4496 La Relazione di Governo del Vice Ministro agli Esteri Franco Danieli all’Assemblea Plenaria del CGIE

20080305 23:05:00 redazione-IT

CGIE(5-7 marzo 2008)

Signor Segretario Generale, Signori Consiglieri,

sono particolarmente lieto di partecipare ai lavori di questa Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e desidero porgerVi il mio più cordiale saluto, anche a nome del Ministro degli Affari Esteri, On. D’Alema. In queste settimane successive al Comitato di Presidenza del 1 e 2 febbraio è proseguita l’attività rivolta al perseguimento degli obiettivi di Governo anche se essa è stata necessariamente limitata all’ordinaria amministrazione, ovvero a portare a termine le iniziative che sono state avviate nel corso della legislatura.

Nell’intervallo intercorso tra l’ultima Plenaria dello scorso novembre ed oggi, i connazionali residenti all’estero sono stati chiamati nuovamente al voto per corrispondenza( per la quinta volta dall’entrata in vigore della Legge 459 del 2001), in occasione delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile pp.vv. che – come noto – all’estero si concluderanno comunque il 10 aprile per le note esigenze di trasporto in Italia dei plichi.

Il Parlamento ha nel frattempo approvato in via di urgenza il decreto legge che prevede alcune limitate, ma significative modifiche al procedimento elettorale per il voto dei cittadini residenti all’estero. Urgenza che, tra l’altro, era dovuta alla necessità di garantire l’esercizio del diritto di voto anche ai cittadini temporaneamente all’estero per motivi di servizio o di missioni internazionali. Inoltre, questo decreto è volto, per la parte relativa al voto all’estero, ad affrontare alcuni degli inconvenienti rilevati nei primi anni di applicazione della legge 459/2001 e che tante volte hanno trovato un’eco anche nelle riunioni del Consiglio Generale. Tra questi ricordo, in particolare: l’aumento del numero dei magistrati componenti l’Ufficio centrale per la circoscrizione estero; l’utilizzo preferenziale, ove possibile, della posta raccomandata per l’invio del materiale elettorale da parte degli Uffici consolari; l’aumento del numero dei seggi di scrutinio, ottenuto riducendo il rapporto seggi elettori da 1/5.000 a 1 per 2mila –massimo 3mila elettori; l’aumento –da cinque a sei – del numero dei membri dell’Ufficio elettorale di ciascun seggio nonché la scelta diretta del Segretario del seggio da parte del Presidente dello stesso. Inoltre il medesimo provvedimento ha permesso di rinnovare –ma ancora solo per una singola vicenda elettorale – la possibilità di votare all’estero, a richiesta, per tre categorie di cittadini italiani temporaneamente all’estero: personale delle Forze Armate e di Polizia; dipendenti delle Amministrazioni statali e loro familiari conviventi; professori e ricercatori universitari.

La complessa organizzazione del voto all’estero è quindi iniziata con il pieno coinvolgimento del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell’Interno e, a livello decentrato, delle 203 Rappresentanze diplomatico-consolari. Nessuno si nasconde l’estrema difficoltà dell’esercizio elettorale in cui ci si trova coinvolti, perché a quelle abituali connesse alla ristrettezza dei tempi – su cui si è attirata senza successo l’attenzione del Ministero dell’Interno –, si sono aggiunte quest’anno le complessità organizzative – ancor più accentuata – derivanti dal voto dei temporanei ed in particolare dei dipendenti del Ministero della Difesa.

Tra le attività più importanti, merita menzione l’operazione di allineamento dei dati presenti negli schedari consolari con quelli dell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, tenute dai Comuni per la realizzazione dell’Elenco aggiornato dei cittadini residenti all’estero, come previsto dalla stessa L. 459/2001. Al termine di tale articolata operazione, sono risultati risiedere all’estero, alla data del 31 dicembre 2007 3.649.377 cittadini italiani; dal predetto Elenco è stato poi tratto l’Elenco provvisorio degli Elettori che è risultato composto da 2.950.000 aventi diritto al voto.

