4691 LA POVERTÀ DEGLI ANZIANI IN ITALIA SECONDO UNA INDAGINE CISL-FNP-CERES

20080331 20:39:00 stefy

L’indagine campionaria dell’Istat sui bilanci delle famiglie italiane è il punto di riferimento chiave di un’analisi del sindacato Cisl-pensionati e del centro studi Ceres per focalizzare in particolare la condizione delle famiglie anziane nel nostro Paese.

Come è noto l’Istat pubblica, con cadenza biennale, la sua indagine condotta su un campione di 7.768 famiglie, estratte dalle liste anagrafiche di 355 comuni, composte di 19.551 individui, di cui 13.009 percettori di reddito, utilizzando lo stesso schema di campionamento delle indagini precedenti, ma con una numerosità campionaria leggermente inferiore (7.768 famiglie intervistate, contro 8.012 del 2004).
I capifamiglia intervistati dall’aprile all’ottobre 2007 hanno offerto informazioni sui bilanci familiari e sul comportamento economico di singoli membri della famiglia nell’anno 2006.
Il report della Cisl–Fnp e Ceres sul tema sottolinea che il 37.5% delle famiglie (ovvero 2.913 famiglie considerate) aveva un capofamiglia pensionato. Siccome molti pensionati avevano non più di 65 anni, i capifamiglia anziani (con più di 65 anni di età) erano una quota minore, così come minore lo era la quota di redditieri e di membri delle famiglie sul totale dei relativi campioni considerati: gli anziani con più di 65 anni considerati in tutta Italia erano 5.622, contro 7.262 pensionati.
Le informazioni raccolte sul reddito disponibile (grazie alle diverse fonti), tra cui i trasferimenti di reddito a titolo di pensione, nonché sul reddito e i consumi "equivalenti" (che tengono conto dei diversi carichi familiari), permettono di individuare la presenza o meno di condizioni di povertà "economica" delle famiglie indagate, specialmente attraverso il calcolo della presenza relativa di famiglie con reddito o consumi inferiori alla metà della mediana delle famiglie considerate.
Se si considera il reddito equivalente mediano nota lo studio Fnp-Ceres, ben l’8,6% delle famiglie condotte da anziani sopra i 65 anni di età e il 7,6% delle famiglie con pensionati come capifamiglia risultavano nel 2006 in condizioni di povertà economica. Si tratta di una quota notevole, anche se inferiore al 13% circa della media generale delle famiglie italiane e all’11,3% delle famiglie con capofamiglia operaio. Le condizioni di povertà degli anziani e dei pensionati appaiono meno frequenti se si considerano i consumi equivalenti e soprattutto (anche in termini relativi alla media generale delle famiglie) il reddito pro-capite. Tenuto conto del bassissimo livello di istruzione e della rilevante concentrazione di pensionati nelle regioni meridionali, dove i servizi sanitari e sociali sono spesso quantitativamente e qualitativamente insoddisfacenti, il peso della povertà, economica e sociale, delle famiglie guidate da anziani e più in generale da pensionati appare nel 2006 ancora più evidente.
Vi è da notare – continuano Fnp e Ceres – che, nelle famiglie guidate da anziani e in genere da pensionati, il reddito disponibile proveniva essenzialmente da trasferimenti di reddito con una sostanziale integrazione di redditi da capitale (maggiore che nella media delle famiglie italiane grazie al possesso di titoli a reddito fisso). Inoltre, in media, nelle suddette famiglie di anziani e pensionati, i consumi erano maggiormente destinati a beni non durevoli e meno a beni durevoli che nella media delle famiglie italiane, specialmente residenti nel centro-sud e guidate da capifamiglia giovani.
Siccome i beni e servizi non durevoli, con particolare riguardo a quelli di prima necessità che incidono in modo decisivo sulle condizioni di vita personali, sono quelli che hanno registrato recentemente i maggiori aumenti di prezzo, la struttura dei consumi incide in misura rilevante sul potere d’acquisto di redditieri che, come i pensionati, hanno avuto ripercussioni distributive negative a causa della ripresa dell’inflazione, data l’impossibilità attuale dei loro redditi nominali di essere "indicizzati" rispetto ai suddetti aumenti di prezzo.
Esaminando poi i risultati dell’indagine Istat sui bilanci delle famiglie nel 2006 relativi alla distribuzione di esse per classi di reddito disponibile Fnp e Ceres mettono in evidenza che una parte considerevole delle famiglie con anziani o comunque pensionati come capofamiglia era negli anni recenti in condizioni economiche molto o piuttosto disagevoli. Infatti, circa il 16% delle famiglie con capofamiglia pensionato e il 18% di quelle con capofamiglia "anziano" risultava disporre nel 2006 di un reddito nominale nettamente inferiore a 1.000 euro al mese ed è probabile che un quinto di tali famiglie non superasse tale soglia di reddito, contro una quota ben diversa nella media nazionale. Soltanto l’8% circa di famiglie, indagate dalla Banca d’Italia, guidate da capifamiglia anziani e poco più del 10% di quelle guidate da pensionati avrebbero presentato nel 2006 un reddito mensile superiore ai 3.000 euro, contro quote ben superiori nel caso di capifamiglia tra i 41 e i 65 anni di età e/o impiegati, dirigenti o lavoratori autonomi.
Anche in questo caso, se si tiene conto del livello di istruzione molto basso e della concentrazione nelle regioni meridionali dei pensionati, le informazioni sulla distribuzione personale dei redditi per caratteristiche strutturali del capofamiglia offrono elementi ulteriori per ritenere che le famiglie italiane guidate da pensionati presentassero nel 2006 redditi nominali molto bassi o bassi.
Le recenti informazioni sulla dinamica dei prezzi in Italia, con particolare riguardo ai beni e servizi di prima necessità – concludono inoltre Fnp e Ceres – fanno ritenere con fondamento che ciò si sia ripercosso negativamente sul reddito reale e quindi sul benessere di tali famiglie e più in generale dei percettori di pensioni.

 

 

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EmiNews 2008

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