5114 Caro Di Girolamo, si dimetta subito!

20080617 10:15:00 redazione-IT

di Ricky Filosa (da www.italiachiamaitalia.com)

"Caro senatore, si dimetta e dimostri, una volta uscito dal Senato, di essere innocente fino in fondo, e che tutto ciò di cui si sta parlando in questi giorni e settimane, è solo un grande malinteso. Noi ce lo auguriamo"
A quanto ci risulta, Nicola Di Girolamo è stato eletto anche con grande soddisfazione dell’attuale presidente della Camera, Gianfranco Fini. La sua candidatura, più che da tutti gli altri, era stata proposta e portata avanti dall’On. Marco Zacchera, deputato di Alleanza Nazionale e responsabile del Dipartimento Esteri del partito, e da persone a lui vicine.

Ora che Di Girolamo sembra essere finito nei guai, le voci amiche non si sentono più. Le frasi sono quelle di rito: “No comment”, “che la giustizia faccia il suo corso”, “ho piena fiducia nella magistratura”. Eh sì, campa cavallo. Detto questo, amen: cose del genere capitano spesso in certi ambienti.

Ma il caso del senatore pidiellino eletto in Europa, continua a fare discutere. E di certo la sinistra non si fa scappare la ghiotta pagnotta. Maurizio Chiocchetti, responsabile del PD per gli Italiani nel Mondo, torna a chiedere le dimissioni del senatore del PdL, come già aveva fatto circa un mese fa.

Ora che la procura di Roma ha chiesto l’arresto del Di Girolamo, a maggior ragione – secondo Chiocchetti – egli dovrebbe lasciare. “"Tanto più va compiuto questo atto di giustizia", sostiene Maurizio Chiocchetti, "in quanto a subentrargli in Senato sarebbe naturalmente un esponente del suo stesso partito". Sarebbe Raffaele Fantetti, infatti, anch’egli candidato del PdL in Europa, ad occupare lo scranno di Di Girolamo, se questi dovesse davvero dimettersi – ma noi non ci speriamo, anche se ce lo auguriamo – o se la giustizia lo dovesse definitivamente condannare.

Chiocchetti ha voluto ricordare che “la Procura della Repubblica di Roma ha chiesto l’autorizzazione per gli arresti domiciliari a carico dell’esponente politico, eletto nella Circoscrizione Europa nelle file del PdL, rilevando come egli, non risiedendo all’estero, non possedesse i requisiti per essere eletto".

L’invito del responsabile del Pd nel mondo è chiaro: “il senatore in causa abbia il pudore di dimettersi e di salvaguardare l’onore del voto e delle istituzioni repubblicane". “Sarebbe questo un gesto di grande moralità – continua Chiocchetti – che contribuirebbe a fare un po’ di pulizia anche su altre ombre che si annidano sul voto degli italiani all’estero e che sono anch’esse al vaglio della magistratura".

E’ in effetti trasparenza, soprattutto per ciò che riguarda il voto all’estero, quello di cui abbiamo bisogno, oggi come non mai.

Dal sito web di Di Girolamo: “La mia candidatura è dettata da sincero spirito di servizio. Sento il dovere civile di mettermi a disposizione dei tanti connazionali perché conosco le difficoltà di vivere all’estero". Forse alla luce di quanto sta venendo fuori, certe parole, con il senno di poi, Di Girolamo se le rimangerebbe volentieri.

Animati dalla nostra sete di giustizia, e dal desiderio che si faccia luce al più presto su tutto ciò che riguarda il caso – e più in generale sull’intera inchiesta inerente alle irregolarità del voto estero – ci sentiamo di unirci all’invito di Maurizio Chiocchetti: caro senatore, si dimetta e dimostri, una volta uscito dal Senato, di essere innocente fino in fondo, e che tutto ciò di cui si sta parlando in questi giorni e settimane, è solo un grande malinteso. Noi ce lo auguriamo, anche se i fatti, a dir la verità, parlano chiaro.

Tuttavia, noi non vogliamo essere giudici sputa sentenze. L’eletto in questione sarà senz’altro una brava persona, e chissà quante cose buone ha fatto nella sua vita e continuerà a fare. Chi è senza peccato scagli la prima pietra: e pur non avendo scheletri negli armadi, non ce la sentiamo di condannare qualcuno senza che la sua responsabilità sia provata “oltre ogni ragionevole dubbio”. Ma qui non si tratta di amicizia, né di simpatia. Qui è di politica che siamo parlando, e di rispetto degli elettori, d’Europa ma di tutto il mondo.

Senatore Di Girolamo, lasci la poltrona, lo diciamo anche nel suo interesse: così facendo, forse, della sua persona potrà restare un ricordo meno sporco dell’immagine che ormai si sono fatti di lei gli italiani residenti all’estero.

Ricky Filosa – Italia chiama Italia
Direttore www.italiachiamaitalia.com

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Su Di Girolamo botta e risposta fra Francesco Paolo Catania e GianLuigi Ferretti

Catania inoltra ai suoi contatti la notizia della richiesta d’arresto per Di Girolamo, con allegata l’intervista rilasciata tempo fa a Italia chiama Italia. Ferretti: "Di Girolamo? Un amico".

http://www.italiachiamaitalia.net/news/137/ARTICLE/9521/2008-06-16.html

Botta e risposta fra Francesco Paolo Catania, presidente de L’altra Sicilia, e GianLuigi Ferretti, consigliere Cgie.

