5185 Cocaina dal sud America per finanziare gruppi paramilitari in Venezuela

20080706 10:10:00 redazione-IT

Stupefacenti in viaggio da Venezuela e Spagna nascosti tra opere d’arte per finanziare gruppi paramilitari in Venezuela
(da il Mattino del 5 luglio)

LEANDRO DEL GAUDIO È stata sequestrata, picchiata e segregata in una villa di Pomigliano d’Arco. Poi, sotto minaccia di ucciderle i genitori, l’hanno costretta a fare la narcotrafficante, lei, genovese quarantenne istruttrice di arti marziali, costretta a servire la camorra in mezzo mondo. È la storia di Raffaella P., istruttrice di arti marziali, che s’innamora di un vigile (Domenico De Falco), che entra in una potente organizzazione di narcos legata alla malavita organizzata del napoletana. Una storia che consente di ricostruire tre anni di traffici e di far scattare arresti in seno ai clan scissionisti di Scampia e al clan Foria di Pomigliano d’Arco.

Trentatré in cella, grazie al blitz del comando dei carabinieri di Castello di Cisterna, guidati dal tenente colonnello Antonio Iannece e dal maggiore Fabio Cagnazzo. Un’inchiesta che punta decisamente in alto: tra gli acquirenti abituali di droga, anche chirurghi, avvocati ed esponenti delle forze dell’ordine. Indagini aperte anche su un gruppo di imprenditori che finanziavano gruppi paramilitari del Venezuela e personaggi legati alla destra eversiva. Nomi e cognomi fatti dalla pentita, su un canale della droga che dal Venezuela, alla Spagna, passava per Napoli. A Malpensa la droga arrivava in opere d’arte, nei capitelli di sculture regalate da direttori d’albergo di Caracas legati al sistema e fatti passare sul territorio italiano in auto «truccate» da carrozzieri conniventi. L’inchiesta nasce tre anni fa, dal sequestro di un grammo di cocaina. Tanto è bastato ad aprire indagini in mezzo mondo. Tre donne (Giuseppina Venturato, Anna Diana e Giovanna Gallucci), ma anche presunti boss del calibro di Ciro Capasso (alias Bocca storta) di via Ghisleri a Scampia, ritenuto legato alla camorra vincente degli scissionisti, oltre a presunti esponenti del clan Foria di Pomigliano d’Arco. L’inchiesta parte nel 2005, quando il mercato della droga era sconvolto dalla faida dei 58 omicidi tra Di Lauro e scissionisti. Tanto che in una telefonata intercettata, si sente un narcos che dal Venezuela racconta: «A Napoli c’è stata una guerra tra gruppi di mercanti d’arte, ora ci riforniamo con i Lo Russo. Adesso si sono messi d’accordo e il prezzo è tornato quello standard». Parole confermate dalla collaboratrice Raffaella P. La sua testimonianza è stata una chiave di volta, a giudicare da accertamenti che hanno coinvolto imprenditori milanesi e attività economiche di Liguria e Toscana. La donna venne arrestata a Malpensa, appena sbarcata con un carico di opere d’arte – statue, mezzibusto, piccole icone – ovviamente imbottite di cocaina. Quando venne arrestata, al suo quarto viaggio in Sudamerica, il suo amante (e carceriere) Domenico De Falco, le scrisse un sms: «Torna, dammi segnali di vita, sto male, ho paura». La conferma che il business era stato scoperto.

www.ilmattino.it

 

 

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EmiNews 2008

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