4554 ARGENTINA: Il Candidato eccellente, Esteban Caselli, ex ambasciatore in Vaticano ai tempi di Menem

20080312 20:00:00 redazione-IT

Una rodomontata che piú rodomontata non si puó! – scrive Oscar Piovesan dalla redazione di Buenos Aires di Gente d’Italia, quotidiano delle americhe diretto da Mimmo Porpiglia – Da Rodomonte che, secondo quanto recitano i dizionari, é chi fa il prepotente e si cimenta in imprese temerarie per affermare la propria superioritá ed assume un atteggiamento spavaldo. C’é venuto in mente tutto ció quando, ieri, percorrendo la lunga Avenida Mitre di Avellaneda, a ridosso di Buenos Aires, per cuadras y cuadras, abbiamo visto una quasi ininterrotta sfilza di manifesti di Esteban Caselli, l’ex ambasciatore
in Vaticano ai tempi di Menem, paracadutato dal Popolo della libertá come capolista per il senato per l’America del Sud.

La maggior parte in
un fotomontaggio in cui lo si vede abbracciato a Berlusconi e i
restanti con il suo paffuttello e sorridente volto da ‘obispo’, come
tutti lo chiamano in Argentina per i suoi strettissimi rapporti con la
Santa Sede. Un interminabile muro di ‘afiches’! Che, detto in termini
politici alla luce di quanto significa il tran tran del voto per gli
italiani all’estero, appare appunto una rodomontata per dire di brutto
ai suoi avversari “guardate che c’ho li sordi”! Stando ai si dice,
sembra che il Pdl ne abbia scuciti non pochi, cosí come che
l’ineffebale Caselli abbia non poco del suo. Manco lo spagnolo
Zapatero, nella campagna che gli ha appena consentito di vincere le
elezioni, per quanto abbiamo visto aveva tappezzato cosí alla grande i
muri di Avellaneda!!!
Insomma un avviso ai naviganti! Ed in proposito, sempre per quanto
abbiamo visto, finora solo il senador Pallaro é ricorso ai manifesti,
ma, rispetto a lui, sembra un avvio da nanetto. Se tanto ci da tanto, é
probabile che Caselli, nei prossimi giorni, intensifichi la sua
campagna con spot televisivi a iosa. In pratica, il Rodomonte in
questione, poiché, per dirla con il tango ch’ha i ‘borlacos’ (e ci
sembra un ‘compadrito’) é in grado di surclassare ogni rivale.
Tutto ció, quindi, merita un’immediata serie di considerazioni.
Partendo da alcuni dati di fatto. “El obispo” é un assoluto Carneade
nella comunitá. Tant’é che gli aventi diritto non sanno proprio chi
sia. Pertanto c’é da porsi subito una prima domanda: i manifesti giá
per le strade ed i certi spot che arriveranno potranno influire nella
generalizzata indifferenza dei nostri connazionali, per lo piú dai 60
anni in su, e spingerli a votare SPONTANEAMENTE per lui quando
arriveranno le schede solo perché presi a cannonnate comunicazionali?
Lo dubitiamo. Ma tutto puó essere. Ecco quindi che Pallaro, il deputato
uscente Ricardo Merlo, l’imprenditore Eugenio Sangregorio e chi fará la
campagna per il Partito democratico di Veltroni non potranno non tener
conto di tale possibilitá. Insomma dovranno raddoppiare i loro sforzi
pur se, al contrario di Caselli, chi piú chi meno, sono invece noti e
stranoti alla comunitá in sé.
E qui, bisogna dire pane al pane. Se l’Obispo c’ha i pesos, contanti e
sonanti, per manifesti e spot, gli avrá anche per i ‘punteros’: in
pratica per il ‘porta a porta’ per dare una mano agli aventi diritto su
come riempire le schede. E, per questo fatidico aspetto, le cose si
complicano, almeno in Argentina. Vediamo perché. Il quotidano ‘Clarin’,
quando Caselli si é anticipato alla presentazione delle liste avvenute
lunedí a Roma, alla luce dei chiacchieratissimi trascorsi dell’ex
ambasciatore, ha subito rilevato che é un “irriconciliabile avversario”
dell’ex presidente Nestor Kirchner. Insomma della Casa Rosada. Tant’é
che, anche il quotidiano ‘Critica’, ha giá avvertito che l’ex
presidente Duhalde “ha appoggiato la candidatura di Caselli, cosí come
lo hanno fatto De Narváez, Puerta, Araoz e Toma”, cioé dirigenti grandi
e piccoli del peronismo ultraconservatore che Kirchner ha lasciato
fuori dal modernizzato e riorganizzato Partito Giustizialista che
s’appresta a presiedere.
In termini politici, ció vuol dire che soprattutto Merlo e Pallaro, ma
anche il new entry Sangregorio, pur se non lo diranno espressamente,
non potranno non farsi dare una mano dal peronismo che ha piú che mai
in uggia i Duhalde e compagnia. E non dovrebbero trovare le porte
chiuse poiché tutto fa supporre che Caselli abbia colto la palla al
balzo dell’imprimatur berlusconiano, non solo per conquistare una
poltrona a Palazzo Madama, ma anche per giocare un suo ruolo nella
politica interna argentina, tentando di dare una mano di nuova vernice
alla sua non certo accreditata immagine.
Un fatto, questo, del tutto inedito nell’ambito del voto degli italiani
all’estero. Per quanto ne sappiamo, infatti, in tutto il mondo, nessun
altro parlamentare o candidato de’ noantri ha avuto o ha un posto di
rilievo, nel male o nel bene, come lui nella politica del Paese in cui
si presenta.
In ultima istanza, una serie di aspetti singolari che daranno un
significato del tutto particolare alla campagna elettorale, soprattutto
in Argentina, ma anche nell’intera America del Sud. Quanto sopra non é
che il primo tentativo di anticiparne i principali fattori. Quando
sentiremo le prime reazioni a cotanta rodomontata di cotanto rivale da
parte di Pallaro, Merlo, Sangregorio, il Pd e degli esponenti della
Sinistra Arcobaleno cercheremo di svisceranre gli sviluppi e tentare di
pronosticare i risultati di un confronto che, a ojo de buen cubero,
appare giá uno contro tutti.

 

 

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