4947 La convivenza dei rom con gli italiani nelle case popolari? Realtà con ''luci e ombre''

20080514 16:11:00 redazione-IT

A Torino sono 42 i nuclei familiari di etnia nomade assegnatari di alloggi di edilizia pubblica. In alcune zone i rapporti sono difficili e il comune provvede a una costante opera di monitoraggio. Ma ci sono anche esempi di successo
A Torino 750 mila euro per l’inclusione abitativa dei rom

TORINO – Una situazione di “luci e ombre” quella della convivenza fra nomadi e italiani nelle case popolari: qualche successo e non pochi problemi. Sono 42 oggi i nuclei familiari di etnia nomade assegnatari di alloggi di edilizia pubblica sul territorio cittadino, concentrati in prevalenza nella zona nord della città. “Prima i nuclei assegnatari erano 54 – ha spiegato Roberto Tricarico, assessore per le Politiche per la Casa – ma di questi, 12 hanno rilasciato l’alloggio spontaneamente o, più spesso, in forza dell’esecuzione di provvedimento comunale di decadenza dall’assegnazione, cioè per abbandono o cessione dell’alloggio, per morosità nel pagamento dei canoni di locazione ecc.”.

Se alcune problematicità esistono, riguardano ovviamente i rapporti con gli altri condomini. In alcune zone del capoluogo piemontese (via Sansovino e corso Cincinnato), fin dall’inizio del rapporto di assegnazione, i rapporti di convivenza tra i nomadi e gli altri condomini sono stati difficili e per questo il comune provvede ad una costante attività di monitoraggio della situazione. Stesso scenario per i nuclei insediati in via Scarsellini, dove sono in atto accertamenti e verifiche.

“Gli ultimi provvedimenti comunali di assegnazione a favore di nuclei di etnia nomade, risalenti allo scorso anno, riguardano nuclei che avevano partecipato al Bando generale indetto nel 2004 – ha dichiarato Tricarico -. I nuclei che hanno partecipato al bando successivo del 2007 sono circa 30: a questi ultimi, sulla base della prima fase di istruttoria delle domande, sono stati attribuiti punteggi provvisori insufficienti per ottenere l’assegnazione di alloggi”.

“In generale comunque – conclude – si registra una situazione di “luci e ombre”. Tuttavia tra i nuclei che vivono nelle case popolari non sono infrequenti casi di successo, a fronte anche di pochi casi di incompatibilità condominiale”. (rf)

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A Torino 750 mila euro per l’inclusione abitativa dei rom

Il Comune ha partecipato con successo al bando promosso dal ministero per la Solidarietà sociale che ha stanziato 3 milioni di euro. I fondi serviranno per un progetto concernente l’accesso al mercato abitativo

TORINO – Il Comune di Torino ha partecipato con successo al bando promosso dal ministero per la Solidarietà sociale che ha stanziato 3 milioni di euro a favore di quelle città che, alle prese con l’immigrazione romena anche di etnia rom, hanno presentato progetti di inclusione sociale per l’inserimento abitativo di quelle nuove fasce di povertà che si sviluppano negli interstizi delle nostre aree abbandonate – anche a rischio della vita – come nel caso delle sponde dei fiumi.

Il Comune, forte dell’esperienza maturata con l’agenzia Locare (il centro servizi che il Comune di Torino ha costituito per favorire l’incontro della domanda e dell’offerta sul mercato privato della locazione), si è aggiudicato così il secondo posto con un finanziamento di 750 mila euro. Questo grazie a un programma (Abit-Azioni) presentato dall’assessore Marco Borgione, di concerto con gli assessori Ilda Curti e Roberto Tricarico. Che oggi hanno presentato alla riunione di Giunta una delibera volta a favorire l’accesso nel mercato privato della locazione di quelle famiglie che sono già seguite dai servizi sociali e che hanno dimostrato di aderire pienamente al programma che prevede l’obbligatorietà dell’inserimento scolastico per i figli e il lavoro per i genitori.

Il Comune è impegnato da anni nella promozione di politiche inclusive rivolte agli stranieri, a partire da percorsi di inserimento lavorativo e integrazione scolastica dei figli, come è avvenuto ad esempio con il progetto “Equal Rom Cittadini d’Europa”.Sono attualmente 30 i casi conosciuti dal Comune, e l’Amministrazione conta di poterne sistemare almeno 60 con l’obiettivo di toglierli dalla marginalità sociale ed economica. Il progetto prevede, oltre agli incentivi classici di Locare, un fondo di garanzia per eventuali temporanee morosità e sarà seguito da una apposita struttura non comunale formata da cooperative e associazioni (le cooperative Valdocco e Stranidea e l’associazione Zingari Oggi, che costituiranno allo scopo una associazione temporanea di impresa) che ne garantiranno anche l’accompagnamento.

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EmiNews 2008

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