4521 ARGENTINA E SUD AMERICA AL VOTO: "L’unione della collettività" di Marco Basti

20080308 15:58:00 redazione-IT

BUENOS AIRES – Domenica prossima scadrà il termine per la presentazione delle liste per le prossime elezioni politiche italiane, il 13 e 14 aprile, alle quali parteciperemo, per la seconda volta, gli italiani residenti all’estero, votando i nostri rappresentanti al Parlamento italiana, tra connazionali che, come noi, risiedono fuori d’Italia.
Ancora non è chiaro quante liste ci saranno e chi ne farà parte. Nel centrodestra, la lista di Berlusconi e Fini, dovrebbe candidare nella nostra ripartizione dell’America Meridionale l’on. Giuseppe Angeli, deputato eletto nel 2006 nella lista allora promossa dall’ex ministro degli Italiani nel mondo Mirko Tremaglia.

Una ricandidatura dovuta, non soltanto al fatto che è stato deciso di ricandidare tutti i parlamentari allora eletti (lo hanno deciso sia il centrodestra, sia il centrosinistra), ma anche perché effettivamente l’on. Angeli ha dimostrato grande impegno ed è stato, tra gli eletti all’estero, il parlamentare che ha presentato il maggior numero di progetti, interrogazioni e dichiarazioni alla Camera, anche se, naturalmente, non tutti sono stati approvati. Una candidatura quindi, che è nelle previsioni, anche se l’on. Marco Zacchera a nome di Alleanza nazionale e Barbara Contini, responsabile per l’estero di Forza Italia, non fanno filtrare ulteriori informazioni e assicurano intorno a loro, che fino all’ultimo momento potrebbero esserci cambiamenti. E’ molto semplice, viene spiegato in ambienti politici romani. Due anni fa, nel centrodestra hanno fatto quattro liste, quindi avevano sedici nomi da includere per il Senato e ventiquattro per la Camera. Oggi invece, il Popolo delle Libertà, che raccoglie Fi e An, ha solo quattro posti per la lista del Senato e sei per la lista della Camera dei Deputati. Va ricordato che nella ripartizione America Meridionale, vengono eletti due senatori e tre deputati e che le liste possono avere fino al numero doppio di candidati dei posti da occupare in ogni ramo del Parlamento.

Meno complesso, ma fino a un certo punto, il discorso per il centrosinistra. Maurizio Chiocchetti, responsabile del Partito Democratico (il partito che candida Veltroni alla presidenza del Consiglio) assicura che oltre ai due parlamentari uscenti (Mariza Bafile alla Camera ed Edoardo Pollastri al Senato), i candidati ci saranno già in questi giorni. Nella stessa lista dovrebbe candidarsi Fabio Porta, responsabile dell’Ital in Brasile, che alle precedenti elezioni raccolse 14mila preferenze per la Camera, senza però riuscire a entrare.

Il problema del Pd in questa zona, è che Mirella Giai, esponente del Patronato Inca a Rosario, che nel 2006 era candidata nella lista dell’Unione, che in un primo momento era data per vincitrice al Senato, dietro a Pallaro, poi è stata spiazzata dall’altro candidato dell’Unione a Palazzo Madama, Pollastri. La Giai, nel 2006 era candidata insieme a Mariza Bafile (quindi apportando molti dei voti che portarono l’esponente dell’Inca del Venezuela alla Camera), ma questa volta è invece nella lista di Ricardo Merlo. Sono 18mila voti – o almeno parte di essi – sui quali non conta il Pd. Inoltre alla sinistra del Pd, questa volta ci sarà una lista della sinistra radicale, riunita nell’alleanza "la Sinistra l’Arcobaleno", quattro partiti che allora facevano parte dell’Unione e che oggi presenteranno una propria lista che in Italia candida Fausto Bertinotti a Palazzo Chigi.

Per quanto riguarda il centro, che in Italia ha raggiunto un accordo per candidare Pierferdinando Casini a premier, nelle precedenti elezioni si presentò con due liste, una dell’Udc e l’altra dell’Udeur, la prima alleata di Berlusconi e la seconda di Prodi. Mentre quest’ultima non ha fatto storia, il candidato dell’Udc, Claudio Zin, raccolse quasi ventimila voti, anche se non furono sufficienti per entrare in Parlamento. L’Udc puntava molto su Zin, ma quest’ultimo è stato chiamato dal governatore della provincia di Buenos Aires Daniel Scioli al ministero della Sanità. La legge sul voto all’estero prevede che, per candidarsi, eventuali parlamentari o funzionari di altri stati o province estere devono dimettersi 180 giorni prima delle elezioni, termine che ovviamente Zin non può rispettare, per cui non sarà candidato. Il candidato sarebbe Eugenio Sangregorio, che nel 2006 presentò la propria lista e che in questi due anni ha sempre manifestato la sua intenzione di tornare a presentarsi.

