4654 Gianfranco Rizzuti (Sinistrarcobaleno Camera-Europa) in una lettera al settimanale "CARTA"

20080326 23:52:00 redazione-IT

Cara Carta, Caro Gigi Sullo,

sono Gianfranco Rizzuti, candidato come indipendente alla camera dei deputati nella circoscrizione estero (ripartizione Europa) per la lista "la Sinistra – l’Arcobaleno.
Premetto che l’impegno dei miei ultimi vent’anni in emigrazione è stato tutto proiettato nella società civile, nel movimento altermondista.
Ho accettato questa candidatura pensando che sia ancora possibile mantenere un rapporto tra politica e la realtà concreta confrontandosi costantemente con quest’ultima e mettendo al centro le mille contraddizioni dell’esistenza delle persone i bisogni i diritti.

Tu mi dirai: sei politicamente ingenuo… ed io ti risponderò di si.
SI, sono politicamente ingenuo, ma per scelta.
Ho sempre pensato e continuo a pensare che i risultati si ottengono solo attraverso un’ampia partecipazione degli uomini, delle donne , delle comunità. E questo se è vero in generale , per noi che viviamo all’estero è ancor di più vero.
In Italia, ho l’impressione, che della nostra realtà si conosca poco. Ci si è accorti di noi solo come "mercato del voto". Non può che essere così in un’epoca in cui competitività e mercato sono l’assoluto o quasi.

L’Italia politica ed economica ha sempre ignorato, consapevolmente, gli italiani all’estero, emigrati per fame e barattati per qualche tonnellata di carbone, quegli stessi che l’ipocrisia odierna riscopre come "ambasciatori d’Italia nel mondo" ed elettori. Pochi sono quelli emigrati per scelta libera.
Dov’era la classe dirigente italiana mentre milioni di connazionali venivano sfruttati nei cantieri e nelle fabbriche di mezza Europa (tanto per limitarci all’ondata migratoria che ci riguarda più da vicino)? Certo, dar loro una rappresentanza politica a quel tempo era troppo rischioso e non solo per i governi italiani. C’era il timore che quei lavoratori si organizzassero e che, oltre a chiedere maggiori diritti ai Paesi d’accoglienza, pretendessero di dire la loro sul futuro politico del Paese di provenienza…pericoloso… Così gli italiani in Germania come in Svizzera, in Belgio come in Gran Bretagna si sono trovati, per tutto questo tempo, nella poco invidiabile situazione di cittadini senza reali diritti politici. Privati del voto nelle nazioni ospitanti ed impossibilitati, per ovvi motivi, all’impegno ed alla partecipazione in Italia, dove tornavano, se mai, solo per depositare il proprio voto nell’urna per poi riprendere la via del Nord o dell’Ovest. Tre generazioni d’italiani all’estero hanno progressivamente perso il contatto con la politica. Le conseguenze di questo disastro sono sotto gli occhi di tutti e significano, solo per parlare della comunità italiana in Germania, scarsa coesione interna, basso livello d’integrazione (ed in questo caso le colpe vanno divise, almeno per metà, con la controparte tedesca), mancanza d’impegno sociale e completa assenza di punti di riferimento dentro e fuori le istituzioni.

Pensare che dodici deputati e sei senatori, in "rappresentanza" di quasi quattro milioni di connazionali sparsi per i continenti, possano ovviare a questo stato di cose, oltre che illusorio, è fuorviante.
Appunto per questo ho scelto d’impegnarmi in questa campagna elettorale con l’intento di lavorare a "l’altra politica", che poi per me è la Politica, dentro e fuori le istituzioni.
L’altra politica, perché no, quella del vostro cantiere e del vostro giornale, che ragiona già da tempo sulla crisi profonda della rappresentanza e sullo svuotamento della democrazia, anche sul piano del linguaggio. Quella politica dal basso, come tu dicevi, che "ha dato vita a sedi e spazi di democrazia partecipata". Quella politica attenta alla vita quotidiana delle persone, alla solidarietà all’uguaglianza, quella politica intesa come servizio e gratuità.
C’è bisogno di disegnare un’alternativa da contrapporre all’attuale modello dominante, come argine al neoliberismo e prepararsi ad affrontare, per così dire, da Sinistra, la sua crisi incombente che solo Veltroni ed il PD sembrano non vedere.
Essere candidato per la Sinistra- l’Arcobaleno a queste elezioni significa per me, conquistare voti per la lista e, magari, conquistare anche l’elezione , ma ancor di più aprire anche all’estero, in Germania, un percorso che possa dare senso alla politica, alla partecipazione per un futuro altro e migliore.

Ed il mio impegno sarà rivolto, – qui, in Germania – dove le situazioni di disagio e di nuove povertà che investono la nostra comunità diventano sempre di più gravi , a cercare forme organizzative "nuove" capaci effettivamente di coinvolgere, in modo particolare, tutti coloro che, costretti a vivere nel precariato cercando di tirare avanti giorno dopo giorno, sono ormai stanchi di sentirsi parlare dall’alto di giustizia e di diritti.
Penso che tutti dovremmo provare a riaccendere speranze. Dovremmo provare a rimpossessarci della voglia di sognare. Dovremmo provare a riprenderci la politica.
La paura del futuro è povertà che impedisce di progettare e credere alle proprie capacità e possibilità.
La diseguaglianza e l’esclusione non è solo povertà economica: è mancanza di reti sociali e relazioni.
I problemi degli uomini e delle donne del nostro tempo,sfidano questa società e chiedono nuove risposte.
Risposte che possono solo e necessariamente essere in relazione ai bisogni. Cambiano le modalità con cui si può rispondere o disattendere a queste necessità, ma i bisogni fondamentali delle persone restano sempre uguali: cibo, lavoro, educazione, sanità… libertà e dignità. E queste non possono che essere le priorità del mio impegno, nella consapevolezza piena degli ostacoli e delle difficoltà con cui dovrò continuare a misurarmi anche nell’eventualità di una mia elezione.
In Germania come in Italia, le nostre società obbediscono ormai a concezioni e politiche distruttrici del bene comune, che hanno assunto i valori e i criteri propri dell’economia neoliberista della globalizzazione.
Oggi la campagna elettorale con La Sinistra L’Arcobaleno, nel mondo dell’emigrazione, con tutti i limiti propri di una situazione in cui anche il voto è merce e si conquista con le tecniche del marketing, è per me un momento significativo, di un percorso di ricostruzione di una politica orientata al bene comune.
Con questo spirito e per portare in quella sede la condizione dell’emigrazione italiana nel cuore dell’Europa, aderisco al «Cantiere dell’altra politica» del 5 aprile e mi unisco alla vostra ricerca.

http://www.rizzuti.sinistrarcobaleno.de/

 

 

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