5328 Sparite metà delle api: pesticidi sott'accusa.

20080805 11:26:00 redazione-IT

(di Valentina Della Seta)

ROMA. L’associazione apicoltori lancia l’allarme: il 40 per cento delle api italiane sta morendo e la causa sono i pesticidi. Dal 1994 in tutto il mondo è aumentata la mortalità. Si sono fatte numerose ipotesi, tra cui l’inquinamento elettromagnetico, le modificazioni del clima e l’uso in agricoltura di una classe di insetticidi immessa sul mercato negli anni Novanta: «I principali killer delle api – sostiene Francesco Panella, presidente dell’Unione degli apicoltori – sono i cosiddetti neonicotinoidi. Sono sostanze autorizzate irresponsabilmente da poteri pubblici sempre più subalterni agli interessi dell’industria chimica».

Un allarme respinto da Futuragra che evidenzia come il nesso tra la «moria delle api e le sostanze insetticide, usate nella concia dei sementi, sia una relazione tutta da dimostrare». Per l’associazione, quindi la ventilata messa al bando dei neonicotinoidi sarebbe «un colpo per la nostra agricoltura, che potrebbe provocare – rileva il presidente Duilio Campagnolo – perdite per centinaia di euro per ettaro». Mentre la Federazione apicoltori italiani (Fai), pur condividendo la necessita’ di vietare gli insetticidi, invita a cercare le cause di questa moria anche altrove.
La morte delle api ha significato per l’industria del miele una perdita di 250 milioni di euro. Ma le api sono molto di più. La loro mancanza mette a rischio anche l’agricoltura, che dipende per oltre un terzo da coltivazioni impollinate attraverso il lavoro delle api. La Coldiretti sottolinea come il decremento della popolazione di questi insetti metta in discussione l’equilibrio naturale globale: «Prodotti come mele, pere, mandorle, agrumi, pesche, kiwi, castagne, ciliegie, albicocche, susine, meloni, cocomeri, pomodori, zucchine, soia, girasole e colza – afferma la Coldiretti – dipendono completamente o in parte dalle api per la produzione dei frutti. Ma le api sono utili anche per la produzione di carne, con l’azione impollinatrice che svolgono nei confronti delle colture foraggere da seme». Le regioni prevalentemente colpite dalla moria di api sono Piemonte e Lombardia, ma forti segnali si registrano anche in Veneto, Emilia Romagna, Toscana. «L’Italia è il Paese che distribuisce nelle sue campagne oltre il 33% degli insetticidi usati in tutta Europa – continua Francesco Panella – e le api sono fragilissime. Perlustrano quotidianamente immensi territori, spariscono e muoiono invece di produrre miele in abbondanza. Sono un magnifico indicatore di eco-tossicità e ciò che oggi ci segnalano dovrebbe essere colto con grande preoccupazione per la sopravvivenza delle generazioni future». Secondo l’etologo Giorgio Celli, docente all’Istituto di Entomologia all’Università di Bologna «se le api dovessero davvero estinguersi l’umanità rischierebbe una carestia a livello mondiale».

Contadini impollinatori
ROMA. «Se le api scompaiono saremmo costretti ad impollinare a mano molte coltivazioni, come già accade in certe zone della Cina in cui le api sono estinte – afferma l’entomologo Giorgio Celli -. Ogni giorno migliaia di braccianti agricoli si armano di pennelli e salgono sugli alberi per fare il lavoro delle api. La conseguenza sarebbe un’impennata dei prezzi di frutta e verdura: una mela così prodotta potrebbe costare anche 50 euro».

www.ilmattino.it

 

 

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EmiNews 2008

 

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