E l’Associazionismo?

Giovedì scorso la lista Associazioni Italiane in Sud America, AISA, promossa dalla FEDITALIA e che vinse le elezioni del 2006 con circa centomila voti, ha presentato la sua lista al Circolo Italiano. A presiederla, come allora, c’è il sen. Luigi Pallaro, che nelle prime elezioni degli italiani all’estero è stato il parlamentare in assoluto più votato tra i 18 deputati e senatori eletti nella Circoscrizione estero. Con Pallaro ci saranno i presidenti dei Comites di Buenos Aires e di La Plata, Santo Ianni e Guillermo Rucci rispettivamente, la presidente della Fediba Pina Mainieri e la segretaria del Comites di Mar del Plata Felisa Pomilio. Ci saranno inoltre gli esponenti dell’Associazionismo italiano in Brasile, Walter Petruzziello, Pieroni e Andrini e il consigliere del Comites di Montevideo Luigi Magno.

Non ci sarà invece Ricardo Merlo, che allora faceva parte della lista dell’AISA e che è stato il deputato che raccolse il maggior numero delle preferenze tra i deputati eletti all’estero. Merlo ha fatto un’altra lista, il Movimento delle Associazioni Italiane del Sud America che cercherà di contendere all’AISA la rappresentatività dell’Associazionismo italiano all’estero. Anche se la lista non è stata ancora resa ufficiale, in essa, come detto, ci sarà Mirella Giai del Patronato Inca Cgil, e ne faranno parte anche Filomena Narducci del Patronato Inas di Montevideo, Adriano Toniut, consigliere del CGIE residente a Mar del Plata ed esponente della Margherita. E’ una lista che pur richiamandosi all’associazionismo, “guarda a sinistra”, come dicevano una volta i democristiani.

L’Associazionismo che due anni fa sorprese chi non conosceva la nostra comunità, con una lista che esprimeva la sua forza e varietà, certamente – è quanto sostengono quasi tutti gli osservatori – tornerà a vincere queste elezioni. Anzi, non pochi considerano possibile una vittoria dell’AISA e un secondo posto della lista di Merlo, dovendo i partiti italiani accontentarsi di lottare per il terzo posto.

Nelle scelte di Pallaro e di Merlo di seguire due strade diverse, ci sono elementi personali, ma c’è anche una scelta diversa in quanto a come vedono il futuro dell’Associazionismo. Pallaro e la FEDITALIA come struttura organizzata, continuano a scegliere la via dell’indipendenza rispetto ai partiti politici, siano essi italiani o argentini. Rispecchia la tradizionale posizione dell’Associazionismo che dopo lunghi anni di lavoro e di ricucitura delle divisioni del passato, quando gli italiani in Argentina erano divisi fra fascisti e antifascisti, tra prima ed ultima emigrazione, raggiunse l’unità della collettività e dell’Associazionismo nel quale, va ricordato, ci sono esponenti di tutti i colori politici, e proprio per questo viene considerato conveniente lasciare alla porta le divise politiche. Torneremo ad appoggiare il governo eletto dagli italiani, ha assicurato Pallaro al Circolo Italiano, ribadendo che non va in Italia per decidere chi deve governare il Paese.

Da parte sua Merlo, che comunque ribadisce di essere indipendente dai partiti, considera necessario un aggiornamento dell’Associazionismo. Non è chiaro cosa dovrebbe comprendere questo aggiornamento, come andrebbe impostato. Secondo i suoi critici, vorrebbe politicizzare le associazioni. Egli invece sostiene che bisogna aprire alle nuove generazioni e che non bisogna aver paura di dialogare con la politica. Sulle nuove generazioni gli viene contestata la sua lista che, almeno fino ad oggi, non presenta altri giovani al di fuori di lui stesso (ma forse riserva qualche sorpresa per sabato prossimo) e inoltre il fatto che effettivamente l’unica struttura organizzata che fino ad oggi ha dato spazio ai giovani, a livello nazionale, è stata proprio la FEDITALIA.

In definitiva l’Associazionismo ha davanti a sé un dibattito che prima di tutto affronterà nelle urne. Al di là di quello che sarà il risultato, l’augurio è che la campagna elettorale sia civile e non lasci ferite inguaribili e soprattutto che prevalga il senso di unità, che tanto costò conquistare.

Che non succeda che fra due litiganti un terzo goda, a scapito degli italiani dell’Argentina.

(Marco Basti-Tribuna Italiana/Eminotizie)
marcobasti@tribunaitaliana.com

 

 

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