4576 RENATO PALERMO (Partito Democratico) è il candidato al SENATO per l'Uruguay

20080314 16:24:00 redazione-IT

“Sono 3 i punti principali del nostro programma:
i vincoli economici e culturali con il Sud America,
l’assegno di solidarietà e l’assistenza sanitaria
(di Federica Manzitti- La Gente d’Italia)

Renato Palermo affronta la sua prima corsa al Senato italiano con la maglia del PD. Membro dell’Assemblea Costituente alle primarie in cui ha trionfato Veltroni, anche all’estero, è l’unico candidato del Partito Democatico in Uruguay, il primo da quando esisteva l’Unione.
"L’affluenza al voto in questo paese registrata alle scorse elezioni del 2006 ha il suo peso", racconta, "abbiamo raggiunto il 64 percento degli aventi diritto, un record mondiale, ed ottenuto 8000 voti per la maggioranza senza avere un candidato locale.

E’ logico che questo dato abbia costituito un fattore determinante".
Palermo sta raccogliendo le sue cose nell’ufficio dell’INCA del quale è responsabile ma dal quale ha preso l’aspettativa così come le direttive del patronato impongono a chi concorre alle elezioni.
"Solo con noi, con il Paritto Democratico, e quindi con me, l’Uruguay ha qualche possibilità di arrivare a decidere a Roma. Gli altri candidati, anche nell’eventualità che riescano a farcela, non avranno l’appoggio politico necessario per poter incidere nella politica italiana".
Le liste civiche quindi. A Roma vengono considerate una pericolosa dispersione dei voti. Lei cosa ne pensa?
"Penso che i candidati delle liste civiche sfruttano il consenso ottenuto dalle associazioni per il loro tornaconto. In Argentina, soprattutto, si lavora così".
L’associazionismo e la sua riforma sono uno dei temi che la crisi di governo ha lasciato in sospeso.
"Il CGIE se n’è occupato anche nella assemblea plenaria di Roma che si è appena conclusa. Nel periodo della presidenza Carozza ci si sta preoccupando di affrontare alcuni problemi classici tra cui, appunto la scarsa partecipazione giovanile.Si sta lavorando per realizzare comunque la Conferenza Mondiale dei Giovani . E si sta riflettendo sul fatto che l’associazionismo da più di un secolo e mezzo con la sua la presenza nelle realtà locali ha garantito quella coesione, quell’identita’ che fanno oggi le comunita’ italiane all’estero quello che sono. Logicamente però ora il sistema e’ in crisi perche’ i tempi cambiano e il CGIE deve tenerne conto".
Tornando alle elezioni: secondo alcuni ci sarà un’affluenza alle urne più scarsa rispetto alle passate consultazioni.
"C’è una percentuale minoritaria di italiani nati in Italia che segue la politica del Belpaese e che si informa e partecipa costantemente alle attività. Poi c’e’ una componente maggioritaria di nuovi cittadini che hanno votato nel 2006 per senso di responsabilita’, perchè spinti dalla volonta’ di partecipare e di sentirsi cittadini, ma senza grandi aspettative. Non tutti fanno il passaporto per andarsene in Spagna o negli Stati Uniti a cercare delle condizioni di vita migliori. Ci sono anche tanti italodiscendenti che hanno legami culturali ed affettivi con il nostro paese e che partecipano spontaneamente alla nostra vita politica. Credo che loro siano la maggioranza".
Parliamo del programma. Su quali punti insisterete?
"Vogliamo continuare nella lotta che portiamo avanti da 30 anni e che si poggia su tre linee fondamentali: l’assegno di solidarietà, l’assistenza sanitaria, i vincoli economici e culturali tra Italia e Sud America. Riguardo all’assegno di solidarietà pensiamo che l’Italia abbia l’obbligo di assumersi la responsabilità di occuparsi delle persone che, nate nel Bel Paese, non hanno avuto modo per una ragione o per l’altra di ricevere una pensione, ma che avendo comunque contribuito in maniera indiretta alla crescita dell’Italia devono vedersi riconosciuto un diritto. Si tratta di persone che oggi si trovano a dover vivere con 2-3mila pesos al mese ( l’equivalente di 70-100 euro) e si trovano quindi in condizione di necessità. Per loro non chiediamo molto: un aiuto di 150 euro; non siamo portati ad esigere più dello stretto necessario, ma per questo ci stiamo battendo da anni. Nel 2008 ci sarà finalmente una sorta di anticipo sull’assegno di solidarietà per il quale sono stati recuperati 10 milioni di euro. I fondi a disposizione ci consentiranno di occuparci solo dei casi più urgenti, ma è un segnale concreto molto positivo anche per poter recuperare delle risorse adeguate che ci consentano di allargare il numero di persone che possano beneficiarne. Dobbiamo andare avanti su questa strada".
E l’assistenza sanitaria?
"L’Uruguay è stato un paese all’avanguardia nel mondo su questo tema. Già all’epoca del Console Bellotti (quello precedente al Console Michele Pala) abbiamo stretto un accordo con il sindacato medico e potuto così fornire un servizio alternativo a quello pubblico locale per chi non riusciva a vedere tutte le sue necessità di assistenza medica soddisfatte. Il sindacato ha poi deciso di revocare la convenzione ed è stato faticoso, insieme al Consolato, trovare un sostituto. Oggi circa 200 persone in Uruguay stanno beneficiando della nuova convenzione, ma dovremmo allargare il bacino di utenza a 5-600 persone che sono poi coloro che hanno diritto e necessità di questo tipo di servizio".
E il terzo punto?
"Stringere ulteriormente i vincoli economici e culturali con l’Italia. Questo significa imprenditoria, formazione e giovani. Stiamo lavorando da tempo per agevolare l’internazionalizzazione delle imprese e per ottenere il riconoscimento dei titoli di studio all’estero" Palermo cita anche un’iniziativa portata avanti dal soggetto politico che rappresenta grazie alla quale si sono avviati contatti tra il locale Ministero dell’Allevamento e il Ministero delle Attività Produttive italiano insieme ad alcune Regioni per uno scambio.
"L’Italia ha la tecnologia che serve al questo paese per potenziare i suoi piani di sviluppo. Dal suo canto l’Italia ha dei piani di internazionalizzazione delle piccole-medie imprese che sono conciliabili con la nostra realtà. Adesso il lavoro è in stand-by, ma contiamo di riprenderlo se le condizioni politiche lo consentiranno" Nel programma del PD sul fronte uruguayano ci sono anche i vecchi cavalli di battaglia ossia la promozione della lingua italiana e della cultura. Sullo sfondo di una attività più ampia che ha visto il Governo uscente lavorare alla creazione di un Museo delle Migrazioni e di un’Universita’ Italo Latino Americana.
La campagna elettorale?
"Ci stiamo lavorando in queste ore. Abbiamo poco tempo e i mezzi di comunicazione per raggiungere gli elettori non sono tantissimi. Ma conto che riusciremo ad organizzare una serie di incontri con le comunità italiane delle regioni dell’interno del Paese e forse anche a recarci a Porto Alegre".
La sfida quindi sta per entrare nel vivo.

 

 

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