4533 RIZZUTI (Germania): Dall’impegno sociale nelle Acli a candidato per “La Sinistra – l’Arcobaleno"

20080310 23:26:00 redazione-IT

Dall’impegno sociale nelle Acli alla candidatura per il Parlamento italiano ne “La Sinistra – l’Arcobaleno”
Intervista a Gianfranco Rizzati, candidato nella lista “La Sinistra – l’Arcobaleno” per la Camera nella ripartizione Europa.

Gianfranco Rizzuti è nato a Decollatura, in provincia di Catanzaro, il 28.05.1958. E’ laureato in scienze politiche. Vive in Germania dal 1984, è sposato e padre di due figlie di 18 e 16 anni. Operatore sociale e dell’informazione, responsabile del Patronato Acli di Friburgo, presidente della commissione “promozione informazione, turismo e cultura” del COMITES di Friburgo. Componente della presidenza federale ACLI Germania con delega alla formazione e del consiglio generale della FAI (federazione ACLI Internazionale). E’ stato tra i fondatori della ”Linke Liste – Solidarische Stadt” della città di Freiburg.
EMIGRAZIONE NOTIZIE lo ha intervistato telefonicamente. Questo il resoconto del colloquio.

Come mai un dirigente delle ACLI Germania sceglie di candidarsi per “La Sinistra – l’Arcobaleno”?

Provengo da un’esperienza politica concretizzatasi a partire dalla metà degli Settanta in Italia, nell’impegno nel movimento studentesco e nel PCI. Il mio impegno nelle Acli coincide con la mia esperienza migratoria che risale agli anni ’80 ed ha costituito per me un importante momento di crescita e di verifica sul campo di ciò che ha significato e che significa l’emigrazione italiana. II movimento aclista in Germania ha sempre rivendicato l’ autonomia dalla politica. Un’autonomia che non è mai stata sinonimo di neutralità, ma di scelta consapevole. Le Acli Germania, ma non solo esse, nella propria storia in emigrazione hanno sempre tenuto alti i valori di giustizia, di uguaglianza, di libertà, di solidarietà, di democrazia, attraverso una autonoma capacità di lettura della realtà. Gli interessi e le aspirazioni dei lavoratori, dei soggetti socialmente deboli, degli ultimi, hanno sempre avuto un ruolo centrale nell’ impegno aclista come anche per l’associazionismo di sinistra legato alla FILEF o per le organizzazioni dei sindacati italiani come la CGIL in questo paese, con i quali c’è stata sempre grande sintonia. In coerenza, quindi, con l’impegno sociale e civile della mia vita ho deciso di accettare la candidatura al Parlamento italiano nella formazione “La Sinistra – l’Arcobaleno”, che a mio parere meglio incarna i valori, di eguaglianza, giustizia, difesa e rispetto dei diritti degli uomini e delle donne, a prescindere dalla loro provenienza. Questo è stato il riferimento costante della mia vita e del mio impegno nella società.

La campagna elettorale de “La Sinistra – l’Arcobaleno” in Italia ha come slogan “Una scelta di parte”; non è in contraddizione con il suo passato?

Non mi pare. E’ una scelta di parte per un’alternativa politica che, per dirla con le parole di Fausto Bertinotti: “Apre un percorso che risponde a un bisogno diffuso, in Italia e in Europa, in cui grandi disuguaglianze sociali si accompagnano a interrogativi di fondo sul futuro individuale e collettivo di tutti noi. Oggi sono in gioco, non solo le conquiste sociali dei lavoratori, delle donne, del movimento pacifista ed ecologista, nati dalla vittoria sul nazifascismo, ma anche il diritto al lavoro e all’auto-organizzazione per la difesa dei propri diritti’’. È necessaria un’alternativa a quella politica che non vorrebbe essere “disturbata” dai cittadini e che chiude gli occhi, facendo finta che tutto vada bene, se va bene per i poteri forti della grande finanza internazionale e delle imprese multinazionali che, come la Nokia a Bochum, chiudono e delocalizzano, anche se l’azienda è in attivo. Attenendomi comunque ai principi che regolano la vita dell’associazione e che prevedono un’incompatibilità tra candidatura e ruolo di dirigente nel movimento, ho rassegnato le mie dimissioni dagli incarichi che attualmente ricopro all’interno delle Acli.

In che modo intende trasferire il suo impegno dalla società civile alla politica?

Certamente combattendo quella “politica” che alimenta falsi bisogni per distogliere la gente dai problemi reali; promuovendo, al contrario, una politica che dia attenzione ai più deboli, una politica capace di sporcarsi le mani con la realtà quotidiana, anche se dura e scomoda, una politica che sappia confrontarsi con le contraddizioni e che metta al centro la persona, con i suoi limiti e i suoi bisogni e diritti.

Le sue posizioni sull’ ”integrazione” nei paesi ospitanti sono chiare, gliele riassumo con una frase tirata fuori da un suo articolo: “La nostra battaglia, lo abbiamo detto e lo ripetiamo, è per l’integrazione e la completa partecipazione politica qui (nei paesi ospitanti) ed ora”. Come si concilia con la sua candidatura al Parlamento italiano?

