5372 L'informazione sul web è il presente, altro che il futuro

20080809 17:55:00 redazione-IT

Da maggioranza e opposizione proposte per sostenere l’informazione online dedicata agli italiani all’estero. Quando i fatti? (di Valentina Dello Russo)

Lo scenario dell’informazione è radicalmente mutato e quello della politica, che fatica sempre a stare al passo con il nuovo che avanza, sembra essersene accorto. O almeno così pare, se è vero che, sia dall’opposizione sia dalla maggioranza, gli eletti all’estero cominciano a parlare chiaramente del giornalismo online.
“Il mondo dell’editoria è cambiato. Noi eletti all’estero dobbiamo impegnarci anche a favore del web”, ha fatto sapere l’onorevole Franco Narducci (Pd), dopo aver espresso soddisfazione per l’accoglimento come raccomandazione, da parte del Governo, dell’Ordine del Giorno in merito ai contributi per la stampa italiana all’estero.

In particolare, Narducci ha chiesto che nella Commissione, incaricata di accertare la sussistenza dei requisiti di ammissione ai contributi, vi siano anche i rappresentanti della Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero (FUSIE), della Commissione Informazione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (C.G.I.E.) e della Consulta nazionale dell’emigrazione (C.N.E.). Un’integrazione che è parsa doverosa, dato che nessuno, più di questi enti, conosce il panorama dell’informazione italiana all’estero.

La precisazione del deputato dell’opposizione, riguardo lo strumento del web, ha rincuorato quanti lavorano in questo campo quotidianamente. Gli operatori dell’informazione online, dedicata ai connazionali all’estero, sanno bene che il loro è un ruolo fondamentale per tanti connazionali oltreconfine. Internet è uno strumento sociale e di informazione importantissimo per gli Italiani che vivono all’estero, ancor più per quelli che vivono lontani dai circuiti di diffusione dei fogli prodotti da quei pochi colossi, già lautamente finanziati dallo Stato (nel 2006 il gruppo editoriale America Oggi e il Globo hanno percepito ciascuno 2 .582.284,50 di euro, mentre al Corriere Canadese ne sono andati 2.892.158,64).

Le vendite di un qualsiasi quotidiano cartaceo non potranno mai lontanamente avvicinarsi ai contatti registrati da un buon sito internet che fa informazione, eppure il primo viene sostenuto, l’altro dimenticato. Con la sola differenza che il primo ha accesso al grosso bacino della pubblicità, il secondo fatica ad entrarci. Un po’ per la filosofia – giustissima – di gratuità e condivisione del sapere con cui è nata la Rete, un po’ per la diffidenza del mercato e delle istituzioni stesse nei confronti di un mezzo nuovo (ma è poi così giusto definirlo tale?).

Sono ormai anni che si sente dire (in particolar modo da chi ci governa) “Internet è il futuro” e, mentre si immaginano le leggi più strane per imbrigliarne il potenziale creativo e informativo, Internet è ormai il presente. Ancor più per chi è lontano dalla madrepatria, tagliato fuori dal tradizionale canale del “passaparola”, abbandonato dalla programmazione ufficiale delle televisioni statali. Il web è per queste persone un’isola, democratica nell’accesso e nel pluralismo offerto, un veicolo rapido, un supporto aggiornato in tempo reale, a dispetto del fuso orario e delle usanze locali.

Dice bene l’onorevole della maggioranza, Aldo Di Biagio: “L’informazione tradizionale non basta per gli italiani all’estero: valorizziamo le testate online. L’editoria moderna – spiega il deputato del PdL – non può prescindere dalla navigazione online per far conoscere alle persone notizie ed approfondimenti che altrimenti sarebbero difficili da reperire nelle edizioni cartacee. Questo vale soprattutto per i cittadini italiani residenti all’estero, che non hanno edicole ad ogni angolo della strada, come in Italia, e che usano internet come primo mezzo di informazione”.

Un’informazione tempestiva e gratuita, multimediale, interattiva e partecipata, spesso nata dal basso, dall’iniziativa, l’impegno, la volontà e l’intelligenza di singoli, privi del solido sostegno di giganti editoriali. D’altra parte, in un Paese troppe volte accusato di assistenzialismo, le provvidenze dovrebbero essere accuratamente affidate ed avere un carattere di sostegno per quanti si trovano in condizioni di necessità, piuttosto che foraggiare entità già formate.

Ora che da destra e da sinistra qualche voce racconta queste verità, ci aspettiamo che la politica tutta si ricordi degli italiani all’estero (un po’ come fatto in campagna elettorale), che pensi a garantire loro quel diritto ad essere informati per cui tanto ci spendiamo, che offra loro strumenti e mezzi per partecipare, seppur da lontano, alla vita di questo Paese.

Valentina Dello Russo – Italia Chiama Italia/Eminotizie

www.italiachiamaitalia.com

 

 

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EmiNews 2008

 

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