Caso Di Girolamo. Catania, lo scorso venerdì, ha inviato ai suoi contatti una mail nella quale si citava la notizia della richiesta d’arresto per il senatore del Pdl Nicola Di Girolamo, riportando nella stessa lettera l’intervista da lui – da Catania – rilasciata a Italia chiama Italia, proprio sul caso Di Girolamo, e in particolare sull’incontro che il presidente dell’associazione siciliana aveva avuto, casualmente, con Ferretti, al consolato italiano in Belgio.

La replica di Ferretti. Ferretti, dopo quell’intervista, dove Catania lo aveva tirato fortemente in ballo, non ritenne opportuno rispondere. Ora, però, decide di dire la sua, e nella replica a Francesco Paolo spiega che si era imposto "di non intervenire sulla vicenda, essendo la mia posizione riassunta in questo modo: lascio alla magistratura il compito di svolgere le indagini e di decidere se qualcuno ha commesso reati. Chi ha commesso reati, paghi. Chi non li ha commessi sia prosciolto. Però vedo che per la seconda volta (prima dell’intervista a Italia chiama Italia, c’era stato un comunicato di Catania sempre sullo stesso tema, ndr) pubblichi tue dichiarazioni con le quali mi tiri in ballo. Quando c’è un’indagine in corso, le parole pesano come macigni. E, siccome c’è in ballo persino la privazione della libertà personale, non posso lasciar correre inesattezze. Se lo facessi, un giorno potrebbe essermi imputato. Bada bene, non parlo di atti politici, di opportunità politica o morale. Questo è tutto un altro discorso. Parlo esclusivamente di come si sono svolti i fatti. Non ho mai negato di aver accompagnato il mio amico al Consolato di Bruxelles dove doveva espletare della pratiche. Al nostro arrivo ho visto due signori, fino allora a me sconosciuti, che esibivano il simbolo de “L’Altra Sicilia”. Mi sono avvicinato e mi sono presentato dicendo che ti conoscevo ed eravamo amici da tanto tempo. Loro mi hanno spiegato che erano lì per raccogliere le firme dei sottoscrittori. Mentre chiacchieravamo, il mio amico girava per gli uffici per espletare le sue pratiche .Solo in un momento successivo sei arrivato tu. Ti ho salutato calorosamente col bacio sulle guance, come sempre. Vedi, di tutto quello che hai scritto, mi ha fatto particolarmente male la tua accusa di arroganza. Arroganza nei tuoi confronti mai. Mai ho detto, né scritto, una parola contro di te. Ti ho sempre stimato e ho ammirato i risultati che hai saputo conseguire con il movimento che hai creato e che dirigi. Sempre per tornare ai fatti, ci tengo a precisare quanto segue: E’ vero che ti ho presentato il mio amico, ma non come candidato. Anzi credo che tu sospettassi che io potessi esserlo. Il fatto che il Console abbia “tenuto a sottolineare la poca creanza ed arroganza da essi dimostrata quando se ne sono andati senza neanche preoccuparsi di fare un semplice saluto”. Io il Console non lo conosco, non l’ho mai visto in vita mia, come d’altronde non conosco nessuno nel Consolato, dove ho messo piede per la prima, ed unica volta, della mia vita. Né potevo sapere che era il signore che stava parlando con te visto che non me l’hai presentato. Quindi non capisco per quale motivo avrei dovuto andare a salutare un perfetto sconosciuto", conclude Ferretti.

Ed ecco la controreplica di Catania: "Caro Ferretti, lasciamo alla magistratura il compito che le è proprio e speriamo che i fatti possano essere acclarati una volta per tutte, anche se permettimi un certo scetticismo. Le parole di stima che mi rivolgi sono certamente reciproche. Ci conosciamo da tempo e, anche se su fronti ormai contrapposti, facciamo tutti e due la stessa battaglia per gli italiani all’estero, con la differenza che io al consolato ci vado per autenticare le firme, tu per accompagnare candidati che poi non vivono laddove dicono di abitare (e sono sempre disponibile a dimostrarti che non basta iscriversi in un dato luogo per dire poi di partecipare alle esigenze e ai bisogni di quella comunità). Ma lasciamo correre; le analisi delle conseguenze della vicenda Di Girolamo spettano alla valutazione degli italiani all’estero e se non lo fanno vorrà dire che non sono ancora in grado di appropriarsi di quella legge per il voto passivo che, sono i fatti di oggi, portano al parlamento gente che sicuramente non conoscono ma che poi hanno avuto la solerzia di votare…L’Altra Sicilia è un movimento di opinione e, come responsabile, ho relàto fatti di cui sono a conoscenza. L’ho fatto per una giusta informazione e per cercare di far aprire gli occhi al popolo all’estero, popolo secondo me del corrispettivo e non della libertà, se la magistratura questo lo acclarerà. Capisco che ci sia un’indagine in corso e condivido la tua analisi sull’opportunità di non arzigogolare su fatti veri o presunti. Si da il caso pero’ che questi fatti in oggetto non siano presunti".

L’interrogativo. Una domanda però rimane. Che cosa ci faceva il Ferretti al consolato insieme a Di Girolamo, che non è solo un "amico" ma anche socio della cooperativa a cui è intestata la pubblicazione che il consigliere Cgie dirige? Ferretti e Di Girolamo soci dello stesso foglio. Ferretti e Di Girolamo insieme al consolato italiano dove poi si sarebbe commesso il reato di cui, fra gli altri, Di Girolamo è accusato. Coincidenze?

Il caso Di Girolamo, siamo pronti a scommetterci, continuerà a far parlare di sè.

Italia chiama Italia
www.italiachiamaitalia.com

 

 

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EmiNews 2008

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