L’esercizio del voto all’estero per corrispondenza è stato possibile solo in quei Paesi che hanno concluso apposite intese in forma semplificata con l’Italia (al 25 febbraio erano state raggiunte intese con i Governi di 139 Paesi), che coprono il 99,8% del corpo elettorale italiano residente all’estero. Con i restanti 53 Paesi l’intesa non è stata ancora raggiunta per indisponibilità dei rispettivi Governi o per la mancanza di alcune garanzie, oppure è stata raggiunta ma l’attuale, incerta situazione politico-sociale al loro interno non ha consentito di far esercitare, in questa occasione, il diritto di voto per posta (gli elettori residenti in questi Paesi sono 4.800).

Tengo a ricordare in questa sede la positiva conclusione del rinnovo dell’intesa da parte del Governo canadese che consentirà di svolgere nuovamente il processo elettorale in quel Paese. Si è trattato di una decisione scaturita il 7 febbraio scorso a seguito di una azione discreta ma determinata che abbiamo avviato sin dal 2006. La decisione favorevole risulta essere stata presa direttamente dal Primo ministro Harper. Peraltro le severe limitazioni al diritto di propaganda elettorale e alle modalità del suo svolgimento che ci sono state indicate dalla successiva comunicazione ufficiale del Governo di Ottawa non possono lasciarci soddisfatti, ma riteniamo realisticamente di aver ottenuto un risultato importante e che dà ragione alla linea di condotta seguita dal governo italiano.

Fra le attività preparatorie dell’evento elettorale, il Ministero degli Esteri intende svolgere una campagna informativa che sta per entrare nella sua fase più importante. In effetti una prima fase, realizzatasi per necessità sotto tono, si è incentrata sulle modalità di esercizio di voto all’estero, la possibilità di esercitare l’opzione per il voto in Italia e il richiamo sul dovere dei connazionali di aggiornare i propri dati anagrafico- elettorali presso i rispettivi Uffici consolari. Il termine di scadenza per la presentazione dell’opzione è stato, tra l’altro, spostato al 10 marzo prossimo a seguito di un emendamento approvato in sede di conversione del decreto legge. La seconda fase è finalizzata più specificamente alle elezioni politiche stesse, con comunicati relativi ai quesiti ed istruzioni per la restituzione delle schede, tradotti in cinque lingue diverse. Segnalo anche il coinvolgimento di Rai e Rai International, l’elaborazione di una pagina sul sito WEB della Farnesina intitolata "Voto all’estero.", su cui è stato pubblicato tutto il relativo materiale divulgativo, nonché le risposte alle principali domande pervenute sull’esercizio del voto.

In materia di informazione, appare utile precisare che il ruolo dell’Amministrazione pubblica è unicamente quello di portare a conoscenza del corpo elettorale le procedure di voto, lasciando evidentemente alle forze politiche di farsi carico delle ragioni sostanziali.

nche in questa consultazione elettorale il punto di maggiore criticità emerso è costituito dalla elaborazione degli elenchi elettorali, la cui completezza e precisione rimangono condizionate dall’imperfetto allineamento delle banche dati dell’anagrafe consolare e delle AIRE comunali. Gli aspetti quantitativi sono stati evidenziati in occasione di precedenti riunioni del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero e, da ultimo, durante i lavori del Comitato di Presidenza di febbraio. Per l’importanza che riveste la materia, ritengo tuttavia utile richiamare, anche se sommariamente, i termini della questione. In occasione della predisposizione dell’elenco unico dei residenti all’estero di cui al decreto congiunto Esteri e Interno del 31 gennaio 2008 , sono risultate allineate (cioè presenti sia negli archivi consolari che nell’AIRE dei Comuni) 3.227.977 posizioni; non si sono invece allineati circa 648mi1a nominativi compresi negli schedari consolari (posizioni "solo MAE") e circa 421 mila iscritti all’AIRE ("solo MIN"). Ai sensi della normativa vigente (art. 5 della Legge n. 459/2001), l’Elenco Unico è formato dai nominativi allineati e da quelli presenti nelle AIRE del Ministero dell’Interno; i "Solo MAE" sono pertanto rimasti esclusi e, di conseguenza, non inseriti nell’elenco elettori.

