5162 Ingrid+14 liberati, FARC beffata

20080703 11:12:00 redazione-IT

Tito Pulsinelli

Ingrid Betancourt, tre “contrattisti” statunitensi ed altri undici sottuficiali dell’esercito e della polizia colombiana sono stati liberati nel corso di un’operazione militare incruenta, in cui non sono state usate le armi.
Secondo le prime dichiarazioni della politica franco-colombiana, tutti i prigionieri hanno preso posto in un elicottero atterrato nella selva del Guaviare, poi -una volta a bordo- i quattro uomini dell’equipaggio del velivolo, hanno agito fulmineamente e neutralizzato i guerriglieri che accompagnavano gli ostaggi.

Solo a questo punto, i quindici liberati hanno appreso che si trattava di soldati e che erano liberi.

I prigionieri apparivano in buone condizioni di salute, riposati, ed hanno posato con i due massimi comandanti militari colombiani; assieme hanno rilasciato dichiarazioni di elogio alle forze armate e di gioia per il ritorno alla vita. In gruppo, hanno risposto alle domande dei giornalisti radio-televisivi. Ha molto sorpreso il cappello e il giubbotto mimetico indossati da Ingrid Betancourt.

Fino a queso momento, gli elementi emersi indicano una dinamica degli avvenimenti che induce a pensare ad uno scenario di “liberazione umanitaria concordata”, in cui la FARC è caduta in una trappola. E’ stata pesantamente beffata.

Il ministro della difesa Santos, già aveva preannunciato il successo di una operazione cominciata tempo addietro, caratterizzata come di infiltrazione della controparte, ai suoi massimi livelli. Le parole successive della ex candidata presidenziale lo confermano.

Questa beffa risolutiva non si capisce senza considerare il contesto generale in cui è avvenuta. La cornice: pochi giorni fa era arrivata una commissione di mediazione umanitaria inviata dalla Francia e dalla Svizzera, ieri era ospite di Uribe il candidato presidenziale repubblicano McCain.

L’operazione dei militari era stata battezzata “scacco”: a tutti gli effetti, lo è. Lo scenario “liberazione di ostaggi” –del tutto simile a quelli avvenuti in precedenza- è stato stornato con un astuto colpo di mano. Geniale per il blocco di potere che ha in mano il destino della Colombia. Durissimo per la guerriglia, per la sua credibilità e prestigio.

Uribe ha incamerato tutto l’ossigeno necessario, e marcia a vele spiegate verso la rielezione. Riprende quota anche la soluzione eminentemente militare del conflitto.

Al di là di ogni considerazione politica -o di altra natura- è positivo il modo incruento in cui si è risolta la situazione. E ‘preferibile questo modus operandi al bombardamento avvenuto in territorio dell’Ecuador.

 

 

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EmiNews 2008

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