4782 NARDI (ITAL-UIL/CGIE), SUL VOTO ALL'ESTERO: UNA LEGGE DA MODIFICARE

20080411 14:35:00 redazione-IT

"Il prossimo 13 e 14 aprile si terranno in Italia le elezioni politiche anticipate. I principali candidati a guidare il futuro governo sono i leader dei due maggiori partiti: Silvio Berlusconi del partito del Popolo delle Libertà (Pdl) e Walter Veltroni del Partito Democratico (PD). Anche in questa occasione, votando con lo stesso sistema elettorale di due anni or sono, il "porcellum" (così definito dal suo stesso ideatore, il leghista Calderoli), è forte il rischio che nessun partito ottenga una netta maggioranza al Senato come nello scorcio della passata legislatura.

Pertanto potrebbero essere determinanti, ancora una volta, per garantire una maggioranza al futuro governo, i sei senatori che verranno eletti nella Circoscrizione Estero dove il voto per corrispondenza si è concluso alla ore 16 di giovedì 10 aprile e, purtroppo, come già accaduto nel 2006, tra numerose polemiche alimentate soprattutto dalla Destra". Sono le parole di Dino Nardi, presidente dell’Ital-Uil Svizzera e membro del Comitato di Presidenza del Cgie, che nella sua rubrica "Immigrazione & Dintorni" del settimanale elvetico Area, in edicola oggi, commenta le polemiche che, ancora una volta, hanno accompagnato lo svolgimento delle votazioni politiche italiane nella circoscrizione Estero.
Per Nardi le polemiche nascono innanzitutto "perché, nonostante sia la quinta volta (tre referendum e due elezioni politiche) che si vota per corrispondenza, dall’approvazione della legge sul voto all’estero (2001), i dati relativi agli elettori residenti all’estero registrati nelle Anagrafi degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) dei Comuni italiani (di competenza del Ministero degli Interni) non corrispondono del tutto con quelli delle Anagrafi Consolari (di competenza del Ministero degli Affari Esteri). Con la conseguenza che, anche questa volta, non tutti gli aventi diritto al voto hanno potuto votare non avendo ricevuto il plico elettorale dai Consolati che, per l’occasione, devono utilizzare gli indirizzi del Ministero degli Interni, mentre molti plichi sono stati spediti a persone inesistenti o il cui indirizzo è errato e quindi ritornati al mittente (Consolati).
Altre polemiche vi sono state poiché sembrerebbe (il condizionale in questo caso è d’obbligo) che, in alcuni Paesi (Svizzera compresa), vi sia stata una vera e propria caccia ai plichi elettorali da parte dei galoppini di vari candidati, anche con offerte di denaro, e, addirittura, si vocifera del furto di plichi dalle cassette per le lettere nei condomini e nei quartieri dove maggiore è la concentrazione di famiglie italiane!
Ebbene se tutto questo che viene detto e scritto fosse vero, ed in parte potrebbe anche esserlo, vi è una soluzione semplice, semplice per porvi rimedio. I cittadini italiani residenti all’estero, una volta, per votare dovevano rientrare sempre in Italia al proprio Comune di iscrizione all’AIRE per espletare il loro diritto-dovere di elettori. Poi, con l’attuale legge del 2001, per le elezioni politiche italiane (come pure per i referendum), sono divenuti elettori della Circoscrizione Estero in cui possono eleggere, con il voto per corrispondenza, dodici deputati e sei senatori. Tuttavia se desiderano, come nel passato, andare a votare in Italia nei loro collegi elettorali di appartenenza possono ancora farlo facendo la relativa opzione di voto, di volta in volta, al proprio Consolato italiano di riferimento.
In questo modo, poiché per la legge italiana sono elettori tutti i cittadini maggiorenni, avviene che il plico elettorale lo ricevono tutte, ma proprio tutte le persone che hanno compiuto diciotto anni e residenti in ogni parte del mondo: anche quelle che non sono affatto interessate a votare per il Parlamento italiano; come pure le seconde, le terze ed anche le quarte generazioni dei primi emigrati italiani dai quali hanno ereditato la cittadinanza italiana per lo jus sanguinis, oppure coloro che a metà degli anni novanta del secolo scorso hanno potuto recuperarla grazie ad una legge del Parlamento italiano la cui validità è, peraltro, durata solo alcuni anni. Persone che, in molti casi, non solo non hanno più alcun contatto con l’Italia ma, addirittura, non ne conoscono neppure la lingua.
Ciò premesso, è evidente che per gran parte di questi cittadini-elettori non ha alcun significato il plico elettorale che ricevono dal consolato e, pertanto, quel materiale è facile preda di qualsiasi lestofante che invece ne sia interessato. Ed ecco, a mio avviso, la soluzione semplice, semplice: invertire l’attuale opzione di voto degli elettori residenti all’estero. Cioè, come nel passato, tutti i cittadini italiani residenti all’estero sono elettori iscritti nei rispettivi collegi in Italia. Vogliono, invece, votare per corrispondenza nella Circoscrizione Estero approfittando della legge del 2001? Bene, ad ogni tornata elettorale (referendum o elezioni politiche) si rivolgono al loro consolato di riferimento e fanno la relativa opzione chiedendo l’iscrizione nell’anagrafe elettorale della Circoscrizione Estero. In questo modo si risolve il problema di una gestione corretta della stessa anagrafe con indirizzi attuali, e quindi esatti, e tutti gli elettori riceveranno sicuramente il loro plico a domicilio, non si ingolferanno le poste di tutto il mondo ed in compenso lo Stato risparmierà molti soldoni. Inoltre, quelli che riceveranno il plico, avendolo chiesto saranno sicuramente degli elettori molto interessati a votare e quindi non certamente disposti a cederlo a chicchessia.
Crollerà il numero degli elettori nella Circoscrizione Estero rispetto all’attuale? E chi se ne frega! Così facendo saranno, poi, troppi diciotto parlamentari da eleggere nella Circoscrizione Estero? E chi se ne rifrega, che venga pure diminuito il loro numero! Ma una cosa è certa il voto all’estero diventerà una cosa molto, ma molto più seria e si spunteranno le unghie a tutti quelli che, facendoci dell’ironia e delle polemiche, vogliono cancellarlo".

(aise/Eminotizie)

 

 

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EmiNews 2008

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