4522 CGIE: Il dibattito su “Sicurezza e tutela sociale” a favore degli anziani all’estero

20080308 16:01:00 redazione-IT

Discussi gli interventi proposti dal documento sulla condizione degli anziani nel mondo e l’iniziativa del contributo ispirato dall’assegno di solidarietà annunciato dal vice Ministro Danieli per l’America Latina
Commissione “Sicurezza e tutela sociale”: presentato il documento sulla condizione degli anziani italiani all’estero
“Rielaborare l’azione politica sulla base di una forte solidarietà intergenerazionale”. I passi verso l’istituzione dell’assegno di solidarietà. Maria Rosa Arona: “L’intervento annunciato non rappresenta ancora quanto richiesto dalle comunità”

Commissione “Sicurezza e tutela sociale”: presentato il documento sulla condizione degli anziani italiani all’estero

“Rielaborare l’azione politica sulla base di una forte solidarietà intergenerazionale”. I passi verso l’istituzione dell’assegno di solidarietà. Maria Rosa Arona: “L’intervento annunciato non rappresenta ancora quanto richiesto dalle comunità”

ROMA -L’ultima seduta dell’Assemblea plenaria del CGIE è stata dedicata soprattutto alla condizione degli anziani italiani all’estero, sulla base del documento predisposto dalla II Commissione tematica “Sicurezza e tutela sociale” che è presieduta da Maria Rosa Arona (Argentina).

Un primo passo del percorso di conoscenza di questa realtà che preparerà misure di intervento e di sostegno agli anziani emigrati, “grazie alla sollecitazione che ognuno di noi farà – ha detto Elio Carozza, segretario generale del CGIE – all’interno della propria comunità di residenza per coinvolgere coloro che si impegnano su questo fronte a contribuire alla riflessione su specifiche misure di intervento individuate”. Una riflessione aperta al mondo accademico, agli enti, istituzioni e associazioni che rivolgono la loro attenzione a questa fascia sociale spesso debole e segnata da numerose difficoltà.

“L’affermazione di una lettura progressiva delle nostre comunità ha la possibilità di concretizzarsi solo se le varie istanze come Stato, Regioni, Province autonome, Cgie e Comites si dotano di una organica politica mirata di interventi coordinati, al di là dell’appartenenza regionale, verso le collettività emigrate, con il coinvolgimento diretto di settori quali il lavoro, l’inclusione sociale, la cultura, l’educazione e la formazione, l’internazionalizzazione delle Pmi”, ha spiegato Maria Rosa Arona.

La Commissione ha dunque posto in campo una seria analisi sui cambiamenti demografici, che devono essere interpretati come opportunità da cogliere piuttosto che come difficoltà, attraverso “la rivendicazione di una società di tutte le età e contro l’esclusione. Proprio per questo – ha aggiunto la presidente – è fondamentale ripensare e rielaborare l’azione politica sulla base di una forte solidarietà intergenerazionale”.

Proprio in vista dell’importanza di questo patto tra le generazioni, il Cgie promuove contemporaneamente una riflessione sugli interventi a favore degli anziani e sul coinvolgimento delle giovani generazioni, stimolando il ruolo essenziale dell’associazionismo come collante propulsore di tutta la società civile. “Possiamo parlare di un presunto conflitto – ha detto Arona – quando non si sceglie di occuparsi della costruzione di un patto, ma piuttosto si pone l’accento sulle risorse sottratte dai vecchi ai giovani e ci si limita a pensare a forme di intervento puramente risarcitorie, invece di pensare a riforme politiche che integrino e armonizzino le comunità italiane all’estero”.