I miglioramenti che si sono registrati rispetto al recente passato possono essere riassunti in pochi dati: le posizioni "allineate" fra le due banche-dati sono circa 3,2 milioni, mentre in occasione delle consultazioni referendarie del 2003 erano solo 1,9 milioni, con un aumento di circa 1,3 milioni di posizioni in quattro anni e mezzo. L’allineamento complessivo è pari pertanto all’83% dei dati degli schedari consolari ed all’88,45% dei dati A.I.R.E.. Obiettive, grandi difficoltà tecniche non consentono ancora di "allineare" perfettamente le due banche dati, nate, è opportuno ricordare, in momenti e per esigenze diversi, e per questo costruite con "linguaggi" non sempre compatibili e fra loro coerenti.

Anche se il numero complessivo dei "Solo MAE" è andato progressivamente diminuendo nel corso degli anni, in particolare con una forte riduzione a seguito dell’operazione di mailing del 2005, dobbiamo tuttavia riconoscere che esso rimane ancora oggi alto, pari a circa un sesto degli iscritti nelle Anagrafi consolari.

Un recente approfondimento della questione su dati risalenti alla fine del 2006-condotto per la terza volta dalla D.G.I.E.P.M. su un campione di 35 Sedi distribuite in tutte le aree geografiche e rappresentative di oltre la metà degli iscritti in Anagrafe -ha consentito di comprendere meglio la natura del problema: secondo il campione, innanzitutto il numero delle posizioni regolarizzate è passato in tre anni da un terzo, a oltre la metà e, infine, a due terzi pieni. Anche in questo modo si vede come l’attendibilità dell’anagrafe consolare è effettivamente molto maggiore che in passato.

Tra i nominativi ancora da regolarizzare, circa il 20% dei "Solo MAE" (in proiezione sui dati assoluti rilevati alla fine del 2007 pari a poco più di 140 mila nominativi) corrisponde a posizioni per le quali gli Uffici consolari non hanno svolto i prescritti adempimenti (invio del modello Cons01 e dell’atto di nascita per i nati all’estero); poco più del 10% (in proiezione, circa 70 mila nominativi) si riferisce invece a persone che non dovrebbero affatto essere inserite in anagrafe come residenti in quanto stranieri, irreperibili, deceduti, trasferiti o rimpatriati, oppure nominativi nei cui fascicoli non risultano da oltre 10 anni aggiornamenti di posizioni e che, come tali, andrebbero cancellati dalle anagrafi consolari. Il restante 65% dei "Solo MAE" (in proiezione, ben 420 mila posizioni) è invece relativo a posizioni per le quali i Comuni non hanno ancora provveduto alle trascrizioni, malgrado gli Uffici consolari avessero debitamente inviato la prescritta documentazione.

Tra i "Solo MIN" che – ripeto – oggigiorno sono 421mila – invece le sedi consolari – sempre sulla base del citato sondaggio a campione – ne hanno richiesto la cancellazione con i Comuni per il 55%, mentre circa il 45% resta di conseguenza ancora da esaminare e verificare

Questi risultati – evidentemente validi come soltanto indicativi di una realtà anagrafica diffusa in misura diversa in tutta la Rete – sono stati portati a conoscenza del Comitato anagrafico-elettorale, nella seduta del 6 febbraio scorso. Al fine di consentire al maggior numero di connazionali presenti solo nelle anagrafi consolari di poter votare si è comunque provveduto, contando sulla preannunciata decisione del MEF di integrare con ulteriori 3 milioni di Euro il capitolo dei "digitatori", ad un rafforzamento straordinario degli organici degli Uffici mediante il coinvolgimento in loco di numerosi lavoratori interinali. Essi saranno dedicati ad un lavoro straordinario di recupero delle posizioni e di inserimento negli elenchi aggiunti degli elettori.

