4780 Voto estero: appunti di viaggio di Maurizio Chiocchetti (Resp. PD- Italiani nel mondo)

20080410 11:45:00 redazione-IT

Voto estero: appunti di viaggio di Maurizio Chiocchetti
Il voto
Gli italiani che vivono all’estero hanno già votato, hanno già compiuto la loro scelta. Le buste con il voto sono rientrate tutte nei consolati (dovevano assolutamente arrivare entro giovedì 10 aprile alle ore 16.00) per poi essere inviate in Italia dove saranno scrutinate lunedì 14, a partire dalle ore 15.00.

La dimensione del voto estero è veramente impressionante. Basti pensare che in una città come Roma dove hanno diritto di voto 2,3 milioni di persone, sono ben 191.953 le persone residenti all’estero, pari al 8,17 % del corpo elettorale romano.

Un vero e proprio partito di medie dimensioni che però avrà scarsamente peso alle elezioni amministrative a Roma e nella sua provincia, visto che il voto estero per corrispondenza è previsto solo per le elezioni politiche e non per quelle amministrative, per le quali è tutt’ora necessario rientrare e votare nel proprio seggio italiano.

Ci sono due voti all’estero: il primo, che è il nostro, riguarda 2.812.400 elettrici ed elettori. Si svolge su di una scheda elettorale, per così dire, tradizionale come quelle in vigore in Italia fino a 15 anni fa. Su di essa i cittadini iscritti all’Aire possono segnare il simbolo prescelto e decidere una o due preferenze, a seconda della ripartizione elettorale. Il secondo voto riguarda le figure temporaneamente all’estero: i componenti delle forze armate o della polizia impegnati in missioni internazionali, i dipendenti delle pubbliche amministrazioni che sono fuori dall’Italia per servizio e i professori universitari e i ricercatori in servizio all’estero da almeno sei mesi. Questi cittadini non votano per le liste e i candidati della circoscrizione estero, bensì per le circoscrizioni elettorali italiane e avranno a disposizione una scheda uguale a quella che troveranno i cittadini al seggio in Italia.

Suggerimenti per il futuro
C’è un intervento che a mio avviso andrà messo in campo al più presto per allargare le figure cosiddette “temporaneamente all’estero”: asti pensare ai tanti studenti universitari (Erasmus e non solo) che sono fuori dall’Italia in questo periodo e che per votare non hanno altra alternativa che tornare in patria. Per permettere a questi cittadini di esprimere il voto all’estero basterebbe istituire un albo da tenere presso i nostri consolati che permetta a queste figure di iscriversi e di venire cancellate per il voto in quell’occasione in Italia. Si favorirebbe così ulteriormente la libera e democratica espressione del voto.

Anche rispetto alle modalità e all’organizzazione del voto per i cittadini iscritti all’AIRE penso si possano introdurre dei correttivi e dei miglioramenti. Penso innanzitutto alla creazione di un vero e proprio albo dei votanti: un registro di cittadini iscritti all’AIRE e che dichiarano la loro intenzione di partecipare al voto facendone richiesta. In questo modo si otterrebbe un quadro certo ed un elenco sempre aggiornato che rappresenterebbe le esatte potenzialità e le dimensioni di un elettorato per l’estero in questo caso veramente attivo.

Negli ultimi giorni soprattutto da parte delle formazioni politiche del centrodestra si sono levate grida e urla contro ipotetici brogli registrati all’estero. A parte il caso del direttore de “I Tempi” che afferma di aver comprato in Germania 5 o 6 schede elettorali, con conseguente grande enfasi giornalistica, possiamo dire che le operazioni di voto si sono svolte regolarmente, disciplinatamente. Per ciò che riguarda l’unico caso citato di una possibile compravendita di voti dico che o è stato uno scherzo di cattivo gusto o sono state comprate quelle schede per conto di qualcuno e si proceda alla conseguente denuncia giudiziaria.
E poi tutto questo tuonare contro possibili brogli mi pare molto un modo per mettere le mani avanti in caso di sconfitta. Io ho trovato tantissimi elettori che hanno espresso il loro diritto-dovere di voto, ho riscontrato un grande impegno da parte delle nostre strutture consolari per mettere tutti in condizione di votare. Inoltre, l’interruzione anticipata ed inattesa della legislatura ha costretto tutti ad operare in un arco di tempo molto ristretto, e quindi, anche alla luce di questa circostanza, credo si possa dire che la prova sia tata superata più che bene.