Le linee guida della riflessione della Commissione puntano quindi sullo sviluppo di un invecchiamento attivo, mutando l’ottica assistenziale tradizionalmente riservata agli anziani in una strategia capace di mettere in moto le potenzialità di questi ultimi, specie nel contesto comunitario dove essi sono inseriti, combattendo quindi solitudine e senso di abbandono. La strategia si concentra su un coordinamento di tutte quelle attività sociali, sanitarie, culturali e ricreative che coinvolgono la terza età, affinché si percepisca il ruolo attivo ritagliato dalla società per l’anziano e non subito da quest’ultimo piuttosto come utente o assistito.

Con il coordinamento degli interventi tra le istituzioni, gli enti e le associazioni si devono dirimere diverse problematiche, attraverso la discussione sul territorio delle diverse aree geografiche sui punti indicati dal documento: “estensione e potenziamento degli interventi, grazie all’integrazione dell’aspetto sociale con quello sanitario; tutela dei diritti previdenziali, comprendente anche l’aggiornamento degli stessi; rafforzamento dei tradizionali servizi di tutela sociale mediante i patronati e l’istituzione di nuovi sevizi sociali in materia di assistenza e consulenza; miglioramento della trasparenza del rapporto con l’Inps e maggiore informazione per la richiesta delle prestazioni dovute”.

Infine, la presidente Arona si è soffermata sull’assegno di solidarietà per gli anziani indigenti residenti all’estero, iniziativa legislativa ora bloccata per il rinnovo del Parlamento italiano.

“Come il vice ministro Danieli ci ha spiegato nel corso della relazione di governo ad apertura di questa Assemblea plenaria – ha detto Arona – sarebbero stati messi a disposizione 9,5 milioni di euro, ottenuti sui fondi del capitolo 3121 della passata legge finanziaria, per un contributo ispirato all’assegno di solidarietà che riguarderà connazionali nati in Italia con più di 65 anni di età e residenti in America Latina”. Il vice ministro avrebbe quantificato l’utenza complessiva di questo intervento sperimentale in circa 10.000 persone. “Vorrei puntualizzare – ha concluso Arona – che tale intervento non rappresenta quanto richiesto dalle comunità italiane all’estero dal momento che affida alla discrezionalità dell’intervento consolare l’identificazione dei possibili destinatari del contributo. Abbiamo poi richiesto un chiarimento all’amministrazione sulle modalità con cui esso verrebbe erogato. Evidenziamo che spesso sono proprio i connazionali più indigenti a non ricevere alcuna assistenza proprio perché non sanno di dover rivolgersi al Consolato per poter ottenere un simile aiuto”.

Alla luce di queste motivazioni la II Commissione chiede al Comitato di Presidenza del Cgie di stimolare il prossimo governo affinché il progetto legislativo riguardante l’assegno di solidarietà venga finalmente approvato.

(Viviana Pansa – Inform/Eminotizie)

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ROMA – Dopo la lettura del documento sulle proposte di intervento a favore dei connazionali anziani residenti all’estero, in Assemblea plenaria del Cgie si è svolto un confronto sulle problematiche in esso emerse. I consiglieri, oltre a discutere sulle proposte di assistenza e tutela avanzate dalla II Commissione tematica, sono chiamati a informare le comunità all’estero degli sforzi di analisi e di intervento che il Cgie ha in animo di promuovere, raccogliendo suggerimenti e segnalazioni.
Mauro Montanari (Germania) ha richiamato l’attenzione sulla problematica delle detrazioni di imposta ai connazionali per carichi di famiglia per redditi che ricevono in Italia, che comporterebbe una disparità di trattamento nella possibilità dell’utilizzo o meno dell’autocertificazione a seconda che i connazionali siano residenti in Europa o in Paese extraeuropei. Franco Santellocco (Africa del Nord) ha lamentato la limitazione dell’intervento ispirato all’assegno di solidarietà, annunciato dal vice ministro Danieli, alla sola America latina, specificando come sia “pericoloso introdurre discriminanti in una materia così determinante per tanti connazionali all’estero, compresi quelli che vivono in Africa”. La nuova ottica che deve informare la riflessione sul documento è stata sottolineata da Graziano Tassello (Cser): “non si tratta più di chiederci – egli ha detto – che cosa dobbiamo fare per gli anziani, ma piuttosto cosa dobbiamo fare con loro, affinché essi non vengano considerati, né si percepiscano, come dei semplici assistiti”.