In due settimane sono state concesse dalla DGIEPM autorizzazioni alla spesa per circa 4,5 milioni di euro che dovrebbero consentire lo svolgimento di circa 1500 mesi/uomo di attività per le anagrafi connessa soprattutto alla scadenza elettorale.

Tali risorse aggiuntive saranno poi ulteriormente integrate per consentire la auspicata messa in funzione della cosiddetta task force che consentirà di recuperare in America Latina ,in un periodo di tempo che stimiamo in circa due anni, l’arretrato di domande di riconoscimento di cittadinanza che riguarda circa 1 milione di persone concentrate in Argentina, Brasile, Uruguay e Venezuela. La task force, in parte già attivata, sarà completata subito dopo la scadenza elettorale e sarà coordinata, in un’ottica di necessaria diversificazione delle funzioni e dei ruoli richiesti dalla stessa normativa sulla cittadinanza, da personale di ruolo aggiuntivo (circa 15 unità su un totale di 50 tra trasferimenti e missioni di lunga durata) e da nuovi contrattisti assunti a tempo indeterminato (almeno 50 su un totale di 150 nuove assunzioni) in quei Paesi. Nel frattempo abbiamo proceduto a verificare direttamente con gli Uffici consolari l’effettivo arretrato giacente , le loro stime di personale e attrezzature necessarie a smaltirlo e la disponibilità di spazi per far lavorare in condizioni adeguati questo personale aggiuntivo sia temporaneo che definitivo.

Per quanto invece riguarda l’assistenza ai connazionali indigenti, ascolteremo il documento sugli anziani italiani all’estero che sarà letto dal presidente della competente Commissione di questo Consiglio Generale per trarne utili suggerimenti sul piano operativo.

Voglio comunque ricordare che si è messa in moto efficacemente la convenzione assicurativa sanitaria in Argentina e che alcuni disservizi che erano stati segnalati dalla rete consolare alla nostra Ambasciata sono stati prontamente affrontati e risolti con riunioni tecniche con l’impresa controparte, la Swiss Medical. Nuove forme assicurative si stanno sviluppando in Brasile dove abbiamo autorizzato –dopo Curitiba – anche il Consolato Generale di Rio de Janeiro a negoziare una polizza adeguata al fabbisogno dei connazionali indigenti. Egualmente dovrebbe entrare in vigore un analogo strumento il 1 luglio in Messico. Voglio precisare che abbiamo chiesto a varie sedi di attivarsi alcuni mesi orsono per ottenere proposte di polizze assicurative e tra queste figurano il Cile , il Sudafrica, l’Egitto, la Tunisia e il Marocco. Siamo per tutte ancora in attesa di un riscontro.

I maggiori fondi sul capitolo 3121 , ottenuti con la Legge Finanziaria, permetteranno il lancio a titolo sperimentale dell’iniziativa dell’assegnazione di un contributo ispirato all’assegno di solidarietà che riguarderà, in una prima fase, i connazionali indigenti , nati in Italia e con più di 65 anni di età che risiedono in America Latina, circa 10 mila persone. Tale scelta è motivata dall’inoppugnabile constatazione che in quella regione le condizioni socio-economiche , seppur – migliorate negli ultimi anni, non possono avvalersi sul piano normativo di quegli ammortizzatori sociali e di quegli elementi di welfare istituzionale che si riscontrano in Europa e nei Paesi anglo-sassoni in generale. Pertanto, dopo aver fatto fronte ai circa 9,4 milioni di spese assistenziali obbligatorie perché decorrenti da impegni formalmente sottoscritti con ospedali istituti geriatrici, case di cura, farmacie ecc.., ed aver fornito agli Uffici consolari le risorse per far fronte a tutti gli impegni ordinari per questo delicato settore, potremo avvalerci di circa 9,5 milioni di euro per il varo – ripeto a titolo sperimentale e propedeutico – dell’assegno di solidarietà in attesa che il nuovo Parlamento riprenda l’esame del progetto di legge unificato che nella legislatura ora cessata era giunto alla fase finale dopo l’esame delle Commissioni .

