4920 PLAN CONDOR: L’avvocato dei “desaparecidos” chiede dimissioni dell'ambasciatore uruguayano Abin

20080506 16:17:00 redazione-IT

PLAN CONDOR: L’avvocato dei “desaparecidos” sudamericani
ha chiesto al ministero degli esteri le dimissioni
dell’ambasciatore uruguayano a Roma, Abin

Al centro della denuncia il ritardo nell’inoltro della richiesta di estradizione in Uruguay del ex militare Jorge Troccoli arrestato in Italia nell’ambito dell’inchiesta “Plan Condor”. Gli incartamenti sono arrivati agli uffici nove giorni dopo il termine ultimo di scadenza. Risultato: il 24 aprile Jorge Troccoli e’ stato rilasciato e non potra’ piu’ essere perseguito in Italia per la stessa causa.

Dalla nostra redazione di Montevideo
Federica Manzitti (Gente d’Italia)

Guai in vista per l’Ambasciatore uruguayano in Italia Carlos Abin – scrive Federica Manzitti dalla redazione uruguayana di Gente d’Italia quotidiano delle americhe diretto da Mimmo Porpiglia – L’avvocato Óscar López Goldaracena che difende i familiari dei desaperecidos sudamericani ha chiesto al Ministero degli Esteri locale le sue dimissioni. Al centro della denuncia il ritardo nell’inoltro della richiesta di estradizione in Uruguay del ex militare Jorge Troccoli arrestato in Italia nell’ambito dell’inchiesta “Plan Condor”.
Il documento della Corte di Giustizia uruguayana sarebbe stato inviato alla sede diplomatica italiana in tempo per ottenere il trasferimento dell’imputato a Montevideo, ma gli incartamenti sono arrivati agli uffici nove giorni dopo il termine ultimo di scadenza. Risultato: il 24 aprile Jorge Troccoli e’ stato rilasciato e non potra’ piu’ essere perseguito in Italia per la stessa causa. Troccoli venne arrestato lo scorso 24 dicembre a Marina di Camerota, in Provincia di Salerno, dove si trovava mentre in Uruguay era ricercato per la sparizione forzata nel 1978 di 22 dissidenti politici. Il mandato d’arresto, firmato dal giudice Luisanna Figliola, era stato emesso sulla base dell’inchiesta Plan Condor del sostituto procuratore Giancarlo Capaldo che indagava sulla sparizione invece di 25 cittadini sudamericani con doppia cittadinanza italiana sotto i governi militari degli anni Settanta. L’ex ufficiale di Marina e’ rimasto in carcere quattro mesi, la maggior parte trascorsi a Regina Coeli, durante i quali la Corte di Giustizia uruguayana ha formulato una richiesta di estradizione in seguito alla sua imputazione nel processo che lo ha visto protagonista insieme all’ex dittatore Gregorio Alvarez tuttora detenuto a Montevideo.
L’associazione uruguayana dei familiari di desaparecidos, composta da circa 31 persone, ha chiesto che l’Ambasciatore Abin ritorni urgentemente in Uruguay per riferire sull’accaduto. L’avvocato che li rappresenta, Goldaracena, si e’ per questo incontrato con il Ministro degli Esteri Gonzalo Fernandez che gli ha dato udienza “con urgenza, vista la gravita’ dei fatti”, come dichiarato dalla Cancelleria. Durante il colloquio il Cancelliere avrebbe definito “una buona idea” quella di richiamare in Uruguay il diplomatico per incontrare i membri dell’Associazione. Il Ministero adesso dovrebbe rilasciare l’autorizzazione formale per il viaggio di Abin da Roma a Montevideo. Lo stesso Abin avrebbe indirettamente ammesso la sua responsabilita’ nel ritardo che ha autorizzato la scarcerazione di Troccoli, anche se secondo alcune ultime sue dichiarazioni non si sentirebbe completamente colpevole della scarcerazione del ricercato. Inoltre, secondo i familiari, altre irregolarita’ indipendenti dall’Ambasciata a Roma sarebbero state commesse gia’ in Uruguay.
