4741 ARGENTINA: UNA SERRATA PER DESTABILIZZARE CRISTINA KIRCHNER

20080404 13:32:00 redazione-IT

di Gennaro Carotenuto

Da due settimane i grandi rentiers agrari argentini, in armi contro una tassa che li danneggia, stanno giocando a destabilizzare il governo di Cristina Fernández de Kirchner, utilizzando i piccoli produttori e la paura dell’inflazione che solleva la testa. Sono tornati così i cacerolazos in Argentina, ma manovrati dalla destra, che dopo il Venezuela e la Bolivia adesso prova a destabilizzare il più meridionale dei governi integrazionisti latinoamericani.
E’ la storia del potere in Argentina, quello della terra e delle rendite agrarie, che non hanno mai smesso di concentrarsi in una sterminata pianura fertile che produce cibo per 370 milioni di persone, ma che non basta per 37 milioni di abitanti.

Dalla dittatura all’epoca neoliberale anche il campo argentino si era trasformato per destinare milioni di ettari, oltre il 40% dei terreni agricoli, varie volte l’Italia, alla produzione altamente meccanizzata di soia transgenica completamente destinata all’esportazione. Una miniera a cielo aperto che in Argentina –escludendo i soliti noti, una lobby potentissima- non lascia nulla, né lavoro, né alimento.
Tutto è cominciato quando Cristina Fernández ha stabilito una tassa sull’export che consentirebbe la redistribuzione di parte della ricchezza generata dall’export di soia e semi di girasole. Un colpo durissimo per latifondisti e multinazionali, soprattutto statunitensi del settore. Le associazioni agrarie e i grandi latifondisti hanno così proclamato una serrata, “la serrata dei 4×4”, dei fuoristrada, com’è stata ribattezzata per l’evidente benessere che contraddistingue i promotori. Questa lunedì 24 marzo è arrivata al suo culmine con 400 blocchi stradali in tutto il paese che stanno cominciando a impedire la regolare distribuzioni di alimenti, la carne, il latte, il pane. I media, anche in Argentina largamente in mano all’opposizione, e che hanno sempre condannato i blocchi stradali quando questi provenivano dalle classi popolari, adesso sostengono apertamente la protesta e nessuno parla di “caos” o “terrorismo”
Anche così la serrata ha trovato l’alleanza dei piccoli produttori, di una parte dell’opinione pubblica antikirchnerista, spaventata soprattutto dall’inflazione, e di spezzoni della sinistra radicale. Il modello è quello di sempre, quello della serrata dei camionisti in Cile nel 1973 contro Salvador Allende, o quello fallito della serrata golpista del petrolio a Caracas a fine 2002. Il blocco sociale che sostiene Cristina sembra reattivo e la Presidente si può permettere, ancora da un punto di forza, di mostrarsi dialogante, provando a dividere i grandi conglomerati dai piccoli produttori. Ma l’inflazione, in Argentina, è un mostro che spaventa troppo per sottovalutarlo.

fonte www.gennarocarotenuto.it

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EmiNews 2008

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