partecipato sul territorio. “Sono stato invitato in due occasioni. Da Tunisi e da Israele. Credo che un parlamentare debba essere coinvolto nelle attività della comunità per ascoltarla, sentirla e incontrarla. Non posso presentarmi in un Paese come Ministro, mi presento come parlamentare, se c’è l’opportunità di incontrare la gente, la comunità, i Comites, il Cgie. A tutti gli amici che in questi anni non ci hanno mai rivolto un invito, mai comunicato iniziative alle quali fosse possibile partecipare per ascoltare i problemi della gente dico: fatelo. Con noi o con chiunque saranno i futuri rappresentanti parlamentari e i candidati. Non c’è nessuna voglia di polemica nelle mie parole, dico solo che i parlamentari possono essere criticati ma debbono essere anche coinvolti. Esiste la possibilità di invitare un parlamentare a iniziative comunitarie in cui si possa comprendere e conoscere meglio i problemi specifici di quella comunità. Cosa che io ho fatto in Tunisia e in Israele e che certo mi riproponevo di fare in altri paesi. La legislatura è durata poco”.

A prescindere dai candidati, come andrà? Il centro sinistra potrebbe soffrire la frammentazione? “Non creda a quel che si va raccontando in giro. E’ possibile che il centrodestra sia altrettanto frammentato. Se oggi il centro destra è solo An e Forza Italia e la Lega, e si vuole parlare dell’Udc, della Destra di Storace come se fossero pezzi di partiti che vengono da Marte, allora si può parlare di non frammentazione. Ma mi risulta che nella nostra ripartizione ci sarà una lista della Destra, di Storace, forse anche una lista dell’Udc e della Rosa Bianca. Non è così semplice raggiungere l’obiettivo di una lista unica. Noi abbiamo avuto difficoltà per la semplice ragione del fatto che c’è stata questa iniziativa di Veltroni, che rispetto e alla quale mi sono subito adeguato, perché ritengo che sia giusta sotto il profilo morale ed etico prima che politico – di viaggiare liberi, senza vincoli di coalizione. Per un confronto elettorale aperto e sereno. E’ possibile che questo ci porti ad una sconfitta, ma una sconfitta eticamente, politicamente e moralmente che io rispetto”.

E conclude: "E molto importante vincere, sia chiaro, la sconfitta bisogna metterla in conto. Il centro destra faticherà molto a spiegare agli italiani il buono del suo operato. Avevano promesso riforme ceh non hanno fatto. Vedremo come andrà a finire."

 

 

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