4704 Appello per i richiedenti asilo e i rifugiati

20080331 12:32:00 stefy

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la nota di preoccupazione sul Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati sottoscritta da numerosi amministratori locali, referenti dei progetti territoriali dello SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), responsabili di enti ed associazioni nazionali e locali impegnate nel settore del diritto d’asilo, dell’immigrazione e delle politiche sociali.

ANCI
Alla c.a. del Presidente, dr. Leonardo Domenici
Alla c.a. del dr. Fabio Sturani, referente nazionale per l’immigrazione

Ministero dell’Interno
Alla c.a. dell’on. Ministro Giuliano Amato
Alla c.a. del Sottosegretario di Stato, avv. Marcella Lucidi
Alla c.a. del Prefetto Mario Morcone, Capo Dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione

UNHCR – Sede per l’Italia
Alla c.a. del delegato generale, dr. Walter Irvine
Alla c.a. del responsabile dell’Ufficio Protezione, dr. Paolo Artini

LORO SEDI

Oggetto: nota di preoccupazione sul Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati

Siamo amministratori locali, referenti dei progetti territoriali dello SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), responsabili di enti ed associazioni nazionali e locali impegnate nel settore del diritto d’asilo, dell’immigrazione e delle politiche sociali.
Conosciamo molto bene lo SPRAR ed il suo valore ed alcuni di noi, oltre a gestire direttamente dei programmi di questa rete, hanno anche contribuito a fondarla e a consolidarla. Siamo preoccupati di quanto ci sembra stia avvenendo all’interno dello SPRAR, un sistema di accoglienza che rappresenta un modello di eccellenza per l’Italia e che, attraverso il suo progressivo consolidamento ed estensione, sta largamente contribuendo a superare il grave ritardo che da tempo caratterizza le politiche dell’asilo nel nostro Paese.

Tuttavia alcuni segnali e alcune linee di direzione che ci sembra di intravedere con una certa chiarezza ci preoccupano in quanto riteniamo possano compromettere il percorso realizzato.

Ci preoccupa in particolare il fatto che il Servizio Centrale dello SPRAR che in questi anni ha assunto competenza ed autorevolezza riconosciuta da tutti gli interlocutori possa non essere adeguatamente valorizzato e potenziato, svolgendo i propri compiti nella massima imparzialità, correttezza e professionalità verso gli enti locali, verso le associazioni ed enti nazionali di tutela dell’asilo e soprattutto verso i tre interlocutori istituzionali (Ministero dell’Interno, ANCI e ACNUR), garanti, ognuno per le proprie funzioni e ruoli, del corretto funzionamento del sistema di protezione. Riteniamo che proprio in virtù della competenza dello Stato in materia di tutela del diritto d’asilo, il corretto funzionamento di un sistema di accoglienza e protezione di tipo decentrato, imperniato sul ruolo attivo degli enti locali, qual è quello che tutti abbiamo fortemente sostenuto, necessiti per funzionare appieno di una struttura che, pur incardinata all’interno di una convenzione del Ministero dell’Interno con l’ANCI, sappia essere un punto di riferimento per tutti mantenga un profilo alto in termini di competenze e capacità, e sia preservata dall’esposizione ad interessi particolaristici.

Guardiamo con perplessità ad alcuni avvenimenti che si sono proposti di recente, sia in relazione al contenuto che al metodo. Segnaliamo in particolare che l’ipotizzato affidamento della gestione del servizio centrale da parte dell’ANCI alla società per azioni Ancitel desta perplessità poiché, pur trattandosi di un ente dell’ANCI, esso con tutta evidenza risponde statutariamente a logiche e procedure decisionali che ci sembra abbiano poco a che fare con le finalità dell’accoglienza e della protezione dei richiedenti asilo e dei rifugiati e sia poco idoneo ad interagire con la rete con il terzo settore e gli enti di tutela.