Appunti sulla campagna elettorale

La posta in gioco
La campagna elettorale all’estero è stata brevissima, intensa, impegnativa e ricca di soddisfazioni. Tra i nostri connazionali all’estero abbiamo visto crescere l’interesse attorno al Partito Democratico e alla leadership di Walter Veltroni. Un interesse che è cresciuto col tempo man mano che diventava chiara la posta in gioco: o vince il PD o vince il centrodestra, o vince Veltroni o vince Berlusconi. Non so se sia vero ma, paradossalmente, per noi all’estero è stato più facile illustrare le ragioni della nostra scelta, del nostro progetto, e abbiamo visto crescere attorno a noi solidarietà, interesse, impegno. Tutto ciò ci da fiducia, tanta fiducia e ci fa dire che si, possiamo farcela.

14 ottobre: le primarie
Ogni tanto vado con il pensiero a pochi mesi fa, al 14 ottobre, quando anche all’estero abbiamo voluto indire le primarie del PD. Alla fine quasi 20.000 persone – tra cui tanti votanti online – hanno costruito con noi il nuovo partito ed assegnatola sua guida a Walter Veltroni. Sono convinto che il primo passo della nostra campagna elettorale sia stato proprio quello. Quella forte partecipazione ha rappresentato il migliore avvio.

Il Programma
In febbraio abbiamo lavorato alacremente alla stesura del Programma del PD in 11 punti presentato dal candidato premier Walter Veltroni. In esso vi è un capitolo appositamente dedicato alla grande risorsa per il nostro Paese rappresentata dagli italiani nel mondo. Nei programmi degli altri partiti non ve ne è traccia. Se ne sono ricordati, a volte, solo nelle appendici. Invece il PD ha compiuto una scelta chiara: le azioni da intraprendere per i nostri connazionali che vivono all’estero sono parte integrante del programma nazionale. In esso parliamo di: informazione circolare, promozione della lingua e della cultura italiana, legge sul riacquisto della cittadinanza, riorganizzazione della struttura consolare, diversa regolazione della imposizione fiscale e tariffaria, valorizzazione delle eccellenze italiane nel mondo.

Le liste del PD
Abbiamo dato al nostro programma delle gambe forti, in grado di portarlo avanti: le liste del Partito Democratico all’estero sono composte da perone per bene, forti ed autorevoli, per metà da donne e per metà da uomini. Le altre liste non hanno dato attenzione alle donne. Solo tre donne sono presenti nelle liste del PdL, solo tre in quelle dell’UDC o della Sinistra Arcobaleno. Giudico questa scelta, che abbiamo compiuto insieme, un grande segnale di rinnovamento della politica.

Le liste sono il frutto una sintesi preziosa tra esperienza e innovazione. Da un lato abbiamo confermato tutti i parlamentari uscenti perché abbiamo inteso valorizzare il significativo lavoro da loro svolto in questi due anni e dall’altro abbiamo fatto uno sforzo per rappresentare tutte le migrazioni italiane, da quelle annose a quelle dei nostri giorni.. Tante facce nuove, giovani, ricercatori e ricercatrici, donne, persone impegnate nell’associazionismo, imprenditori, lavoratrici e lavoratori. In questo modo la nostra campagna elettorale è stata circolare, ha fatto arrivare l’Italia nel e ha voluto lanciare un messaggio anche nel dibattito politico in corso nel nostro Paese, evidenziando in particolar modo un fenomeno che ci deve far preoccupare: la fuga all’estero delle nostre energie più giovani e capaci che non trovano qui soddisfazione alle proprie domande di lavoro, di realizzazione e di successo. Ricordo che recentemente su questo tema anche Veltroni ha più volte espresso aspettative, attenzione e proposte concrete.

Abbiamo ripensato insieme l’emigrazione.

Grazie alle candidate e ai candidati, ai tanti volontari
A chi ha deciso di presentarsi alle elezioni nelle nostre liste va il primo mio ringraziamento. Si sono impegnati in lungo e in largo, hanno presentato le nostre proposte e il nostro programma, hanno svolto un duro lavoro. Se possiamo puntare su di un buon risultato è grazie soprattutto a loro. Così come voglio ringraziare le tante persone che si sono messe a disposizione e hanno lavorato nei nostri comitati elettorali, quelli del PD e dei singoli candidati. Ho visto tante persone, uomini e donne, soprattutto tanti giovani che hanno combattuto con intelligenza, innovazione, caparbietà, ricchezza di argomenti. Grazie a anche a voi. Abbiamo avuto modo di vivere insieme una grande esperienza umana, prima che politica. E ciò è veramente bello.