In queste settimane è proseguita l’attività rivolta alla realizzazione dei due altri obiettivi che il Governo aveva prefissato per il 2008 e cioè lo svolgimento della Prima conferenza dei giovani italiani e di origine italiana nel mondo e l’istituzione del Museo dell’ Emigrazione.

La Prima conferenza è avviata positivamente con il contributo di più di 20 conferenze nazionali o di area che hanno permesso di indicare le linee – guida sul piano concettuale e propositivo dell’evento. Anche l’attività di questo Consiglio, in particolare attraverso la VII Commissione tematica ha rappresentato un prezioso apporto e uno stimolo a sviluppare la consapevolezza dell’importanza di quest’iniziativa di cui si parla da molti anni senza purtroppo averla mai potuta concretizzare. Per riuscire questa volta nell’intento, invece, occorrerà compiere alcuni fondamentali passaggi . Tra questi in primo luogo l’approvazione con la massima sollecitudine, probabilmente da parte del prossimo Governo, di un provvedimento normativo istitutivo del Comitato organizzatore della Conferenza, provvedimento che è già in fase avanzata di predisposizione.

Il decreto di attuazione della disposizione che istituisce il Museo Nazionale dell’Emigrazione – con sede a Roma – è stato invece adottato a gennaio dal Governo. In tal modo si assicura un quadro di certezza giuridica e di stabilità alle attività necessarie alla costituzione del Museo che -come già indicato in precedenza- avrà una duplice valenza: di memoria e testimonianza del passato della nostra grande "diaspora" e di centro di analisi e di discussione delle problematiche connesse ai flussi di immigrazione oggigiorno diretti verso l’Italia.

Per quanto riguarda l’insegnamento della lingua italiana all’estero stiamo provvedendo alla distribuzione agli Enti gestori del contributo ordinario per il 2008 sulla base dei fondi effettivamente disponibili sul capitolo 3153 che hanno subito una decurtazione di oltre 4 milioni per effetto dell’accantonamento predisposto dal MEF. I dati rilevati attraverso la rete diplomatico-consolare attestano un’ulteriore crescita nell’anno scolastico 2006/2007 del numero degli alunni che ha raggiunto i 640mila studenti rispetto ai 550 mila dell’anno scolastico precedente. Sono dati ,comunque, che vanno sottoposti a verifica puntuale. Posso inoltre assicurare che le proposte di revisione della circolare n.13 del 2001, che saranno illustrate dal presidente della competente Commissione tematica in forma organica e puntuale nel prosieguo dei lavori di quest’Assemblea, troveranno un interlocutore attento nella DGIEPM.

Tra gli altri progetti che hanno visto la luce in quest’ultimo periodo ricordo qui la tessera di sconto It.Card . Dopo alcune incertezze iniziali, essa si può considerare oramai consolidata. E’ forse utile qui rilevare che alcune delle lamentele raccolte anche dai mezzi di informazione sono dovute al fatto che non è stata sempre illustrata correttamente ai beneficiari della It.Card la modalità per accedere agli sconti previsti. Infatti abbiamo rilevato che non sempre era noto all’interessato che per ottenere il biglietto ferroviario scontato era necessaria la previa registrazione mediante l’apposita password nella sezione del sito internet di Trenitalia . Proprio a partire dai giorni scorsi inoltre, in virtù di un apposito decreto del Ministero dei beni culturali , è possibile per i titolari della card ottenere anche uno sconto nei musei e siti archeologici nazionali.

Un’altra innovazione importante è stata rappresentata dalla possibilità di emissione dal giugno 2007 delle carte d’identità da parte degli uffici consolari. Al notevole sforzo organizzativo di tutta la rete ha fatto peraltro riscontro una domanda inferiore alle attese che si è limitata a poco più di 6000 carte rilasciate nei primi 6 mesi.

Ringrazio per l’attenzione ed auguro a tutti i presenti buon lavoro. (Franco Danieli)

 

 

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