La richiesta di estradizione doveva arrivare agli uffici competenti italiani entro e non oltre il 23 di marzo scorso. Secondo il Ministero degli Esteri il documento e’ stato spedito a Roma nove giorni prima, ossia il 14 dello stesso mese. Di fronte alle richieste dell’avvocato di parte, il Ministro Fernandez avrebbe esibito alcuni documenti che attestano che la richiesta, con la relativa traduzione in italiano per la quale la Corte di Giustizia avrebbe aspettato piu’ di un mese, e’ arrivata alla Cancelleria il 13 di marzo del 2008. Il giorno dopo gli incartamenti sarebbero partiti per l’Ambasciata romana con una valigia diplomatica speciale n.3, ossia via DHL “numero di ricevuta 6506926473”, hanno precisato gli uffici ministeriali. “Abbiamo operato con la massima celerita’”, ha dichiarato Fernandez. La ricevuta di ritorno della spedizione attesta che il 18 di marzo la busta e’ arrivata all’Ambasciata uruguayana a Roma. Ma e’ solo sette giorni dopo, il 25 dello stesso mese, che la sede diplomatica ha comunicato verbalmente al Ministero degli Esteri italiano di essere in possesso del documento, inoltrandolo poi ufficialmente solo il 31 di marzo: nove giorni dopo la scadenza del termine di legge come sancito dal trattato di estradizione Uruguay-Italia del 1879.
Accertati i tempi lunghi di comunicazione ufficiale di cui sarebbe responsabile l’Ambasciatore Abin, restano secondo l’Associazione dei familiari, altri colpevoli ritardi accumulati su cui va fatta chiarezza. Primo: la traduzione del documento che il giudice incaricato Luis Charles ha redatto il 13 di febbraio aspettando poi fino al 12 di marzo per ottenere la versione italiana. Per questo e’ stata avviata un’inchiesta interna alla Corte Costituzionale che mira a conoscere i motivi di tanta attesa.
Altra ombra sulla vicenda: l’invio della busta dal Ministero degli Esteri a Montevideo all’Ambasciata a Roma via DHL e non via valigia diplomatica ordinaria.
Carlos Abin potrebbe tornare in Uruguay gia’ il prossimo 13 di maggio. “Credo che sia necessario incontrare i familiari”, ha dichiarato al giornale Ultimas Noticias, “ossia con coloro che sono direttamente colpiti da questa situazione. Voglio spiegare a tutti quanto e’ successo e chiarire alcuni punti perche’ la mia Ambasciata e’ stata ritenuta responsabile, ma a mio avviso ingiustamente”.
La Corte di Appello di Salerno ha firmato per il rilascio di Jorge Troccoli il 24 aprile ponendo quindi fine a qualsiasi speranza che lo stesso possa essere trasferito nel suo paese poiche’ secondo l’articolo n. 7 del Trattato bilaterale lo stesso non potra’ piu’ essere perseguito per la medesima causa. Restera’ cosi’ sospeso il processo per “diversi delitti di sparizione forzata nel 1978” intentato nella Repubblica Orientale.
Troccoli e’ ricercato infatti dalla giustizia uruguyana in merito all’inchiesta del giudice Luis Charles sulla sparizione forzata di 22 dissidenti politici uruguaiani rifugiatisi in Argentina fra il 1977 e il 1978, che furono poi arrestati, trasferiti illegalmente in Uruguay ed infine fatti sparire. La stessa inchiesta ha portato dietro le sbarre, il 17 dicembre scorso, l’ex dittatore Gregorio "Goyo" Alvarez e l’ex- ufficiale della marina uruguyana Juan Carlos Larcebeau arrestato a Colonia del Sacramento. Entrambi si trovano tuttora nel carcere militare di Montevideo.

 

 

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EmiNews 2008

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