In giro per il mondo
Nella campagna elettorale della Circoscrizione Estero sono passato dalle bermuda al cappotto, dalle abbondanti nevicate di Montreal, ai 30 gradi di Rio de Janeiro. Alla fine, dopo tutti quei fusi orari diversi e i conseguenti jet lag, si capisce poco o nulla ma si è soddisfatti.
Migliaia, decine di migliaia, i chilometri percorsi in ripartizioni elettorali grandissime.
Basti pensare che il solo il sottoscritto, responsabile PD/Italiani nel mondo, ne ha percorsi quasi 100.000, due volte e mezza il giro del mondo, in soli 20 giorni. A questo proposito possiamo fare un calcolo sbrigativo: i candidati complessivamente avranno percorso più di 800.000 kilometri complessivi. Pensando al pullman che ha girato l’Europa e che ha accompagnato i candidati nei loro percorsi, per la prossima volta pensiamo addirittura di allestire anche un aereo, con le scritte in tutte le lingue.

Abbiamo fatto centinaia di incontri in tutto il mondo, parlato con centinaia, migliaia di concittadini.
Le ho contate nei miei incontri elettorali: ho incontrato direttamente oltre 4000 persone.

Mi è piaciuto lo spirito posto in questa campagna elettorale: grande impegno, innovazione ma anche forte partecipazione, allegria, sincerità. A partire dai nostri candidati presenti nelle liste del PD all’estero. Ma non solo, naturalmente.
Abbiamo dato l’idea di una squadra, di donne e di uomini, di giovani e di meno giovani. Di una squadra che pensa al futuro del nostro Paese e delle nostre comunità all’estero. Senza interessi personali.
E poi l’hanno fatta da padrone gli incontri informali, quanti cocktails democratici, quante pizze democratiche, quanti spuntini e cene democratiche. Alcune di queste veramente partecipate come quella di Chicago con il senatore Turano e il sottoscritto alla quale hanno partecipato più di 500 persone che ci hanno ascoltato con calore, mangiato italiano e pure sovvenzionato la campagna elettorale.

L’impostazione della campagna
Abbiamo parlato dei problemi annosi ed irrisolti che vivono le nostre collettività all’estero. Per fortuna abbiamo parlato anche dell’Italia, del Pd, di Walter Veltroni, convinti come siamo che se l’Italia saprà risollevarsi, senza farsi ipnotizzare dalle sirene populiste della destra, essa sarà in grado di rispondere efficacemente ai problemi vissuti dalla nostre comunità all’estero e gli italiani nel mondo potranno diventare veramente la risorsa in più per il nostro Paese.

“Italiani nel mondo. La risorsa in più.” È con questo slogan che abbiamo affrontato la campagna elettorale. Vicino a questo slogan abbiamo messo i visi dei tanti nostri migranti, di tutte le generazioni e li abbiamo chiamati V.I.P: Very Italian People.

Ho partecipato solo ad una trasmissione televisiva importante, a Italia World del 7 marzo a Rai International (http://www.international.rai.it/italiaworld/mostra.php?id=7118). Vi consiglio di non vederla tutta, ma di partire dal 47° minuto. Ci tornerò lunedì 14 a notte fonda, con i risultati elettorali acquisiti e sono convinto che saranno buoni per noi del PD.

Veltroni a Lugano con il nostro pullman europeo
Un pullman verde ha girato per l’Europa. E’ partito il 14 marzo da Lugano dove c’è stata una grande manifestazione con Walter Veltroni. All’inizio della campagna elettorale abbiamo chiesto a Veltroni di aggiungere una tappa al suo tour in pullman per un’Italia nuova. Volentieri ha accettato ed è stato appassionante sentire il suo discorso a Lugano di fronte ad una sala gremita. Ha parlato a braccio, dell’Italia, del mondo, di noi, italiani che viviamo all’estero. E’ stato un discorso importante che ci ha caricato moltissimo. Quella sera sono partito per San Paolo, in Brasile, dove il giorno dopo si sarebbe tenuta la convention di apertura della campagna elettorale del PD in America Latina.

Il nostro pullman è invece partito per il suo giro in Europa dove riscuote grande successo. Sul mezzo colorato di verde, come i suoi fratelli maggiori che girano l’Italia con Veltroni, campeggia appunto il nome del nostro candidato presidente e la scritta “un’Italia moderna si può fare” tradotta anche in inglese, francese, spagnolo e tedesco.

Si fa vedere in molti angoli d’Europa, nelle principali capitali e percorre quasi 10.000 km con molti candidati a bordo. Lo vado a salutare a Lione il 2 aprile prima del suo rientro in Italia. Molte delle sue tappe, con relative immagini, le potete vedere ed apprezzare sul sito: (http://www.pdmondo.it). E la cosa che personalmente ho più apprezzato nel vedere quelle foto sono le nostre facce sempre sorridenti. Ringrazio qui pubblicamente chi ha partecipato alla avventura, a partire dall’energico e coraggioso autista.

