20080716 17:31:00 redazione-IT
C’è una posizione speculare sul tema della giustizia tra il dibattito italiano e la notizia che giunge dalla Corte penale internazionale. La congiunzione temporale è curiosa! Mentre in Italia si vota il lodo Alfano che stabilisce nella sostanza l’immunità per le alte cariche dello Stato, il Procuratore generale della Corte penale internazionale, Luis Moreno-Ocampo, chiede alla Corte di spiccare un mandato internazionale d’arresto nei confronti del presidente sudanese Omar Al Bashir. Una richiesta che se verrà ritenuta ammissibile sarebbe la ri-affermazione di un principio giuridico importante ossia che “nessuno può essere al di sopra della legge neppure un capo di Stato“.
Si rammenta il fatto che sarebbe la terza volta che ciò accade dopo i casi di Milosevic e di Charles Taylor (Liberia). Inoltre sarebbe un segnale forte che dimostra l’utilità di questi tipi di giuridizione che finora si sono configurati come delle sovrastrutture al quanto inutili. E si potrebbe leggittimare quel principio di “ingerenza umanitaria” che finora si è bloccato di fronte allo scudo della sovranità nazionale impedendo in molti casi un intervento energico della comunità internazionale a difesa dei diritti umani. Ma al di là della rilevanza di questo fatto, è importante rilevare come, da un punto di vista della filosofia del diritto, questa richiesta faccia a cazzotti con le argomentazioni di fondo che vogliono giustificare il lodo Alfano per l’immunità delle alte cariche dello Stato. Che Di Pietro e coloro che lo pensano come lui mi perdonino! Ma ancora una volta l’eccezione italiana prevale rispetto alle dinamiche della comunità internazionale. Dunque sovranità nazionale o tutela del sovrano? Affari nostrani!
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EmiNews 2008
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