5293 Immigrati, dati Istat-Ismu: senza di loro l'Italia si ferma

20080725 22:18:00 redazione-IT

Il governo li considera come una catastrofe e vara lo stato d’emergenza ma la catastrofe potrebbe esserci se non ci fossero. La crescita demografica e quella economica subirebbero un rallentamento progressivo fino ad arrivare, nel 2020, a una situazione di crisi. L’Italia si fermerebbe.
A dimostare il ruolo chiave dell’immigrazione nel nostro Paese e la convenienza sono i dati Istat e un rapporto sulle migrazioni 2007 della Fondazione Ismu (ex Fondazione Cariplo-ISMU, iniziative e studi sulla multietnicità), un ente scientifico autonomo e indipendente che promuove studi, ricerche e iniziative sulla società multietnica e multiculturale. L’istituto di ricerca, elaborando stime dell’istat, ha costruito una griglia ipotetica basata su tassi di crescita predefiniti e fissi dell’immigrazione dal 2007 al 2020.

In pratica, ha confrontato quattro scenari possibili nel 2020, sulla base di un aumento annuo dei flussi stranieri a partire dal 2007 rispettivamente di 150 mila, 250 mila, 350 mila e 450 mila unità. I risultati, se confrontati col quadro dell’assetto sociale, economico e demografico del nostro paese, riservano diverse sorprese e dovrebbero far riflettere. In tutte le ipotesi possibili di aumento demografico, il rapporto con il tasso di crescita autoctono del nostro paese rileva chiaramente che ci sarebbe un effetto positivo del contributo migratorio alla crescita della popolazione complessiva che risiede nel nostro paese.

Già se si ipotizza un tasso di crescita dell’entrata di immigrati pari a 150 mila unità dal 2007 al 2020, la crescita complessiva della popolazione nel 2020 rispetto all’oggi sarebbe dello 0,4 per cento.
Va da sè che senza la garanzia di questo minimo tasso di ingressi consentito in italia, tale dato sarebbe decisamente più basso e assisteremmo ad una diminuzione della popolazione italiana complessiva.

E poi se il numero di ingressi annuali fosse di 250 mila, avremmo una crescita della popolazione complessiva del 3,1%. che sale al 5,8% nel caso di 350 mila ingressi l’anno e arriverebbe all’8,5% in più con ingressi di 450 mila unità all’anno. Quale scenario prospettare sulla base di questi dati?
Nell’indagine Ismu, le risposte sono molteplici e cambiano a seconda del fenomeno economico e sociale che si prende in considerazione per valutare la risposta. Ad esempio, la cifra di ingressi annui di immigrati necessaria per arginare la contrazione di minori prevista dal 2007 al 2020 dovrebbe essere valutata attorno alle 350 mila unità. Cifra che scende a 250 mila ingressi se si volesse mantenere invariata la cifra numerica della popolazione in età lavorativa (18-64 anni).

D’altra parte, secondo l’istituto, tale cifra non sarebbe comunque adeguata per contenere il processo di
invecchiamento della popolazione in età lavorativa (con riferimento ai 45-64enni). Né lo sarebbe un eventuale aumento degli ingressi a 350 mila o a 450 mila. Anzi, in entrambi questi casi crescerebbero del 20-25% il numero di 45-64enni, ci sarebbe una regressione del 3% dei 25-44enni e il numero dei 18-24enni rimarrebbe sostanzialmente invariato, attestandosi attorno all’11%.

www.unita.it

 

 

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EmiNews 2008

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