Si ha timore che lo staff del Servizio Centrale, composto da persone di grande professionalità, possa ritrovarsi in uno stato di sofferenza e di forte demotivazione per quanto sta avvenendo e per la situazione di incertezza che si è venuta a creare. Un timore del genere investe sia la situazione delle singole persone, come lavoratori e lavoratrici, nonché dell’intera struttura che a tutt’oggi è un fermo punto di riferimento per i progetti territoriali della rete, gli enti locali e le associazioni.

Da segnali indiretti siamo inoltre venuti a conoscenza che c’è un forte orientamento da parte della direzione dell’ANCI a sostituire l’attuale direttore del Servizio Centrale, dott. Nadan Petrovic, con gran sollecitudine, già alla fine del corrente mese di marzo 08.

A fuga di ogni equivoco, intendiamo chiarire che non siamo certo contrari di per sé agli avvicendamenti di direzione, che, anzi, nella vita pubblica del nostro Paese, dovrebbero in genere avvenire con maggiore frequenza ed in modo ordinario. Ciò che ci preoccupa è che questa ventilata ipotesi di sostituzione non è il frutto di una proposta trasparente e condivisa con gli attori del sistema, ma viene avanzata senza una chiara motivazione, dentro logiche poco comprensibili. L’ipotesi di cambiamento del direttore non è mai stata posta all’attenzione della commissione immigrazione dell’ANCI, né è stata prospettata allo staff del Servizio Centrale, anche solo per l’acquisizione di un parere. In questi anni il direttore Petrovic ha gestito con grande equilibrio il compito che gli è stato affidato, nonostante si trattasse di un compito ben difficile e con la sua gestione il sistema non solo si è progressivamente consolidato, ma è cresciuto in qualità e prestigio, tanto che quel modello di gestione è visto da tempo con attenzione nell’ANCI e fuori, per la sua applicabilità anche ad altri settori dell’immigrazione. Della gestione Petrovic apprezziamo in particolare l’imparzialità e la precisa gestione delle risorse pubbliche di cui il servizio dispone. Si tratta di cose di non poco conto nell’Italia di oggi.

Parimenti dobbiamo sottolineare che nessuno, è stato consultato, tra gli enti, le associazioni e le persone che più si sono spese anche pubblicamente per il rafforzamento dello SPRAR e del sistema di asilo in Italia.

Certo, nulla formalmente obbligava l’ANCI ad un confronto allargato; tuttavia in virtù della delicatezza del settore e della sua storia di rete nata dai territori il metodo adottato, così poco “partecipato” anche nei confronti di soggetti che rappresentano ogni giorno la storia concreta della rete SPRAR risulta inopportuno e possa comunque recare gravi danni ad un sistema che da anni trae la propria forza proprio dalla sua natura di rete e dalla sua capacità di dialogo con il territorio. Temiamo (e vorremmo evitarlo) un forte scollamento tra centro e territorio e la diffusione di un clima generale di mancanza di coesione e di fiducia reciproca.
E’ dunque legittimo porsi degli interrogativi su quali sono le reali ragioni che hanno portato a questa anomala situazione.

Con questo spirito costruttivo chiediamo attenzione alle ragioni che abbiamo esposto in questa lettera e ci rivolgiamo all’ANCI, al Ministero dell’Interno e all’ACNUR, in quanto enti fondatori dello SPRAR (già sottoscrittori del protocollo d’intesa che ha portato alla fondazione del PNA – Programma Nazionale Asilo) e garanti della sua gestione, chiedendo di dare segnali di chiarezza e stabilità ognuno per le proprie competenze, rinnovando la fiducia nell’attuale direzione del servizio centrale ed aprendo un nuovo percorso di confronto con tutti i soggetti della rete SPRAR e con i più rilevanti enti di tutela del diritto d’asilo.

Ad oramai sette anni dall’avvio della prima sperimentazione (anno 2001) che ha portato all’attuale rete SPRAR ed in occasione della entrata in vigore delle nuove normative di recepimento delle direttive dell’UE che modificano in profondità, migliorandole, le procedure in materia di asilo, riteniamo opportuno avviare un ampio percorso di dialogo con gli enti locali e gli enti di tutela per discutere sul percorso finora fatto e sulla direzione e sulle prospettive di sviluppo del sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e più in generale sul futuro del modello italiano di protezione dei rifugiati.

