4549 SILVIA FINZI CANDIDATA AL SENATO PER IL PD NELLA RIPARTIZIONE AFRICA,ASIA, OCEANIA E ANTARTIDE

20080312 19:34:00 redazione-IT

TUNISI – Nata in Tunisia nel 1954, professore ordinario al dipartimento d’italiano della Facoltà di Lettere e Scienze Umane di Tunisi, Silvia Finzi è una dei candidati al Senato del Partito Democratico nella ripartizione Africa Asia e Oceania della circoscrizione estero. Ha deciso di candidarsi perché, spiega, "tutto rimbomba nel mondo e ci ritorna con un’eco assordante. Per noi italiani all’estero questa eco si concretizza in immagine e condiziona il nostro lavoro, il modo in cui siamo percepiti, la nostra integrazione nei paesi esteri in cui operiamo. L’Italia suscita simpatia, consensi e interesse all’estero ed in particolare sulla riva sud del Mediterraneo. Non sprechiamo questo patrimonio ottenuto anche grazie al nostro lavoro".

"Walter Veltroni ha detto: "l’Italia può riconquistare una posizione di eccellenza nell’economia globale se utilizza pienamente una risorsa troppo a lunga trascurata: gli italiani residenti all’estero". Condivido questa posizione e – aggiunge al candidata – penso che la mia azione sul terreno sia in sintonia con i sei punti programmatici del PD che riguardano gli italiani all’estero".
Sei i punti programmatici che la Finzi, se eletta, si propone di attuare. Il primo riguarda l’"informazione circolare", cioè quella dall’Italia agli italiani all’estero e tra questi ultimi, e viceversa, "sulla cultura italiana e le esperienze della nostra comunità all’estero, utilizzando anzitutto il servizio pubblico radio televisivo italiano, anche rimuovendo i programmi criptati".
Al secondo punto, figura la promozione della lingua e della cultura italiana, "con la riforma – già promossa dai Parlamentari eletti all’estero – delle leggi e dei relativi Regolamenti. Essenziale, a questo scopo, la riforma dei Comites e del Cgie". Nel programma della Finzi anche la legge per il riacquisto della cittadinanza e la riorganizzazione dei Consolati, "utilizzando le professionalità degli italiani all’estero nei servizi consolari, nell’informazione, nelle attività di promozione della lingua, della cultura e del Made in Italy, e valorizzando le associazioni a scopo non lucrativo degli italiani residenti all’estero, i servizi dei patronati".
La candidata si batterà anche per una "diversa regolazione della imposizione fiscale e tariffaria (ICI, TARSU) sulle abitazioni di proprietà in Italia degli italiani residenti per quasi tutto l’anno all’estero e piena attuazione della Finanziaria 2008, in tema di assegno di solidarietà".
Infine, la valorizzazione delle eccellenze italiane nel mondo attraverso "il sostegno di scambi di esperienze e progetti tra Università italiane e straniere, con il coinvolgimento di professionalità italiane operanti all’estero".
"Aderisco a questa volontà, che si è espressa nelle liste del PD, di costruire un’Italia sul valore di un’assoluta parità tra donne ed uomini. Ritengo – conclude – che l’esercizio alla parità ed alla partecipazione sia tra i più importanti valori di un democratico".
Figlia di Elia Finzi, fondatore ed editore da 50 anni del Corriere di Tunisi, Silvia ricorda brevemente la storia della sua famiglia, emigrata in Tunisia nella prima metà dell’Ottocento per ragioni politiche. "Repubblicana e mazziniana – racconta – trovò rifugio su questa sponda sud del mediterraneo. Qui aprì la prima tipografia privata del paese e continuò la sua azione a favore dell’Unità d’Italia. Alla fine dell’Ottocento, l’emigrazione di massa la vide impegnata nell’organizzazione sociale, culturale ed economica di una collettività che superò le centomila unità nella prima metà del Novecento. L’attitudine anti-fascista di mio nonno ne fece una persona non grata al regime. Ad aggravare ulteriormente la situazione, l’applicazione delle leggi razziali nelle scuole italiane di Tunisi impedirono a mio padre Elia di proseguire i suoi studi. Veniva negata, in questo modo, un’appartenenza così profondamente sentita che non si immaginava potesse un giorno essere rimessa in discussione; la rivelazione che l’identità italiana non era più un fatto scontato, ma una conquista, fu un vero e proprio trauma. Da questa storia nacque il bisogno di proporre un’italianità che non si identificasse con quella propagandistica del regime ma si fondasse su ideali di libertà e giustizia". Un ideale, in nome del quale nacque il Corriere.
"Io – scrive ancora la Finzi – mi sento in continuità con questa mia storia che significa proseguire questo percorso di convivenza, di progresso e di libertà nel rispetto di sé e degli altri: questi sono gli aspetti che compongono il mosaico della mia italianità e questi sono i valori che riconosco nel partito al quale appartengo, il Partito Democratico che è un’identità plurale, sola garante della tua libertà e della mia libertà proprio perché usa il plurale e mai l’esclusione del singolare".
La Finzi, quindi, si definisce membro "della cosiddetta emigrazione italiana storica che ha portato con sé un bagaglio di saperi, di ricordi, di miti, che ha permesso alla gente di riconoscersi, di ricostituirsi, di costruirsi, di mantenere e difendere una sua identità italiana . Voglio ricordarla perché dobbiamo riconoscerle il merito di non aver dimenticato da dove veniva e di aver sempre operato perché dell’Italia si avesse una percezione di operosità e di serietà attraverso il suo lavoro ed il suo impegno. D’altra parte – sottolinea – essa è, nella storia delle migrazioni passate e presenti, un esempio di integrazione riuscita. A questi primi italiani all’estero si sono aggiunti dagli anni 70 ad oggi nuove tipologie dell’essere italiano: matrimoni misti, figli bi-nazionali e bi-culturali, nuove energie imprenditoriali che – conclude – hanno fatto evolvere il mio sentimento d’appartenenza proiettandomi verso un futuro ed una maggiore diversità della presenza italiana all’estero". (aise/Eminotizie)

 

 

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