4772 Rizzuti (La Sinistra – l’Arcobaleno):Circoscrizione Estero, democrazia a rischio

20080411 10:49:00 redazione-IT

Ho letto degli allarmi sulla correttezza del voto nella circoscrizione Estero, ho letto le dichiarazioni indignate dei colleghi candidatiti delle diverse liste rispetto ai presunti brogli.
Scusatemi, ma mi sembra un linguaggio di circostanza, un modo d’indignarsi scontato.
Non vedere che la circoscrizione estero soffre tremendamente di un male che si chiama "crisi della democrazia" significa aver fatto una campagna elettorale con due fette di salame sugli occhi.

Che qualche scheda sia stata venduta o comprata mi preoccupa molto, che cinque schede siano arrivate da Vespa ci discredita, ma non è comunque questo il nocciolo del problema.
Io, piuttosto, sono indignato e preoccupato per le migliaia di schede elettorali (uno dei simboli della democrazia) che dalle cassette delle lettere sono passate direttamente nelle pattumiere! Dico con tranquillità, indipendentemente da quale sarà il risultato della competizione elettorale, che la scarsa partecipazione è un effetto, un chiaro segno della crisi della democrazia. Qualcosa nel sentire comune si è spezzato, la democrazia è divenuta sinonimo di oligarchia e si è fatto sempre più grande il distacco tra il “ceto politico” e la gente, anche tra gli italiani residenti all’estero.
Per questo dobbiamo avere la capacità di ricondurre le istituzioni democratiche al controllo diretto e continuo dei cittadini, facendole tornare ad essere strutture di servizio.
Per la circoscrizione estero, in particolare, i problemi che si pongono in modo urgente sono più di uno. Dico questo con l’intenzione di aprire un confronto.
In questa campagna elettorale ho girato parecchio, ho cercato di incontrare i connazionali. In parte, ma solo in parte, ci sono riuscito in Germania, con qualche puntata in Francia e Svizzera… E il resto del territorio? Gli incontri, sentendo anche i candidati delle altre liste, hanno visto livelli di partecipazione minimi.
Uno dei problemi più urgenti è la struttura territoriale delle diverse ripartizioni. Una territorialità così estesa significa in realtà una mancanza di territorialità. Una mancanza di territorialità significa, a sua volta, mancanza di rapporto diretto tra eletti ed elettori. Non rispettare questo rapporto significa tradire la democrazia allontanare ulteriormente la gente dalla politica.
Questo al momento dovrebbe essere il tema su cui impegnarci maggiormente: come ricostituire in emigrazione il tessuto associativo e della rappresentanza, come rivitalizzare i Comites, come attivare la partecipazione degli uomini, delle donne delle comunità.
Lo stesso vale per l’informazione, a meno che qualcuno non voglia spacciare per informazione la pubblicità inviata dai diversi candidati. I connazionali si sono orientati, come al solito, su Rai e Mediaste, dove le problematiche delle nostre comunità non hanno avuto alcun rilievo. Senza la costruzione di canali informativi in grado di stabilire un dialogo con le nostre comunità all’estero, in grado di entrare nelle case, in grado di garantire un’informazione plurale, muore un altro dei presupposti della democrazia. Un altro motivo per indignarsi!
L’elenco potrebbe continuare, ma non voglio stancarvi, voglio solo chiedervi di incontrarci, a elezioni avvenute, per confrontarci con l’intento di riscrivere alcune regole.
Difendere il voto all’estero significa, infatti, vedere cosa non funziona e cosa si può migliorare.
Gianfranco Rizzuti

 

 

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EmiNews 2008

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