4713 Arci, Cgil e Sinistra: voto agli immigrati la nuova sfida

20080401 21:02:00 redazione-IT

«È vero che con la caduta del governo Prodi il testo di riforma della Bossi-Fini è finito nella pattumiera, così come è finito male il Fondo per l’inclusione dei migranti, giudicato incostituzionale e che quindi non potrà usufruire dei 100milioni di euro previsti, ma con l’aiuto dei movimenti e con l’apertura del voto ai migranti si può costruire ancora la vera immagine del migrante». Così il ministro per la Solidarietà Paolo Ferrero intervenendo all’incontro promosso martedì a Roma da Arci e Cgil sul tema dell’immigrazione. «È attraverso la autorappresentazione di sé da parte dei migranti e facendo sì che diventino anche loro un bacino di voto ineludibile per ogni parte politica, che si attua la vera democrazia, quella dalla quale non possono essere esclusi 4milioni di cittadini sulle cui spalle pesano le decisioni di esclusione di tutti gli altri» ha spiegato il ministro.

E a proposito di messaggi elettorali, «io penso – ha dichiaro Ferrero – che bisogna mettere in galera i delinquenti. Punto. Ma la posizione della destra, che fa finta che la questione criminalità coincida con la questione immigrazione, e che quindi il migrante è un potenziale delinquente, sia un messaggio razzista, fascistoide e degno dei regimi autoritari del secolo scorso. È possibile che raccolga voti, ma è assolutamente falso».

Quanto alla strada da intraprendere per superare la legge Bossi-Fini, percorso cominciato ma non terminato dal governo Prodi, secondo Ferrero «è proprio quella della Amato-Ferrero, cioè quella di rendere gestibile legalmente il fenomeno dell’immigrazione, permettendo l’incontro fra domanda e offerta di lavoro». Entro la prossima legislatura, invece, «bene che vada, ha spiegato il ministro, riusciremo a riproporre un decreto flussi per il 2008 con le stesse cifre del 2007 cioè a permettere l’ingresso regolare ad altre 170mila persone. Questa volta però dovrebbe funzionare per scivolamento della lista, cioè in ordine di mancato ingresso rispetto alla lista precedente e non presentando domanda come l’anno scorso».

Durante l’intenso dibattito di martedì intorno al tema dell’immigrazione molte le voci di delusione rispetto all’impossibilità di attuazione della Amato – Ferrero ritenuta un buon punto di partenza per una vera integrazione. Ma a preoccupare è soprattutto il presente di una campagna elettorale che, come ha sottolineato Pietro Soldini, responsabile ufficio immigrazione Cgil, «anche a sinistra non ne è tornata a parlare mostrando una qualche reticenza al tema».

«Nonostante i programmi presentati dai candidati alle elezioni del 13 e 14 aprile contengano una rivisitazione della Bossi-Fini, ha spiegato la deputata di Rifondazione comunista Mercedes Frias, la sensazione è che con la caduta del governo e dopo 20 mesi di legislatura quello che ci resta in mano della nostra battaglia sia un otre di coccio rotto del tutto simile a quello della favola della lattaia. La lattaia si addormenta sognando cosa farà dei soldi ricavati dalla vendita del latte che ha nell’otre, ma al suo risveglio trova l’otre rotto e i sogni infranti».

Diritto alla cittadinanza, estensione dell’art.18 della Turco-Napoletano per affrontare il grave problema dello sfruttamento dei lavoratori immigrati, libertà di professare la propria religione non solo per i cittadini italiani ma anche per i migranti, applicazione delle norme comunitarie in tema di immigrazione non soltanto a livelli minimi ma a quelli massimi è il messaggio che parte dall’incontro di martedì tra sindacato, associazioni e politici. «Si deve cercare di mettere all’ordine del giorno del prossimo governo tutte queste questioni rimaste in sospeso, cercando di intervenire soprattutto a livello culturale contro un sempre più crescente razzismo», questo ha dichiarato Donatella Linguiti, sottosegretaria al ministero delle Pari Opportunità intervenuta all’incontro di martedì.

A tirare le fila dell’incontro Paolo Beni, presidente nazionale Arci. «Quello che viene fuori dal dibattito è una presa di coscienza del fallimento ma anche delle prospettive di cambiamento, ha concluso Beni, tuttavia al di là della campagna elettorale bisogna prepararsi a lavorare sul tema dell’immigrazione dopo le elezioni, senza fare sconti a nessuno».

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EmiNews 2008

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