“L’impegno che dobbiamo perseguire ora – ha aggiunto Gianfranco Gazzola (Svizzera) – è quello di raccordarci con le realtà locali per articolare i temi di intervento nelle singole comunità, affinché sia possibile rispondere a tutte le esigenze degli anziani. Occorre poi una rivoluzione culturale per scuotere l’immobilismo di tante associazioni, affinché vengano messe in moto le potenzialità dei soggetti e creato un effettivo legame con le giovani generazioni”.

Alberto Bertali (Gran Bretagna) ha suggerito di limitare le linee di intervento per rendere più incisivi gli sforzi che Cgie, Comites e associazioni possono concretamente mettere in atto sul territorio, compatibilmente con risorse e tempo disponibili.

Sul ruolo dell’associazionismo è tornato anche Paolo Castellani (Cile), che ha ricordato quanto i circoli e la comunità abbiano aiutato e offerto sostegno ai connazionali, specie ai più indigenti. “E’ lo Stato – egli ha detto – che si deve far carico di questo supporto, ora che le associazioni vanno via via diminuendo”. Bruno Capaldi (Francia) ha insistito sull’importanza dei rapporti bilaterali di tutela sociale tra l’Italia e i Paesi in cui c’è una presenza di connazionali emigrati. Ha lamentato inoltre la mancata ratifica della convenzione sulla sicurezza sociale, concertata nel 1994 con il Marocco, da parte del Parlamento italiano e ha chiesto una revisione della convenzione di fiscalità volta a evitare la doppia imponibilità tra Italia e Francia. “Invece di rilanciare un grande studio sulle condizioni degli anziani nel mondo – ha concluso Capaldi – perché non fare piuttosto un censimento sugli studi che già sono stati fatti?”

Andrea Amaro (Cdp – Cgil) ha rilevato invece come anche le convenzioni sull’assistenza sanitaria recentemente stipulate vadano in seguito sottoposte a verifica. “E’ importante – egli ha aggiunto – rilevare tutte le problematiche di cui soffrono gli anziani, come la condizione di emarginazione sociale che molti connazionali in tarda età vivono, perché forse avevano progettato un rientro in Italia che non si è potuto verificare. Credo anche – ha concluso Amaro – che si debbano proiettare all’estero le conquiste introdotte nel welfare italiano”.

Roberto Volpini (Cdp – Acli) ha sottolineato l’importanza del patto generazionale “indispensabile – ha detto – affinché le misure di intervento non restino solo politiche assistenziali. In più è necessaria una riflessione nel senso dell’integrazione delle politiche sociali nei diversi Paesi in cui i connazionali vivono”.

Ha concluso il dibattito l’intervento di Mario Trampetti, capo dell’ufficio I della Direzione generale del Mae per gli italiani all’estero, il quale ha fornito chiarimenti sull’iniziativa di sostegno per gli anziani indigenti in America Latina annunciata da Danieli nei giorni scorsi.

Il contributo, ispirato al provvedimento dell’assegno di solidarietà, è stato pensato in via sperimentale “a causa della constatazione che in quella regione le condizioni socio-economiche non possono avvalersi sul piano normativo di quegli ammortizzatori sociali e di quegli elementi di welfare istituzionale che si riscontrano in Europa e nei Paesi anglosassoni”. Al di fuori di queste aree sono stati censiti circa 15.000 connazionali indigenti assistiti dagli uffici consolari e si provvederà al contributo per quella parte di essi che ha superato i 65 anni di età, è nata in Italia e risiede, appunto, in America Latina.

(Viviana Pansa – Inform/Eminotizie)

 

 

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