5168 Intervento di Luciano Neri al Seminario “Europa–America Latina: Un mondo in trasformazione”

20080703 12:34:00 redazione-IT

“L’Europa è umanesimo ma non solo, è tante cose insieme, e ciò che fa l’unità e l’unicità dell’Europa non è l’unità della sua cultura ma la sua diversità, l’affermazione di una dialogica tra idee diverse che dialogano e persistono le une accanto alle altre”: lo ha affermato Luciano Neri, presidente del Cenri (Centro Relazioni Internazionali) e componente del Coordinamento del PDE in occasione del seminario internazionale “Europa – America Latina: Un mondo in trasformazione”, tenutosi a Bilbao nel mese di giugno e al quale hanno preso parte numerosi parlamentari e analisti europei e latino-americani.

LE DIFFERENZE NELLA PROSPETTIVA UMANISTA
DEL DOPOGUERRA IN EUROPA

UN MONDO IN TRASFORMAZIONE
Seminario Internazionale promosso dal Parlamento Europeo e dal PDE
Intervento di Luciano Neri

“L’Europa è umanesimo ma non solo, è tante cose insieme, e ciò che fa l’unità e l’unicità dell’Europa non è l’unità della sua cultura ma la sua diversità, l’affermazione di una dialogica tra idee diverse che dialogano e persistono le une accanto alle altre”: lo ha affermato Luciano Neri, presidente del Cenri (Centro Relazioni Internazionali) e componente del Coordinamento del PDE in occasione del seminario internazionale “Europa – America Latina: Un mondo in trasformazione”, tenutosi a Bilbao nel mese di giugno e al quale hanno preso parte numerosi parlamentari e analisti europei e latino-americani.
“Una unità molteplice – ha sottolineato Neri – che costituisce la base attraverso la quale l’Europa è riuscita a produrre civiltà originali caratterizzate dall’umanesimo, dalla razionalità, dalla democrazia. L’Europa si è sempre definita a partire dalle sue crisi avendo sempre la capacità di ripensarsi, dopo la disillusione dell’età dei lumi, dopo le guerre mondiali e lo stesso è chiamata a fare oggi dopo la frattura epocale successiva all’11 settembre. Oggi non bastano piccoli aggiustamenti del pensiero e dell’azione, è necessario costruire nuove identità, sapendo che le identità contemporanee non nascono solo attraverso ciò che si conserva ma soprattutto attraverso ciò che si è in grado e di abbandonare e/o di superare. E’ questa – ha proseguito Neri – la scommessa, la difficoltà e sotto certi aspetti anche la sconfitta delle tradizioni politiche costituitesi nel ‘900”.
“In questo processo di superamento dell’unilateralismo post 11 settembre, l’Europa ha nei paesi latino-americani alleati e affinità importanti. Affinità non solo storiche, linguistiche e culturali. L’America Latina è anch’essa una grande realtà plurale, che sta adottando per la costituzione del Mercosur lo stesso modello istituzionale dell’Unione Europea. L’America Latina, come l’Europa – ha sottolineato ancora Neri – non è attraversata da guerre, ha cancellato la pena di morte, sviluppa politiche multilaterali sullo scenario internazionale. Sono d’accordo con chi afferma che il problema della democrazia di oggi è la cancellazione della politica, o meglio il problema di una politica “cameriera” che segue e obbedisce alle logiche dell’economia, specialmente finanziaria, e dei mezzi di comunicazione dai quali mutua anche il linguaggio semplificato e arrogante. Alcuni relatori nella precedente sessione hanno richiamato la necessità di una politica che parli all’uomo nella sua interezza fisica ed esistenziale. Ma allora – ha proseguito Neri – per costruire futuro e felicità, concetto, questo, espiantato dal linguaggio politico, occorre riflettere su un modo di produrre e di consumare bulimico che porta con sé crescita economica e peggioramento delle condizioni di vita delle persone. Un consumo esasperato di risorse, di territorio, di area, di tempi di vita. Noi ci troviamo oggi di fronte ad una realtà negativa, quella di non essere riusciti a sanare il divario tra la produzione di beni materiali in misura mai verificatasi prima e l’espansione della povertà, della miseria e della fame. Consumare meno, produrre diversamente, produrre solidale, diventano concetti essenziali per vivere meglio. Occorre superare l’equivoco della parola “governance” utilizzata in ogni parlamento e in ogni seminario del nostro mondo quasi come formula salvifica dietro la quale invece si nasconde il cinismo delle società opulente che pretendono da una parte di continuare a mantenere ultimissimi e improponibili stili di vita e di consumo e al tempo stesso di poter “appunto” governare, e quindi contenere, i possibili effetti che potrebbero essere attivati da quei soggetti che quegli stili di vita subiscono e pagano. Occorre superare “governance” con “reliance”, per ricollegare i tanti segmenti spezzati, la politica con le persone, l’economia con la vita, l’uomo con la natura, il nord con il sud. Non potrà mai esserci “governance” senza “reliance”. Nel 2003, secondo dati Onu, 18 paesi con popolazione complessiva di 460 milioni di persone hanno registrato indici di sviluppo umano inferiori a quelli del 1990. Una inversione senza precedenti. Se continua il ritmo attuale, affermava il rapporto Onu, 41 milioni di bambini moriranno di povertà nei prossimi 10 anni”. “A 7 anni dalla scadenza degli obiettivi di sviluppo del millennio, il risultato appare compromesso e oltre 10 milioni di quei bambini indicati dal rapporto Onu nel frattempo sono già morti. E intanto noi possiamo permetterci di dimenticare facilmente il fallimento della recente conferenza della Fao tenutasi a Roma. Il vertice è fallito perché la larghissima maggioranza dei governi e della popolazioni del mondo non ha voce. E’ fallita perché l’imperativo etico, sociale e ambientale di rifiutare gli agro-combustibili che entrano in conflitto con le terre coltivabili non ha nemmeno sfiorato coloro che sono impegnati a trovare soluzioni alle loro necessità di spostamento contrapposti ai tanti che hanno la necessità di mangiare. Il tema di questo difficile passaggio dalla società moderna alla società globale – ha concluso Neri – è prioritario per l’Europa, per il suo ruolo e per la sua missione. L’Europa deve smettere di essere parte del problema e diventare parte, fondamentale, della soluzione”.

 

 

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EmiNews 2008

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