5360 Alla Camera 60 mila firme contro le basi Nato e Usa in Italia

20080807 19:03:00 redazione-IT

Sono state consegnate alla Camera le circa sessantamila firme raccolte sulla Legge di Iniziativa Popolare contro i trattati, le basi e le servitù militari. «Il Comitato Promotore – si spiega in una nota – ha scelto non a caso una data significativa, giovedì 7 agosto, per consegnare al Parlamento le sessantamila firme. Infatti è un giorno situato a cavallo tra le due prime e uniche stragi atomiche nella storia dell’umanità , Hiroshima e Nagasaki. I movimenti No War (Rete Disarmiamoli, il collettivo Semprecontrolaguerra, Mondo senza guerra ed altre) ritengono che sia tempo di prendere di petto i trattati militari segreti (come quello del 1954) dietro cui si nascondono i governi italiani, come nel caso del Dal Molin a Vicenza, per giustificare la costruzione e la presenza di basi militari e armi nucleari Usa e Nato sul nostro territorio».

«I crescenti pericoli di guerra che hanno coinvolto e coinvolgeranno il nostro paese, impongono che si riapra un dibattito vero sulla presenza delle basi militari nel nostro paese e sui trattati militari, in larga parte segreti, che ne determinano l’insediamento» afferma Roberto Luchetti della Rete Disarmiamoli. «Il problema da affrontare è anche quello delle armi nucleari stoccate nelle basi militari Usa/Nato in Italia» precisa Tiziano Cardosi di Semprecontrolaguerra «ce ne sono tra ottanta e novanta tra Ghedi ed Aviano. Esiste sicuramente il problema di queste armi ma esiste anche il problema delle basi che le ospitano e dei porti nucleari sui quali occorre cambiare completamente registro».

«In un Parlamento blindato dai sostenitori della guerra preventiva e della militarizzazione del territorio, tocca nuovamente ai movimenti rilanciare l’iniziativa per bloccare o smantellare le basi della guerra» sottolineano i promotori della Legge. «Con nessun governo si è mai discusso apertamente in Parlamento della questione dei trattati militari segreti, delle armi nucleari e delle basi militari. O lo fanno loro o lo faremo noi rafforzando in ogni territorio, a partire da Vicenza, l’opposizione popolare alle basi militari».

www.unita.it

 

 

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EmiNews 2008

 

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