5136 MESSICO: A due anni dal 14 giugno 2006: Oaxaca resiste in marcia

20080625 14:53:00 redazione-IT

di Fabrizio Lorusso

Con una megamanifestazione convocata dalla APPO (Asamblea Popular de los Pueblos de Oaxaca) e dalla sezione 22 del sindacato nazionale degli insegnanti, il 14 giugno scorso si sono commemorati a Oaxaca e in Messico i due anni dallo sgombero violento, realizzato dalla polizia statale di questa povera e martoriata regione messicana, ai danni dei professori che stavano realizzando una protesta pacifica e un’occupazione di alcune vie nel centro della città dall’inizio di maggio.
Secondo gli organizzatori, oltre 200mila persone (50mila secondo fonti governative) hanno sfilato per le vie di Oaxaca riaprendo ferite e ricordi ancora freschi. Memorie di violenza, repressione e morte (25 decessi tra i cittadini dall’inizio del conflitto) oltre che dell’impunità che ancora regna sovrana nell’entità governata dal contestatissimo Ulises Ruiz Ortiz.

La manifestazione del 14 giugno arriva a ricordarci il grave conflitto sociale che portò alla nascita di un movimento popolare, la APPO, creata dal basso da migliaia di cittadini anelanti di libertà, democrazia e migliori possibilità di sviluppo economico, da sempre negate alla popolazione di questa zona così come a quella del Chiapas, di Veracruz o dello Yucatan che sono le più povere del paese. I professori della sezione 22, che erano impegnati da 26 giorni in una protesta parallela per rivendicazioni salariali e per la riapertura delle negoziazioni con il Ministero dell’Interno sospese da un anno e mezzo, hanno temporaneamente interrotto la loro protesta per confluire in appoggio a quella della APPO.
Capeggiato da leader sindacali come Ezequiel Rpsales e da alcuni portavoce della APPO come Flavio Sosa Villavicencio (scarcerato recentemente), Marcelino Coache Verano, Florentino López Martínez e la maestra Carmen Lopez (ritornata a Oaxaca dopo un esilio forzato di 18 mesi a Città del Messico), il corteo, costeggiato da palchi per i dibattiti politici per le piazze, ha inneggiato alla liberazione di tutti i detenuti politici, alla destituzione del governatore Ruiz e alla condanna contro i responsabili degli omicidi contro gli attivisti e i simpatizzanti del movimento. Non sono mancati i momenti di allegria e folklore con le caricature del governatore e del presidente, Felipe Calderon, che circolavano nella massa, il trasporto del “Santo bambin APPO” e l’esplosione di petardi per le vie. La manifestazione s’è conclusa senza incidenti con l’occupazione simbolica di un incrocio stradale e l’installazione di alcune barricate in ricordo della ormai celebre resistenza mantenuta alla “Cinco Señores” durante i mesi più cruenti di lotta.
In Messico si stanno anche per “celebrare” anche i primi 18 mesi di governo del presidente Calderon, eletto in mezzo a mille polemiche circa una presunta frode elettorale, il quale ha investito gran parte della suo “capitale politico” nella lotta al narcotraffico impiegando migliaia di militari sul territorio e promuovendo riforme giuridiche per riaffermare la forza dello Stato ma, nonostante gi sforzi, la spirale di violenza non s’è fermata e le morti violente nel paese durante il suo mandato sono salite a 4000 in un anno mezzo. Forse la militarizzazione e le campagne TV non sono il metodo migliore per risolvere problemi econmici e sociali radicati de secoli come la miseria e l’esclusione che, se non conducono alla fame o all’emigrazione, spingono i giovani nella mani del narco.
Nel corteo di sabato tra i più attivi “parlatori” sui palchi, c’era anche Marino Cruz, un “appista” che l’anno scorso era stato picchiato dalla polizia ed era entrato in coma dopo gli scontri del Cerro del Fortin, dove la APPO e la gente di Oaxaca stavano festeggiando la tipica festa Guelaguetza nella sua versione alternativa e popolare. Anche quest’anno la Guelaguetza Popular sarà organizzata per boicottare quella ufficiale.
Come segnala Gustavo Esteva sul giornale messicano La Jornada, il movimento sociale della APPO ha creato uno spartiacque nella storia locale visto che nulla più sarà come prima e l’impulso libertario di buona parte della gente rimane vigoroso. Ciononostante, la paura e la diffidenza aleggiano per le strade di Oaxaca e il pericolo di regressioni e apatia per il futuro non sembra scongiurato. I meccanismi di coordinamento della APPO non sono sempre efficaci e si stanno cercando dei meccanismi nuovi per reinventare il movimento, comunque ancora vitale dal punto di vista delle azioni in piazza e a livello politico, e per articolare orizzontalmente le diverse spinte delle parti integranti. Ad ogni modo, la vitalità della base non è scomparsa e potrà adattarsi a diverse forme di lotta e rappresentatività purché continui a seguire le scelte di cambiamento e rinnovamento a tutti i livelli.

http://fabriziolorusso.wordpress.com

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EmiNews 2008

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