4592 Vita e miracoli di Esteban Caselli, l'italo-argentino del Pdl che rischia di arrivare in parlamento

20080315 15:41:00 redazione-IT

Cacho, il diavolo e l’acqua santa: Le frequentazioni vaticane, l’amicizia poi rotta con Menem, l’abbraccio con Berlusconi.
di Sebastian Lacunza (Buenos Aires)

Non si è ancora spenta la guerra dei cartelli tra Mariano Rajoy e José Luis Rodriguez Zapatero, che un’altra alluvione di proselitismo proveniente dall’Europa ha inondato le strade di Buenos Aires, a caccia degli elettori argentini con doppia nazionalità. In questo caso il volto sorridente di Silvio Berlusconi è arrivato accompagnato da una sorpresa: l’influente Esteban Cacho Caselli, el obispo (il vescovo), è uscito dall’ombra per chiedere apertamente il voto degli italo-argentini per il Popolo della Libertà.
In un buon montaggio fotografico, Caselli appare abbracciato a Berlusconi e regala un saluto in stile peronista dai muri della capitale argentina.

Ex ambasciatore presso il Vaticano del presidente peronista conservatore Carlos Menem ), eterno frequentatore dei corridoi vaticani, è stato lo stesso candidato premier del Pdl a chiamarlo al telefono per offrirgli un posto nelle liste per il senato del collegio elettorale del Sudamerica.
Anche se la sua faccia non è nota al grande pubblico, la storia di Caselli lo è invece parecchio all’interno soprattutto dei circoli del potere. Un fatto in particolare ha contribuito a forgiare il mito dell’obispo. Dagli anni Novanta fino ad oggi, i suoi maneggi hanno avuto il potere di influire su decisioni prese da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, e sempre per favorire l’ala più conservatrice della politica e della chiesa cattolica argentina.
L’alleanza chiave che ha reso potente Caselli è stata quella con l’ex segretario di stato vaticano monsignor Angelo Sodano, costruita all’arrivo dell’argentino in Vaticano nel 1997 dopo aver occupato incarichi politici con il governo Menem. Sodano ha lasciato l’incarico nel 2006 ma Cacho sembra invece aver mantenute intatte alcune risorse, nonostante il fatto che il presidente peronista di centrosinistra Nestor Kirchner e il suo successore, la moglie Cristina, lo abbiano allontanato dal governo.
Il suo curriculum non si esaurisce nell’abilità a procurare udienze dal papa a personaggi dubitabili, a realizzare con successo attività di lobby, a favore della designazione di vescovi di estrema destra e vicini alla dittatura militare ), o nel bloccare la designazione di un ambasciatore argentino presso la Santa sede (come accade in questi giorni).
L’ex ministro all’economia e candidato presidenziale Domingo Cavallo e altri politici d’opposizione già dieci anni fa indicarono in Caselli l’artefice di un’operazione di contrabbando di armi alla Croazia e all’Ecuador, una vicenda per la quale Menem finì in prigione nel 2001. Con una storica capriola che accese la furia dell’ex presidente, la testimonianza di Caselli fu la chiave perché Menem passasse un po’ di tempo in galera come il capo di un’associazione a delinquere, accusa dalla quale fu assolto lo stesso anno.
Caselli si mise però sotto la protezione dell’arcinemico peronista di Menem, l’altro ex presidente Eduardo Duhalde ). Era il tempo del que se vayan todos, la storica rivolta degli argentini nel 2001 e nel 2002, ma Caselli continuò ugualmente a sopravvivere nel backstage della politica argentina.
In ogni caso, ciò che pare non essersi mai interrotto è il patto di ferro di Caselli con il circolo mediatico, politico e imprenditoriale che ha appoggiato Menem. L’appoggio più importante, finché è durato, è stato quello di Alfredo Yabran, potente imprenditore che Menem rese potentissimo e che finì per suicidarsi nel 1998 dopo essere sfuggito a un ordine di cattura per l’omicidio del fotografo José Luis Cabezas, fatto assassinare l’anno precedente.
Grazie alle giravolte della politica, attraverso una riconciliazione e dopo essersi allontanato da Duhalde, Caselli – designato «Gentiluomo di Sua Santità» – fu la chiave perché Menem riuscisse a trovare un introvabile posto a sedere a San Pietro in occasione dei funerali di Giovanni Paolo II.
Altri dettagli del suo foglio di servizio segnalano che nel 1999, per zittire il vescovo Rafael Rey, Caselli lo chiamò e gli offrì denaro in cambio di silenzio (lo rivelò lo stesso sacerdote dopo il pensionamento).
Tanto prestigioso passato non finisce qui. La giornalista Olga Wornat indica che Cacho sarebbe stato consigliere degli ex dittatori Roberto Viola e Reynaldo Bignone, negli oscuri anni delle desapariciones in Argentina.
Caselli competerà per un seggio al senato, tra gli altri, con l’imprenditore Luigi Pallaro, indipendente di centrodestra che nella passata legislatura appoggiò invece Romano Prodi e che adesso si è avvicinato a Berlusconi, e la candidata di centrosinistra Mirella Giai, oriunda della città di Rosario, altro grande distretto argentino con presenza italiana.

http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/14-Marzo-2008/art20.html

 

 

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