4591 Urne e manganello, ticket di Pallaro: un ex picchiatore e un indagato

20080315 15:39:00 redazione-IT

El senador italo argentino candida il neofascista Stefano Andrini, condannato nel 1989

di Giacomo Russo Spena (da il Manifesto del )

Se Berlusconi candida fascisti e collaborazionisti dei generali argentini, el senador non è certo da meno. Torna ai vecchi amori, Luigi Pallaro, «el hombre vertical», il vecchio amico del repubblichino Mirko Tremaglia. Senza più freni, dopo essersi finalmente liberato dell’ala più progressista incarnata dal suo ex capolista alla camera nel 2006 Ricardo Merlo che oggi corre da solo in competizione col centrosinistra, il potente leader dell’imprenditoria italoargentina presenta nelle sue liste un ticket da brivido: Stefano Andrini e Adriano Bonaspetti, anime nere di Porto Alegre, Brasile. Nei loro siti si indica di votare il primo alla camera e il secondo al senato.

Adriano Bonaspetti, 73 anni, in Sud America viene chiamato «Malaspetti». Presidente del Comites (Comitato italiani residenti all’estero) locale, è indagato nello stato di Rio Grande do Sul per frode, essendo accusato di aver ottenuto con l’aiuto di un complice francobolli acquistati dal parlamento brasiliano ad uso esclusivamente interno, e di averli utilizzati durante la campagna elettorale del 2006.
Ma è Stefano Andrini la figura più nera con un curriculum che si caratterizza per la contiguità negli ultimi 20 anni con l’estrema destra nostrana. Si fa paladino degli italiani all’estero avendo la doppia cittadinanza – ha sposato una brasiliana – anche se la maggior parte del tempo lo trascorre a Roma. Pallaro è un mezzo per arrivare in parlamento. Andrini inizia presto la sua attività politica, in compagnia sempre del gemello Germano. Nella metà degli anni ’80, giovanissimi, bazzicano «Fuori dai banchi», un collettivo – e nome di una trasmissione di Radio Onda Rossa – vicino agli studenti dell’Autonomia Operaia. Da lì vengono allontanati, come ricorda un «compagno», «per l’eccessiva violenza e per la loro ambiguità». Dal 1988 i gemelli iniziano a frequentare il neonato movimento skinhead d’estrema destra che va alla riscoperta dei valori nazisti. La polizia nello stesso anno segnala un loro fermo nella cittadina tedesca di Wunsiedel, in occasione di una commemorazione a Rudolf Hess, delfino di Hitler. A Roma frequentano i naziskin di Piazza di Spagna e le aggressioni a migranti e «zecche» diventano routine. Il 10 giugno 1989 esagerano: insieme ad altri aggrediscono fuori il cinema Capranica a suon di spranghe di ferro due ragazzi, Andrea Sesti (che andrà in coma) e Giannunzio Trovato. Identificati, gli Andrini vengono subito denunciati ma, mentre viene avviata l’inchiesta giudiziaria, riescono a lasciare l’Italia e a recarsi in Svezia. Vengono estradati dopo 3 mesi e condannati a 4 anni e 8 mesi per tentato omicidio e lesioni aggravate. Tra condizionale e sconto di pena, in carcere ci staranno poco tempo.
Usciti la loro condotta non cambia. Si avvicinano prima alla componente skin del Movimento politico, gruppo fondato da Maurizio Boccacci, e poi militano in Alternativa nazionalpopolare di Stefano Delle Chiaie, la destra elitaria dello «spiritualismo evoliano». Si vocifera che in questi anni Stefano Andrini abbia anche «visitato» la Croazia per dar man forte ai «nazionalisti» Ustasha. Nel 1994 poi diventa caporedattore del giornale di Della Chiaie «Spina nel Fianco», non smettendo mai comunque di ripudiare lo scontro. Nello stesso anno infatti insieme a Germano attacca a suon di sassi un’iniziativa universitaria dei collettivi di sinistra. I due gemelli vengono denunciati per violenza aggravata e durante la perquisizione della loro abitazione la polizia trova una pistola calibro 22 oltre a varie materiale inneggiante al fascismo. Da quel momento spariscono dal giro politico. D’altra parte si attenua l’attività di tutta l’estrema destra. Stefano Andrini ricompare nel 2000 al fianco di Tremaglia, lavora per lui fino al 2006. È un’"altra persona", ma fino a un certo punto. Il sito degli ultras di destra della Lazio Irriducibili è intestato a suo nome: Stefano è stato membro della polisportiva romana Luditur, che gode della nomea di squadra fascista capitolina. Insomma, in caso venisse eletto ci sarebbe un neofascista in più in Parlamento.

 

 

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