Resto convinto dell’importanza del processo d’integrazione e di partecipazione nelle società dei paesi dove viviamo, anche in questo momento decisivo per il futuro politico dell’Italia. Anzi, continuo a sostenere che questo è l’obiettivo fondamentale. La mia attività, sia politica che sociale, è stata sempre improntata ad evitare la chiusura dei nostri connazionali nel piccolo mondo italiano, nell’”autoghettizzazione”. Queste mie idee credo di averle coerentemente messe in pratica nel mio impegno attivo con le organizzazioni della sinistra tedesca. Sono stato tra i fondatori e candidati della” Linke Liste – Solidarische Stadt” per le elezioni comunali di Friburgo, consigliere dell’”Ausländerbeirat” della città di Friburgo fino al settembre del 2005, tra i fondatori del Forum Sociale di Friburgo. Insomma, ho dedicato molto del mio impegno civile e sociale nelle battaglie per i diritti dei migranti italiani, turchi, ex jugoslavi, greci, spagnoli e così via. L’aver accettato la candidatura nella lista “La sinistra – l’arcobaleno” non rappresenta assolutamente una rottura con il mio impegno nel paese ospitante, al contrario mi sembra una logica conseguenza. Lo sapete, in Italia, che i figli dei nostri connazionali condividono con i figli degli altri migranti il livello più basso di qualificazione scolastica e professionale? O che vantiamo tra i più alti livelli di disoccupazione? A volte, gli stessi tedeschi rimangono stupiti da questi dati, perché tutti pensano che gli italiani in Germania siano perfettamente integrati. Invece non è così. E qualcuno dovrà pur dirlo che nel centro dell’Europa si vivono ancora livelli così consistenti di marginalità in una comunità che conta 700.000 persone. Bisognerà riflettere meglio sul modo in cui la Germania, l’Italia, l’Europa intendano risolvere queste problematiche che riguardano una comunità che tra l’altro non è extracomunitaria. Affrontare seriamente questi problemi dipende molto dalla capacità di porli all’attenzione generale. La Sinistra – l’Arcobaleno può farlo.

Lei ha qualche bacchetta magica?

No. Grazie a Dio. Ho sempre pensato e continuo a pensare che i risultati si ottengono attraverso una ampia partecipazione della gente. E penso anche che bisogna avere il coraggio di affrontare questa campagna elettorale senza ipocrisie e con prospettive che non si limitino all’immediato. Dovremo tematizzare la necessità di ridare sostanza alla battaglia per l’integrazione e la completa partecipazione politica nei paesi d’accoglienza, la difesa delle diversità culturali, dei diritti di cittadinanza e del lavoro, collegandoci alle forze politiche e sociali che nei paesi ospitanti si battono per gli stessi obiettivi. Attraverso queste battaglie di civiltà possiamo anche dare un importante contributo al dibattito sull’immigrazione in Italia, che trovo molto al di sotto del livello di qualità auspicabile. Per esempio, chi sa, in Italia, che sono state proprio le lotte dei nostri emigrati in Australia o in Canada a permettere l’affermazione del concetto di multiculturalità in quei paesi?

Quali prospettive quindi per gli italiani emigrati in Europa e quali obiettivi si pone per la sua campagna elettorale?

Come ho già detto, non devono ingannare i parziali risultati raggiunti dagli italiani in questi ultimi 30 anni di emigrazione in Europa e il relativo, ed apparente, buon livello di inserimento nei paesi d’accoglienza. Il fatto che tanti ristoranti siano italiani e che la nostra cultura culinaria abbia conquistato l’Europa è positivo, ma non decisivo. Parallelamente abbiamo migliaia di bambini nelle “Sondershulen” (scuole differenziali) e solo pochi dei nostri giovani arrivano all’Università. Quindi, ad esempio, il sostegno scolastico e la formazione sono fondamentali per noi italiani che viviamo in Germania. Sono misure che vanno certamente migliorate e generalizzate anche in collaborazione con le istituzioni tedesche e che rappresentano, per noi, un pezzo importante dell’alternativa che vogliamo costruire e uno degli strumenti principali per migliorare la situazione occupazionale dei giovani italiani. Oppure, pensiamo alla mobilità e ai processi migratori con i quali quotidianamente siamo chiamati a confrontarci. È facile constatare, per chi abbia l’accortezza di farlo, che non sono solo manager coloro che partono ancora da Cosenza, da Catania, da Napoli. Sono uomini e donne, anche laureati o diplomati, che partono con speranze vaghe e senza certezze e che sempre più spesso rientrano nei Paesi di origine, dopo aver constatato l’impossibilità di trovare lavoro e di veder riconosciute le loro capacità e professionalità. Bisogna, infatti, dire che la precarietà non è solo un realtà italiana. Un tempo, per chi emigrava in Germania, oltre al salario, anche i diritti sociali e sindacali erano garantiti, oggi, purtroppo, appaiono sempre più un’illusione. Costruire un’alternativa vuol dire quindi dare dignità e diritti al lavoro in ogni paese e in ogni contesto. Oppure, pensiamo alla situazione delle prime generazioni di emigranti che stanno invecchiando in quei Paesi dove volevano restare solo qualche anno per lavorare, risparmiare, costruire la casa al proprio paese e rientrare: oggi, quelle persone sono sempre di più costrette a vivere con pensioni miserabili, in molti casi appena sufficienti per sopravvivere. Costruire un’alternativa significa impegnarsi affinché il diritto ad invecchiare con dignità non rappresenti un privilegio, ma sia un bene godibile per tutti.

Quindi, quale approccio per la sua campagna elettorale?

Il mio impegno in questa campagna elettorale avrà come punto di riferimento gli interessi reali, le aspettative e, perché no, i sogni dei migranti italiani e nello stesso tempo lavorerò affinché “La Sinistra – L’Arcobaleno” diventi sempre più, in emigrazione, il soggetto politico democratico e partecipativo in grado di recepire e dare concretezza alle loro istanze.

 

 

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