Primi firmatari
Lorenzo Trucco, presidente ASGI (Associazioni studi Giuridici sull’Immigrazione)
Gianfranco Schiavone, presidente ICS ufficio rifugiati di Trieste
Giulio Marcon, presidente Associazione Lunaria
Loris De Filippi, Responsabile Progetti Immigrazione di Medici Senza Frontiere – Italia
Gina Di Liegro, segretaria generale della Fondazione Di Liegro
Predrag Matvejevic, scrittore
Josè Luis Rhi Sausi, direttore del CESPI (Centro Studi Politica Internazionale)
Enrico Pugliese, Direttore dell’Istituto Ricerche sulla Popolazione e sulle Politiche Sociali del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche)
Flavio Lotti, Direttore del Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace
Tonio dell’Olio, Responsabile Internazionale Associazione Libera
Fiorenzo Grijuela, sindaco di Ivrea
Gianluca Sasso, vicesindaco di Sessa Aurunca
Pasquale Martino, assessore alla pubblica istruzione, alle politiche giovanili, accoglienza e pace del Comune di Bari
Ilario Farebegoli, assessore alla casa, alle politiche giovanili e immigrazione del Comune di Ravenna
Michele del Carmine, assessore sicurezza urbana, legalità, politiche del lavoro, immigrazione del Comune di Foggia
Fiammeta Fanizza, assessore alle politiche giovanili e decentramento del Comune di Foggia

Enrico Mambriani, assessore alle politiche sociali e abitative del Comune di Fidenza (PR)
Salvatore Rao, assessore alla solidarietà sociale e programmazione comunitaria della Provincia di Torino
Tiziana Mozzoni, assessore alle politiche sociali e sanitarie della Provincia di Parma
Luigi Calò, assessore al lavoro, pace, politiche giovanili della Provincia di Lecce
Ada Spina, assessore alle politiche sociali e all’immigrazione della Provincia di Brindisi
Antonello Zaza, assessore alla solidarietà sociale e alle politiche dell’accoglienza della Provincia di Bari
Antonio Salvati, presidente dell’Unione dei Comuni Antica Terra di Lavoro (Frosinone)
Paolo Bernabucci, presidente G.U.S. (Gruppo umana solidarietà)
Italo Siena, coordinatore Naga, Associazione volontaria di Assistenza Sociosanitaria e per i diritti di stranieri e nomadi, Milano
Luca Cefisi, esperto di politiche d’immigrazione
Ernesto Scelza e Giannina Dal Bosco, portavoci nazionali dell’Associazione per la pace
Riccardo Trioisi, portavoce rete Liliput
Don Ettore Cannavera, presidente dell’associazione Cooperazione e confronto
Armando Michelizza, presidente Consulta per gli immigrati di Ivrea
Marco Ehlardo, presidente di Less Onlus, Napoli
Enrico Levati, presidente comitato di solidarietà di Ivrea
Emilio Rossi, presidente CIAC (Centro Immigrazione, Asilo, Cooperazione) di Parma
Nelly Bocchi, coordinatrice Caritas di Fidenza
Salvatore D’Angiò, presidente dell’associazione di Promozione Sociale Eos-Onlus
Luigi Andreini, presidente dell’associazione Progetto Accoglienza, Borgo san Lorenzo (Firenze)
Emiliano Di Marco, Associazione per la pace, Napoli
Michele Calenzo, referente dell’Associazione per la pace – Sessa Aurunca Onlus
Agostino Zanotti, presidente di ADL (Ambasciata Democrazia Locale), Brescia
Laura Coci, presidente di Lodi per Mostar
Cristina Avorto, Cooperativa sociale Progetto Tenda di Torino

Marco Zanetta, Centro Casa Giona, Ente gestore SPRAR Breno (BS)

La presente lettera è aperta a nuove adesioni

Roma, 30 marzo 2008

 

 

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EmiNews 2008

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