Costruiamo il PD nel mondo
Mi rimane un rammarico: non essere riuscito ad arrivare in Australia dove si è lavorato con grande lena per confermare il nostro deputato e il nostro senatore. Ho preso l’impegno di andarci dopo le elezioni, magari per festeggiare un buon risultato elettorale, e per impostare il lavoro di costruzione del PD in quelle zone del pianeta.

La campagna elettorale è stata anche un importante passaggio nella costruzione del PD all’estero. Abbiamo aperto nuovi circoli in ogni parte del mondo: a Tirana, in Albania, a Cracovia, in Polonia, a Kiev, in Ucraina, a Sofia, in Bulgaria, a Grenoble Metz e Strasburgo, in Francia, nel Sud della Germania, ad Atene, in Grecia, a Barcellona, in Spagna, a Dublino, in Irlanda, ad Edimburgo, in Scozia, a Betford e Manchester, in Inghilterra, ad Insbruk, in Austria.
Ma anche: a Curitiba e Porto Alegre, in Brasile, a Mar del Plata, in Argentina, in Messico, in Australia, in Giappone, in Africa e a New York. Nella Grande Mela il 17 marzo abbiamo tagliato al 59° piano dell’ Empire Stat Building, il nastro della prima sede del PD negli USA.

Poi vorrei sottolineare la costituzione di numerosi gruppi di giovani del PD, come per esempio a Zurigo in Svizzera e a Colonia in Germania. Last but not least, alcuni italiani all’estero hanno anche deciso di utilizzare i nuovi strumenti che offre lo Statuto del PD e hanno costituito un circolo online denominato i NetDem1.0

Il Senato e la partita americana
La mia campagna elettorale si è svolta molto nelle Americhe. E’ infatti nelle due ripartizioni elettorali americane, oltre che in Oceania, che si gioca grande parte del risultato elettorale. Soprattutto al Senato. La conferma del seggio senatoriale in Australia, del Nord America, e dell’America Latina, oltre a quella scontata in Europa, rappresenterebbe uno straordinario risultato.

Due ripartizioni elettorali molto diverse per territorio, caratteristiche sociali e politiche. In Nord America vi è abitudine ad un bipartitismo netto, in Sud America è invece più facile trovare frammentazione e diversificazione dell’offerta elettorale. In America del Nord la nostra migrazione è consolidata, altrettanto affermata in America Latina ma esistono fasce di popolazione di origine italiana che vivono con sofferenza e precarietà. In Nord America il PD è l’unica lista di centrosinistra mentre in America Latina, unico caso, sono presenti liste locali per così dire indipendenti che, cioè, non fanno riferimento a Veltroni o a Berlusconi. Potrebbero darci disturbo ma sono convinto che anche in quella zona del mondo si è compresa bene la posta in gioco e gli elettori sceglieranno con attenzione.

Le previsioni, o meglio, l’auspicio
Partiamo da Senato. All’estero si eleggono 6 senatori. Due ripartizioni, l’America del Nord e Asia/Oceania/Africa ne eleggono uno ciascuno. In questo modo queste ripartizioni diventano dei veri e propri collegi uninominali e si aggiudicherà i collegio senatoriale la lista che prenderà un voto in più delle altre. Penso che in queste due realtà il seggio del Senato si aggiudicherà per poche centinaia di voti di differenza. Nella altre due ripartizioni elettorali, Europa e America Latina si eleggono due senatori ciascuno. Ad ottenere il seggio saranno dunque la prima e la seconda lista che otterranno più voti. Mi pare scontato che il PD consegua un seggio senatoriale in Europa mentre, per la particolarità evidenziata in precedenza, in America Latina sono 4 le liste (PD, Pallaro, Merlo e PdL) che possono concorrere ad ottenere un seggio. Vedremo le liste che arriveranno al primo e al secondo posto. Un risultato semplicemente straordinario sarebbe quello di ottenere 4 senatori. Difficile ma non impossibile.
Alla Camera dei Deputati puntiamo a confermare i seggi che avevamo. Erano 5 due anni fa (1 in Oceania, 1 in America Latina, 1 in America del Nord, 2 in Europa.). E’ abbastanza garantita la conferma del Deputato in America del Nord. In America Latina le quattro liste citate per i Senato si divideranno i 3 seggi assegnati alla ripartizione. Nella ripartizione Asia/Oceania/Africa il seggio della Camera è un altro uninominale, vincerà, come il Senato, la lista che prenderà un voto in più. E’ difficile ma possiamo farcela. In Europa, forse, se abbiamo un buon risultato, possiamo strappare anche 3 seggi.
Per sapere chi ci rappresenterà in Parlamento aspettiamo di contare le preferenze. So solo che tutte le nostre candidate e tutti i nostri candidati sarebbero in grado di rappresentare bene in Parlamento il Partito Democratico e le nostre comunità all’estero. In bocca al lupo.

 

 

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EmiNews 2008

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