4921 NON C’E’ MOLTO DA SCAVARE

20080505 17:50:00 redazione-IT

La clamorosa disfatta del centro sinistra nella recente tornata elettorale del ballottaggio a Roma, viene definita incomprensibile e vissuta come uno schianto politico ingiusto e inatteso, perché spazza via in un sol colpo quindici anni di egemonia assoluta del centro sinistra e liquida senza appello il decantato “modello Roma” voluto e coltivato da Walter Veltroni.

Ma questa seconda batosta elettorale registrata nel giro di due sole settimane è poi proprio così incomprensibile ?

C’è bisogno di interrogarsi contorcendosi e di “scavare” per individuare le ragioni per cui almeno cinquantamila elettori romani hanno votato PD per l’elezione del presidente della provincia (Zingaretti ex DS) e contemporaneamente PDL per Alemanno al Comune ?

E’ proprio così difficile capire che la tanto accusata “antipolitica” non è rintanata solamente nell’astensione al voto e nel “vaffa… day” di Beppe Grillo, ma che alloggia in maniera molto più razionale anche nella testa dei cittadini che ne hanno abbastanza dell’eterno riciclaggio dei “soliti noti” in un perenne gioco dei quattro cantoni ?

Ed è proprio così difficile capire quanto volatile sia oggi la popolarità e quanto precario sia il radicamento sociale basato quasi esclusivamente su di un altro (l’ennesimo) festival del cinema, sulle passerelle dei vip e di tutti i personaggi dell’effimero, sulle notti bianche, sulle estati romane con le ballerine brasiliane ?

Era questo il modello da esportare anche nel resto d’Italia ?

Forse si è sottovalutato che Roma e l’Italia hanno poderosi problemi che vanno oltre il circolo dell’effimero e del puro divertimento spacciato per impegno culturale. L’Italia, e tutte le sue singole realtà, ha problemi che spaziano dalla crescita economica (tuttora fanalino di coda in Europa), dai bassi salari insufficienti oramai a sostenere una vita dignitosa, l’esercito dei precari, il mastodontico problema della sicurezza (oramai si blindano anche le stanze da letto) e non da ultimo lo scandalo della lentezza della giustizia.

Era veramente proprio così difficile capire che i cittadini italiani, quella grande parte chiamati “indecisi” e non intruppati aprioristicamente (quelli non intruppati elettoralmente che riempivano festanti i teatri e le piazze credendo in una rimonta impossibile) avrebbero voluto sentire come vero, e non come slogan, un sincero impegno in questa direzione e quindi condividerlo ?

Mentre si sono sentiti ripetere all’infinito che si poteva fare con il “voto utile”

Ma fare che cosa ? La sola rimonta sull’odiato Berlusconi ? Tutto qui ?

A molti di quei cittadini (una decina di milioni) non intruppati questo è sembrato evidentemente molto poco e hanno pensato di disertare le urne oppure annullare semplicemente il voto.

E questo è antipolitica, oppure è un forte ed inequivocabile segnale politico ?

Quale lezione trarre da questa situazione ?

Innanzitutto se il centro sinistra e la sinistra intendono ricomporre un solido consenso fra gli elettori, fra quelli che hanno volutamente disertato e fra quelli che turandosi il naso hanno votato dall’altra parte (vedi le cinquantamila schede per Alemanno), devono evitare come la peste i tatticismi e la girandola di poltrone e di responsabilità fra i vari attuali dirigenti.

E poi, credo, che tutti gli italiani che vorrebbero vedere un forte partito socialdemocratico e pronti a votarlo in massa, si siano definitivamente convinti, come le elezioni hanno ampiamente dimostrato, che con questi dirigenti attuali non sarà mai possibile portare al governo del Paese una sinistra moderna, riformista e liberale.

Questo perché è certamente molto diffusa la convinzione fra i cittadini italiani che Gli attuali dirigenti del centro sinistra e della sinistra italiana, anche se si sono presentati come il “nuovo che avanza”, appaiono logorati, deboli e poco credibili per affidare loro il futuro dell’Italia.

Come poco credibili e deboli appaiono gli attuali partiti del Parlamento italiano, essendo tutti ancora minorenni. Il Partito Democratico nato sei mesi fa, ma con una sperimentata esperienza politica e di potere e un gruppo dirigente inamovibile che lo ha reso vecchio prima ancora di nascere ; Il Partito Delle Libertà, nato l’altro ieri ma con tutti i vizi noti dei quali non vale nemmeno la pena parlarne ;L’ Unione Democratica di Centro, ancora minorenne ma con una filosofia del potere della peggiore Democrazia Cristiana del passato ; L’Italia Dei Valori, nata sull’onda delle inchieste giudiziarie e che pensa di trasformare l’Italia in una Guantanamo europea.

Questa è l’attuale mappa politica del Parlamento italiano, un Parlamento che, fatto salvo per le singole persone, è un Parlamento composto da partiti senza storia, senza cultura di riferimento, senza valori noti e acquisiti.

Il Partito Socialista è l’unico partito italiano che ha oltre 116 anni di storia che si è intrecciata con l’evoluzione della storia sociale e civile dell’Italia, ma che rinchiudendosi, per difendersi, nel suo orticello ha finito per scomparire dalla testa e dall’interesse politico dei cittadini italiani.

I socialisti, nonostante la tremenda disfatta elettorale non devono deporre le armi. Anzi devono riappriopiarsi della loro storia, della loro cultura, del loro impegno riformista e consegnarlo nelle mani di un gruppo dirigente totalmente rinnovato che non pensi solo al seggio parlamentare, ma coinvolga gli attivisti e tutti coloro che non vogliono disperdersi dentro il PD attualmente in grande fibrillazione i cui esiti saranno tutti da registrare fra qualche mese e in occasione delle prossime elezioni europee. Riappriopiarsi cioè dei grandi temi di riforma della nostra società a cominciare dai diritti civili, della scuola, dell’università, dello sviluppo economico, del diritto alla casa e al lavoro, della lotta agli sprechi della politica e alla costruzione di una società più giusta e rispettosa.

I socialisti che vivono e lavorano in Svizzera si sentono coinvolti e impegnati alla ricostituzione del Partito Socialista, anche perché il futuro non si presenta così tranquillo nemmeno per chi, come noi, viviamo fuori dall’Italia.

C’è una urgente necessità di ridare ai cittadini i mezzi per essere al centro dell’azione politica e più che buonisti dobbiamo essere coraggiosi per stoppare coloro che “novisti” come la Binetti intendono nel 2008 pescare (rispetto ai diritti civili) idee nel loro magazzino delle antichità del secolo scorso.

Giuseppe De Bortoli,
coordinatore in Svizzera del Partito Socialista

 

 

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EmiNews 2008

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